Se il Ponte sullo Stretto di Messina sorgerà ad oltre 1.300 chilometri di distanza, la macchina operativa, la capo cordata che dovrà occuparsi della costruzione dell’infrastruttura, ha sede a Milano e dintorni. Anzi nei dintorni. La guida infatti Webuild – colosso europeo nel settore delle costruzioni – che ha sede a Rozzano, all’interno del centro direzionale di Milanofiori. Sorge qui, infatti, l’azienda frutto della fusione di Salini e Impregilo, che guida il consorzio Eurolink responsabile dell’intero progetto.
Gruppo multinazionale italiano
Webuild è un gruppo multinazionale italiano, attivo in oltre 50 Paesi, che opera nel settore delle costruzioni e dell’ingegneria civile: dighe e impianti idroelettrici, opere idrauliche, ferrovie e metropolitane, aeroporti e autostrade, edilizia civile e industriale. È, come detto, nato nel 2014 dalla fusione di Salini e Impregilo. È partecipata dallo Stato italiano attraverso Cassa depositi e prestiti.
La storia del ponte
Quella del Ponte sullo stretto di Messina è una lunga storia. Il primo concorso di idee internazionale sulla sua costruzione fu indetto nel 1969. Ventitre anni dopo, nel 1992, fu definita una prima bozza, nel 2003 approvato il progetto preliminare e nel 2006 la Società Stretto di Messina affidò la progettazione definitiva, esecutiva e costruzione dell’opera al consorzio Eurolink. Il 29 luglio del 2011 la società Stretto di Messina approvò il progetto definitivo.
Campata sospesa di 3.300 metri
Dopo più di due lustri di pausa, il ponte è tornato al centro del dibattito politico economice del Paese. Con schiere di favorevoli alla sua costruzione e altrettante schiere di contrari. Nella sostanza, il progetto prevede la costruzione del ponte sospeso più lungo al mondo, con una lunghezza complessiva di 3.660 metri ed una campata sospesa di 3.300 metri (e non sono quisquiglie). L’impalcato avrà una larghezza totale di 61 metri e le due torri poste a terra alte 399 metri. Il sistema di sospensione sarà formato da due coppie di cavi ciascuna del diametro di 1.26m con sviluppo totale di 5320 metri tra i due blocchi di ancoraggio. Lo scorso, 30 settembre 2023, dopo oltre 50 anni di lavoro, il consorzio Eurolink, con a capo Webuild, ha infatti consegnato alla società Stretto di Messina la documentazione aggiornata del progetto definitivo. Le modifiche riguardano sia il progetto del ponte che dei suoi collegamenti stradali e ferroviari.
Un’opera di straordinaria
Qualunque opinione si abbia, il Ponte rappresenta un’opera di straordinaria complessità. Realizzarla dovrebbe diventare un fiore all’occhiello delle potenzialità progettuali e tecnologiche dell’intero Paese. Particolare attenzione è stata dedicata alla stabilità della struttura e alla sua resistenza ai venti e ai terremoti. Il ponte è stato progettato per resistere a intensità del vento estreme, largamente superiori al vento più intenso mai registrato nello Stretto. Dal punto di vista sismico, l’integrità strutturale dell’opera è stata verificata per eventi di magnitudo superiore all’eccezionale terremoto di Messina del 1908.
L’impalcato
Gli studi preliminari e le analisi condotte nel corso degli anni hanno reso l’area tra Messina e Reggio Calabria tra quelle più studiate nel Mediterraneo. La piattaforma del ponte, tecnicamente chiamata impalcato, avrà una larghezza totale di circa 60 metri, e le due torri collocate a terra, che andranno a reggere l’intera struttura, raggiungeranno un’altezza di 399 metri. La struttura accoglierà due carreggiate stradali con tre corsie per direzione (due di marcia e una di emergenza) e una linea ferroviaria a doppio binario, consentendo un flusso di 6.000 veicoli all’ora e fino a 200 treni al giorno, rivoluzionando la mobilità dell’area e dell’intero Sud Italia. Adesso bisognerà trovare i soldi per aprire il cantiere.