mercoledì - 1 Maggio 2024
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Come sarà il 2024 delle aziende del Sud ovest milanese? Sono molte le zavorre che pesano sulle spalle degli imprenditori

Il 15% non trova personale qualificato e, quindi, deve rinunciare ad alcune commesse con conseguente perdita di fatturato, il’9% sta valutando la vendita dell’azienda

galassi-Pmi

 

Centinaia di piccole e medie imprese. Sono l’asse portante del tessuto economico-produttivo del Sud Ovest milanese. Aziende gioiello, eccellenze, che danno lustro ai comuni di Buccinasco, Cesano, Corsico, Cusago, Rozzano e Trezzano sul Naviglio. A pochi giorni dalla fine dell’anno, per tutte loro è il momento di tracciare bilanci e capire con che prospettive affronteranno il 2024.

Le zavorre

Il quadro che merge da un sondaggio effettuato dal centro studi dell’Api ha raccolto il “sentiment flash” delle aziende ubicate nel territorio a Sud Ovest di Milano, rivela un paese in attesa. Si lascia il 2023 con uno sguardo all’incertezza. L’instabilità geopolitica, i tassi che frenano l’accesso al credito (quindi, gli investimenti!!), la recessione di alcune economie, la volatilità dei prezzi e gli anni di crisi, sono tutte zavorre che pesano sulle spalle dei piccoli e medi imprenditori.

Positivo vs negativo

Che, alla domanda “come ha chiuso il 2023?” hanno risposto: il 39% in positivo, il 33% in negativo, il 28% ha preferito non rispondere. Alla domanda, “2024, i prossimi mesi saranno caratterizzati da…?” emerge per il 54% incertezza, contrazione per il 29%, mentre solo per il 17% crescita.

Personale qualificato introvabile

Perché? Il 49% è timoroso rispetto alla debolezza economica di alcuni paesi – dalla recessione tedesca, al rallentamento della Francia, a quello Usa -, il 19% sta affrontando la transizione energetica, digitale e sostenibile (quindi con investimenti importanti), il 15% non trova personale qualificato e, quindi, deve rinunciare ad alcune commesse con conseguente perdita di fatturato, il’9% sta valutando la vendita dell’azienda, l’8% ha risposto non so.

Credere nel fare impresa

L’export extra Ue regge soprattutto per la meccanica di precisione, il lusso e i prodotti di alta qualità made in Italy. “Se l’Italia è ancora una potenza produttiva a livello europeo e mondiale,- ha detto Paolo Galassi, presidente Api (nel riquadro della foto qui in alto)- lo dobbiamo alle piccole e medie imprese e alla capacità di imprenditori di credere nel fare impresa”. Vanno create condizioni più favorevoli. Perché è dalla concretezza del lavoro quotidiano delle imprese e dei loro lavoratori che si generano benefici per i cittadini e un futuro per i giovani.
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