89 anni e non sentirli. Dopo aver vissuto più di 20 nella protezione civile di Buccinasco, è ancora in servizio il marconista Franco Suppa, ora in forze all’Anget, Associazione Nazionale Genieri e Trasmettitori, una delle associazioni d’arma dei congedati dell’esercito italiano. pocketnews.it lo ha incontrato lo scorso weekend a “Viscontea”, la gara internazionale di pattuglia patrocinata dal Ministero della difesa, che si tiene tutti gli anni a Valbrona, in provincia di Como. È una gara importante cui partecipano squadre inviate dagli eserciti di molti paesi europei e Nato. Il compito di Franco Suppa e del suo team era quello di tenere i contatti radio con le 9 squadre in gara che stavano compiendo una prova di pattuglia e orientamento da 20 km. Un’ impresa non facile, fra i boschi e le colline del lago di Como che bloccano e deviano le onde radio.
Classe inossidabile
Franco Suppa, classe 1935, classe di ferro o, come dice lui, “classe inossidabile”. È un “personaggio” che val la pena conoscere un po’ meglio. “Insieme ad altri cittadini – racconta – ho fondato la Protezione civile di Buccinasco. Dal 99 al 2004 l’abbiamo tenuta come associazione, poi nel 2004 l’abbiamo passata al Comune. Ci sembrava più logico, e giusto, che la protezione civile fosse gestita dal sindaco, che è il primo responsabile di protezione civile. Sono rimasto nel gruppo fino al 2019”. Una vita vissuta a proteggere gli altri. Cosa lo ha portato poi nelle associazioni di congedati dell’esercito? “Avevo fatto il militare nei genieri e trasmettitori, e nel 1999 ho fatto il primo corso di protezione civile. Poi un vigile di Buccinasco, che era un radioamatore, mi ha portato all’Anget facendomi conoscere l’ambiente. Mi è piaciuto e così è dal 2002 che sono iscritto”.
Un po’ uno e un po’ l’altro
Dai 64 agli 84 anni a servizio della popolazione. È quasi un record. “Sono rimasto 20 anni. Mi hanno anche dato un premio. Mi hanno detto: “ guarda, visto che sono 20anni che sei con noi ti diamo un cartoncino di riconoscimento”. Però mi sono accorto che per andare ad aiutare bisogna essere in condizioni fisiche idonee. Quello che ho potuto fare, lo ho fatto. Nel 2019 mi sono detto che c’era gente più giovane e ho ceduto il passo. Come vent’anni prima ero andato in pensione e sono entrato in Protezione civile, mi sono detto: ’fin qui io sono arrivato, adesso tocca agli altri’ e ho dato il cambio. È come quando si fanno le corse in bicicletta, e si tira. Poi ci si dà il cambio, un po’ uno e un po’ l’altro. Nella vita è cosí”.
Supporto operativo
Anche se l’operatività in protezione civile finisce a 75 anni, Franco Suppa è rimasto come supporto operativo, per quasi altri 10 anni. A guardarlo si può pensare che potrebbe farlo ancora. E difatti qualcosa ancora fa, e non è poco. “Con Anget siamo qui a dare il supporto di controllo radio nelle varie postazioni in cui passano le squadre. Le monitoriamo, in modo che ci sia sicurezza per i partecipanti, cosí se qualcuna si perde, o perde l’orientamento, e dobbiamo andare a recuperarla, sappiamo dov’è. È successo anche oggi. Una squadra era andata oltre il limite della percorrenza, si era persa, e siamo andati a prenderli.”
In Comune hanno capito
E la protezione civile di Buccinasco? È un periodo in cui il volontariato, anche quello di servizio pubblico fa fatica a coinvolgere le persone. “L’ho lasciata, ma la seguo sempre. Siamo partiti in 10 e ora sono in 40. Sono divisi in squadre e coprono con i turni le 24 ore. C’è sempre qualcuno pronto a rispondere alle allerte. Abbiamo i motoseghisti e abbiamo gli addetti alle pompe e alle idrovore, perché viviamo in un territorio che ha problemi di allagamenti. In Comune, fortunatamente, hanno capito cosa vuol dire fare protezione civile. Lo hanno visto durante il periodo del Covid”.
Idee sulla vecchiaia
E’ già il terzo anno che Franco Suppa partecipa alla Gara internazionale di Pattuglia militare insieme a Anget, una attività in cui serve lucidità e mente ferma, anche se si resta al posto di comando. “Mi sono congedato come caporal maggiore, avrei voluto fare la scuola ufficiali ma in quel momento non c’era posto e così, finita la leva sono tornato dalla fidanzata, ho iniziato il lavoro. Ora ho due figli e due nipoti. Sono tutti musicisti di fama internazionale. Quella di Franco Suppa è ancora oggi una vita straordinaria, al servizio di un volontariato specialistico in cui ha compiti di responsabilità, che spazza via le idee sulla vecchiaia come momento di riposo.