giovedì - 25 Aprile 2024
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Era al suo primo giorno di lavoro il giovane morto ieri schiacciato da un macchinario in un’azienda di Trezzano

Si chiamava Abdul Ruman ed era originario del Bangladesh: ha riportato un trauma cranico e toracico e ferite a una gamba e a un braccio rivelatesi fatali

morto-il-primo-giorno-di-lavoroEra al suo primo giorno di lavoro il giovane morto ieri schiacciato da un macchinario mentre era occupato in un’azienda di Trezzano. Lo hanno rivelato questa mattina fonti ufficiali delle forze dell’ordine. Il giovane, di 25 anni, è deceduto ieri pomeriggio all’ospedale Niguarda di Milano dove risiedeva, per le ferite riportate a causa di un infortunio avvenuto alla Crocolux, un’azienda tessile che si occupa della produzione di accessori in pelle in via Galimberti, a Trezzano.

Primo giorno di lavoro

L’operaio era al suo primo giorno di lavoro ed è rimasto schiacciato sotto un pesante macchinario. Ha riportato un trauma cranico e toracico e ferite a una gamba e a un braccio rivelatesi fatali. Abdul Ruman, era originario del Bangladesh. La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo: ha disposto l’autopsia, il sequestro del macchinario, e indagini per appurare se il giovane aveva un regolare contratto. L’indagine punta ad accertare eventuali responsabilità.

La strage continua

La strage sul lavoro non si ferma. Sono già centinaia i morti nei primi mesi del 2023 e ieri si è registrato un nuovo pesantissimo tributo di sangue. Sono tre i lavoratori deceduti in Lombardia che non faranno più ritorno a casa. Oltre ad Abdul Ruman al primo giorno di lavoro, la stessa sorte è toccata anche a Daniele Salvini padre di un bambino di 8 mesi, morto a Bagolino in provincia di Brescia. Infine ha perso la vita anche un operaio di 60 anni, caduto da un’impalcatura all’interno di un cantiere edile a Macherio (Monza).

Sconcerto e rabbia

Sconcerto e rabbia sono stati espressi da parte dei sindacati: la Cub punta l’indice contro la precarietà e chiede controlli “veri” e l’istituzione del reato di ‘omicidio sul lavoro’. Durissimo il segretario nazionale della Cub, Walter Montagnoli: “E’ una vergogna, governo dopo governo non cambia nulla: si istituisca il reato di omicidio sul lavoro e si chiudano le aziende che non rispettano le leggi, mantenendo il salario per i lavoratori”.

Rispetto delle norme di sicurezza

La Cgil, dal canto suo, pretende “interventi immediati e non solo parole: è una guerra continua”. Vincenzo Greco, della segreteria Cgil Milano e responsabile sicurezza sul lavoro, sottolinea che “siamo di fronte a una tendenza che non si inverte e questo è un fatto drammatico. Bisogna far rispettare la legalità cioè rapporti lavoro contrattualizzati, le norme sulla sicurezza soprattutto sulla prevenzione e un sistema di controlli e sanzioni che non faccia passare l’idea di impunità”.

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