lunedì, Gennaio 13, 2025
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Cesano, al quartiere Tessera scoppia la guerra degli scaldabagni tra Comune e l’Aler

I passaggi della “querelle” si sono consumati a forza di botta e risposta tramite documenti appesi alle vetrate dei portoni dei palazzi

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Dallo scorso aprile è in corso una seria diatriba, dall’odore pesantemente politico, più di quello del gas, tra il comune di Cesano Boscone e Aler, a proposito di eventuali scaldabagni a gas installati nelle case popolari del quartiere Tessera. Una lite, se così si può dire, che sta mettendo in difficoltà gli abitanti. I passaggi della diatriba si sono consumati a forza di botta e risposta fra Comune e Aler, tramite documenti appesi alle vetrate dei portoni dei palazzi. Al centro, c’è una raccomandata inviata a tutti gli inquilini del quartiere che chiedeva conto della documentazione e la certificazione degli scaldabagni eventualmente installati. Una richiesta che ha seminato il panico, in alcuni.

Il testo della raccomandata

“Gentile inquilino a seguito di un’ordinanza contingibile e urgente notificata ad Aler, ed emessa dal Comune di Cesano Boscone il 16 aprile 2024, relativa alle canne fumarie del quartiere di tessera, con la presente si chiede di trasmettere all’azienda copia della documentazione relativa alla conformità dello scaldabagno da lei eventualmente installato presso il suo alloggio. Tale documentazione potrà essere trasmessa, entro 15 giorni dal ricevimento della presente, al seguente indirizzo email della u. o. G. ovest – ster@aler.mi.it – oppure consegnata a mano presso l’info Point di via Turati 20 tutti i mercoledì dalle 9:30 alle 12:30“.

Fuga di gas

Secondo quanto ricostruito tramite le varie comunicazioni fra enti (e appese sulle vetrate), il comune di Cesano Boscone ha emesso un’ordinanza nei confronti di Aler in seguito di una prescrizione da parte della ATS, che era intervenuta sulla segnalazione di un forte odore di gas proveniente da un’abitazione, su cui erano accorsi i vigili del fuoco e l’azienda di distribuzione del gas, 2iRete Gas. Quando c’è odore di gas, infatti, i pompieri cercano il punto della fuga insieme ai tecnici della rete di distribuzione e, intanto, visionano gli impianti. Magari non trovano la fonte dell’odore ma vedono il resto e, se c’è un pericolo, come le canne fumarie non pulite, emettono un verbale che obbliga privati ed enti pubblici ad adeguare gli impianti di loro proprietà alle norme di sicurezza.

Il cortocircuito

Anche la Ats, l’azienda tutela della salute, è interessata a questo procedimento. Per non aver problemi, a sua volta ha obbligato il sindaco a intervenire, in qualità di primo responsabile della salute pubblica e della protezione civile. Il sindaco, o l’ufficio tecnico per lui, per evitare possibili scoppi, sotto elezioni, al quartiere Tessera, ha emesso un’ordinanza nei confronti del proprietario delle case popolari, cioè Aler, obbligandolo a verificare la certificazione energetica e il libretto di manutenzione di ogni scaldabagno. Aler, da parte sua, ha chiesto conto agli inquilini, via raccomandata, certificati che sa già che nella maggioranza dei casi non esistono. Una specie di cortocircuito, insomma.

I vecchi e cari scaldabagni

Ovviamente la maggior parte degli inquilini è caduta dalle nuvole. Molti hanno ancora gli scaldabagni di quando gli è stato assegnato l’appartamento. Elettrici, grossi e che consumano molta energia, installati in periodi storici in cui ancora non si sapeva neppure cosa fosse la certificazione e, soprattutto, non sono scaldabagni collegati alla canna fumaria. Nelle palazzine del quartiere Tessera, le canne fumarie si trovano nelle cucine. 2 per ogni scala così come sono due gli appartamenti su ogni piano. Magari in qualche appartamento c’è qualche scaldabagno a gas, ma è raro. Gli impianti del gas dedicati alle cucine, come quelli dell’acqua, di quelle case sono così vecchi che solo un vero temerario ci metterebbe le mani per installare una tubazione nuova che porti il gas dalla cucina allo scaldabagno. Perchè farlo, poi, quando basta usarne uno elettrico con una normale presa dell’elettricità?

La certificazione di conformità

Che Aler sia stata colta di sorpresa dalla bordata arrivata dal comune di Cesano Boscone sembra chiaro nella seconda comunicazione, questa volta proveniente dalla direzione provinciale, e sempre appesa sui portoni. Dice: “ con riferimento alla raccomandata inviata a tutti gli assegnatari si precisa che:1) copia della raccomandata potrà essere ritirata presso gli infopoint di via Turati. 2) qualora l’inquilino non abbia la certificazione di conformità dello scaldabagno si precisa che non sarà necessario attivarsi per ottenerla, ma sarà sufficiente recarsi presso gli infopoint di via Turati o comunicarlo via mail all’indirizzo ster@aler.mi.it. Come è stato già chiarito, l’iniziativa di Aler per la raccolta dei documenti richiesti ha come unico scopo quello di ricostruire la situazione esistente per poter programmare l’intervento per rispondere all’ordinanza del Comune.

Il comitato Tessera

Insomma Aler non è sicura e non può dire se qualcuno ha tentato di ristrutturare un suo appartamento senza dirglielo e ha installato una caldaia a gas. Intanto è sceso in campo il comitato Tessera. Che ha emesso un comunicato sempre appeso sulla vetrata dei portoni, che assolve il Comune da questo strano pasticcio e dice che c’è stato un incontro tra il direttore provinciale di Aler e il sindaco di Cesano Boscone. La comunicazione precisa che la faccenda riguarda la ATS che ha imposto ad Aler la verifica dei condotti di scarico degli scaldabagni a gas, e che solo in conseguenza di questa imposizione il comune ha emesso l’ordinanza nei confronti di Aler come atto dovuto alla tutela della salute dei cittadini.

La proroga

Il comune, quindi, su richiesta di Aler ha concesso una proroga fino al 30 ottobre per comunicare l’esito delle verifiche. L’istituto dovrà accertare che non vi siano pericoli per le persone, gli animali e le cose. La richiesta delle certificazioni degli scaldabagni secondo quanto precisato da Aler stessa e per un puro censimento, per procedere successivamente agli interventi di competenza. Intanto, dopo la chiusura del cantiere del bonus 110, in alcuni appartamenti entra acqua dal tetto ad ogni temporale. Ma questa è un’altra storia…

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