lunedì, Ottobre 14, 2024
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Cesano, il Teatro Cristallo ha fatto 13 (come gli spettacoli nel cartellone della stagione)

Da Ale e Franz a Giampiero Ingrassia, da Paolo Cevoli a Massimo Lopez e Tullio Solenghi e poi Silvia Mezzanotte e la Compagnia di Luigi de Filippo sino a Flavio Insinna. Sono solo alcuni dei grandi attori in arrivo a Cesano Boscone

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Nell’immagine, alcuni volti dei protagonisti della stagione teatrale del Cristallo di Cesano Boscone

È davvero un cartellone molto ricco quello approntato dal Teatro Cristallo di Cesano Boscone e che viene proposto in questi giorni agli appassionati e non. Sul palcoscenico di via Pogliani si esibiranno volti conosciuti e amati dal grande pubblico con alcune compagnie che hanno fatto la storia del teatro italiano. Qualche nome? Ale e Franz, Giampiero Ingrassia e Gianluca Guidi, Paolo Cevoli, Massimo Lopez e Tullio Solenghi, Enzo Decaro e Nunzia Schiano, Silvia Mezzanotte, Paola Minaccioni, Vittorio Franceschi e Giovanna Bozzolo con Alberto Onofrietti, Maurizio Colombi, Flavio Insinna e Giulia Fiume. Il debutto della nuova stagione è affidato agli Oblivion. Ce n’è per tutti i gusti. Gli spettacoli in abbonamento sono sette, sei quelli fuori.

Spettacoli in abbonamento

Si parte il 12 novembre con lo spettacolo “Tuttorial”. Gli Oblivion, incantati dal richiamo suadente del Metaverso, si proiettano nel futuro con questo nuovo spettacolo interamente dedicato alla contemporaneità. “Tuttorial” è una realtà alternativa dove Galileo Galilei è una star di Tik Tok, Leonardo da Vinci non riesce a produrre contenuti virali e Marco Mengoni canta all’Ikea. Senza senso e senza tempo, personaggi di varie epoche allietano le giornate dei loro follower in cambio dell’agognato successo. Dare piacere per monetizzare, in pratica il mestiere più antico del mondo. E in questa folle playlist non poteva mancare una vecchia conoscenza del gruppo, il caro Alessandro Manzoni che questa volta vuole ambientare i suoi Promessi Sposi nelle serie TV più famose di tutti i tempi. Uscirete dal teatro più saggi di Siri, più fluidi di D’Annunzio, più caldi del riscaldamento globale. Con il virtuosismo dei loro arrangiamenti, effetti sonori avveniristici e quella innata voglia di distruggere gli schemi, gli Oblivion cantano, suonano, percuotono diventando anche l’orchestra di loro stessi e realizzano ogni sera uno spettacolo adatto a tutti: Boomer, Millenials, gen. Z, gen. Alpha, Neanderthal. É la risposta alla transizione digitale. Questa è la transizione musicale!

Si passa poi al 12 dicembre con “La strana coppia” con Gianluca Guidi e Giampiero Ingrassia. Il testo è strepitoso. È un esempio di come Neil Simon, il più geniale e prolifico autore del teatro comico della seconda metà del ‘900, riesca sempre a trovare quel pizzico di simpatica follia nella vita di tutti i giorni. Si narra la difficile e complicata convivenza tra due uomini dalle personalità diametralmente opposte. Felix e Oscar accomunati da un divorzio alle spalle decidono di andare a vivere insieme in un appartamento situato in uno dei tanti grattacieli di New York. Questo incontro – scontro quotidiano darà vita a continue ed esilaranti gag garantendo sicuro divertimento nella versione teatrale della coppia Gianluca Guidi e Giampiero Ingrassia. A Oscar che gli propone di continuare a vedersi insieme agli altri amici per il solito pokerino, malgrado le ultime clamorose litigate, Felix risponde di non aver chiuso affatto con il poker, perché i matrimoni vanno e vengono, ma la partita è come lo show: deve continuare. Nel finale, i due si salutano chiamandosi con i nomi delle rispettive mogli dalle quali hanno divorziato da tempo o stanno per divorziare.

Il 30 gennaio 2025 arrivano due mostri sacri, Massimo Lopez e Tullio Solenghi con il loro “Dove eravamo rimasti”: uno spettacolo che propone numeri, sketch, brani musicali, contributi video, con alcuni picchi di comicità come una lectio magistralis di Sgarbi/Lopez, un affettuoso omaggio all’avanspettacolo e il confronto Mattarella/ Papa Bergoglio, e un omaggio affettuoso alla loro collega Anna Marchesini scomparsa otto anni fa. Il filo conduttore è quello di una chiacchierata tra amici, con la band del maestro Gabriele Comeglio a fare da irrinunciabile “spalla” della cornice musicale. L’intento è quello di stupire ed emozionare i “parenti” seduti giù in platea ogni sera: non soltanto un pubblico empatico e festoso, ma una sorta di famiglia allargata che ha condiviso alcuni momenti di un’incredibile avventura. Niente a che vedere dunque, qui, con una comicità di largo e volgare raggio, Lopez e Solenghi sanno bene il fatto loro, e le gag e i personaggi proposti, le canzoni cantate da Lopez (sempre in modo magistrale) fanno di questo spettacolo un piacevolissimo rendez vous di quasi due ore. Si ride, si sorride, ci si emoziona al ricordo della loro compagna d’avventura professionale, certo il momento più toccante.

