mercoledì - 1 Maggio 2024
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L’accorato appello di un padre: date la possibilità a mia figlia di vivere una vita degna di essere vissuta

Lettera aperta di Mattia Cosenza, padre di Lavinia, 6 anni, diversamente abile, a cui non è permesso svolgere attività assieme agli altri bambini a causa di inaccettabili carenze: a scuola e nella vita di tutti i giorni

inclusione

 

Riceviamo e pubblichiamo,

Buongiorno,
sono Mattia Cosenza, padre di due bambini piccoli e sono residente nel comune di Trezzano sul Naviglio. Dopo molte riflessioni, ho deciso di raccontare il disagio che con la mia prima figlia Lavinia di 6 anni alunna della scuola primaria, diversamente abile, viviamo e che non può più passare inosservato. Ne va della dignità della nostra vita. Negli ultimi periodi sentiamo tanto parlare di inclusione, una parola che potrebbe e dovrebbe migliorare la qualità della vita di tutti noi, ma se ancora oggi abbiamo bisogno di una parola per far valere dei diritti che dovrebbero essere scontati, vuol dire che quel che doveva essere fatto non è stato fatto.

Ho deciso di rompere il silenzio in cui vivo da 6 anni per cercare di far svegliare tutte le coscienze sulla realtà in cui versa il nostro paese e per far valere i bisogni di tante famiglie come la nostra ma soprattutto di tanti bambini che hanno diritto di vivere una vita normale e degna di essere vissuta. C’è bisogno che tutti facciano la loro parte e alle autorità dico che non basta che si presentino a delle giornate organizzate o ad eventi inclusivi solo per fare foto e richiedere voti: devono agire, fare quel che “deve” essere fatto.

Partirei dal denunciare le condizioni in cui versano i nostri istituti scolastici che sono sprovvisti di bagni per disabili e di ascensori o montacarichi. Per esempio, nella scuola di Lavinia non c’erano i maniglioni per il wc e ci abbiamo messo 6 mesi per far montare due semplici pezzi di plastica, cosa che dovrebbe essere scontata in una struttura pubblica, soprattutto in una scuola. Per non parlare del parcheggio disabili che all’entrata della scuola è inesistente. Solo dopo mesi di lotta siamo riusciti ad ottenere un parcheggio di emergenza. Peccato che sia per i mezzi di soccorso, e quindi non potendo sostare nemmeno noi viene frainteso dai genitori di tanti alunni che parcheggiano nel posto riservato, proprio perché non è chiaro.

Molti genitori ci aiutano facendo spostare chi non ha diritto dal parcheggio e per questo siamo grati, ma non dovrebbe succedere una cosa simile, basterebbe mettere un vigile che ora è posizionato a 200 metri dalla scuola. Nessun parco di Trezzano ha giochi che agevolano chi ha difficolta. Anche circolare è difficile: i marciapiedi sono disastrati e per chi è costretto su una sedia a rotelle o all’uso di stampelle come nel nostro caso deve spesso rinunciare ad uscire.

Come ultima cosa vorrei parlare delle società sportive presenti sul territorio. Ce ne sono poche, pochissime a fare inclusione. Tutte a nostro avviso dovrebbero essere come quella di Bebe Vio, accessibile a chiunque. Abbiamo portato Lavinia per una prova, e fra l’altro è piaciuta a tutta la famiglia, ma è davvero lontano per noi. E allora chiedo: ma perché dobbiamo fare così tanti chilometri quando dovrebbe essere normalità vedere giocare tutti i bambini insieme. Perché è questo che sono: bambini. E tutti devono essere trattati allo stesso modo con le loro diversità e per questo unici.

Mi chiedo come sia possibile ci possa essere solo una palestra cosi incluisiva nel 2024. Mi demoralizza sentire mia figlia che vorrebbe fare danza che vorrebbe fare sport o piscina e da quest’ultima struttura ci viene detto che possono offrirci solo lezioni private… QUESTA NON E INCLUSIONE. Il problema alla base di tutto sono le troppe chiacchere e i pochi fatti. Ai nostri figli dobbiamo dare un presente e un futuro di uguaglianza ma queste non sono le giuste basi.

Come famiglia oggi non ci sentiamo rappresentati né dal comune né dalla regione che per svariati motivi, non rende possibile e non dà le basi per l’inclusione, quella vera fatta di gesti e di fatti, senza bandiere senza preferenze politiche senza differenze di genere perché inclusione è quando non si lascia nessuno indietro e quando ci si tende la mano perché solo insieme si possono scavalcare ostacoli ed e solo insieme che si mettono le basi per dare a tutti le stesse possibilità nonostante le nostre unicità e difficoltà. Noi vogliamo vivere, Lavinia vuole vivere facendo le stesse cese dei suoi amici.

Mattia Cosenza

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