Il 13 Febbraio in via Pogliani arriva “L’avaro immaginario” di Molier con Enzo Decaro e Nunzia Schiano e la compagnia di Luigi De Filippo. Quello proposto da Decaro è un congegno perfetto in cui tutti i tasselli combaciano: gli attori con la loro bravura rendono quel senso di precarietà tipica delle compagnie di giro seicentesche che affrontano mille difficoltà, uniti nel loro vagabondare, sempre in lotta per mettere il piatto a tavola, ma guidati dall’amore per il teatro vissuto anche con grande spontaneità ed umanità. Un atto unico dove ogni quadro è una tappa, un equilibrio armonico tra i testi di Moliere e di Luigi De Filippo, i pensieri di Giordano Bruno, le musiche di Nino Rota e della tradizione popolare del Seicento napoletano e di un teatro dove “tutto è vero e tutto è falso” e dove “a meglio parola è chella ca nun se dice”. Quello del capocomico Oreste Bruno/Enzo Decaro è un teatro dotto che veste panni popolari, che ricorda come studiare sia fondamentale per non essere un gregge di pecore, che “i figli so di chi se li cresce, come diceva San Giuseppe”, che “la libertà del pensiero è più forte dell’arroganza del potere”.

Il 6 marzo sarà la volta di “Farà giorno” con Vittorio Franceschi, Giovanna Bozzolo e Alberto Onofrietti. Si tratta di una commedia in due atti di Rosa Menduni e Roberto De Giorgi. Tutto si svolge in un interno, la stanza di Renato, mentre fuori la città con il suo caotico e bruciante ritmo consuma energie. Ma non c’è nulla di minimalista, perché nella stanza di Renato l’incontro e lo scontro verte sulle differenti posizioni morali dei tre personaggi o sull’accettazione indotta di uno di loro, sul loro passato e il loro presente in una società sempre più disgregata, dove sembra sempre più difficile trovare principi fondanti comuni.  Renato, vecchio partigiano e medaglia d’oro al valore della Resistenza, si trova sulla strada di Manuel, teppista di periferia con spiccate simpatie nazifasciste. Manuel, uscendo dal garage condominiale, in una manovra scellerata, investe con l’auto Renato e “tratta” con lui un periodo di assistenza domiciliare solo per evitare una denuncia. Comincia così una sfida senza esclusione di colpi, anzi, una partita a due che tra azzardi, bluff ed inganni assumerà poco per volta i contorni di un confronto tra due opposte visioni della vita e del senso della Storia.

Il 18 marzo, Flavio Insinna e Giulia Fiume porteranno in scena “Gente di facili costumi”, una pièce scritta a quattro mani dall’indimenticabile Nino Manfredi e Nino Marino. Protagonisti sono Anna, una prostituta che sogna di diventare “giostraia”, che rincasa tardi la notte, disordinata e rumorosa che, ovviamente, disturba l’inquilino del piano di sotto: Ugo, un intellettuale che vivacchia scrivendo per la tv e per il cinema, che sogna di fare un film d’arte, e avrebbe bisogno di un po’ di tranquillità per concentrarsi. Ma che ovviamente non riesce a dormire né a lavorare a causa di Anna. La vicenda prende il via la notte in cui Ugo sale al piano di sopra per lamentarsi con la coinquilina rumorosa e lei, per la confusione, lascia aperto il rubinetto dell’acqua della vasca allagando irrimediabilmente l’appartamento di lui. Ugo sarà costretto quindi, anche a causa di uno sfratto, a trovare rifugio da Anna. La convivenza forzata diventa un confronto/scontro costellato di incidenti e incomprensioni, ma anche un curioso sodalizio, dove ciascuno da all’altro ciò che ha. Le reciproche posizioni vanno mano a mano ammorbidendosi perché diventa chiaro che ad incontrarsi non sono solo due vite agli antipodi, ma soprattutto due sogni all’apparenza irrealizzabili.

Il 10 aprile Giovanni Scifoni interpreta “Fra’”, ovvero San Francesco, la superstar del Medioevo. Tutti conoscono Francesco di Assisi. Perché era così irresistibile? Era un artista, forse il più grande della storia: nessuno ha mai raccontato Dio con tanta creatività. Scifoni si interroga sulla figura del Santo più pop che ci sia e percorre la sua vita, orchestrando laudi medievali con preziosi strumenti antichi.

Fuori abbonamento

La stagione fuori abbonamento prende il via martedì 14 gennaio con “La commedia” che vede esibirsi sul palcoscenico del Teatro Cristallo Ale, Franz, Rossana Carretto e Raffaella Spina. Lo spettacolo è un intreccio esplosivo di risate, colpi di scena e reazioni comiche a catena, in una rappresentazione che come sempre parla di noi, parte da noi e racconta di noi, come se fossimo davanti a uno specchio. È scoppiettante, leggero e divertente perché, di ridere, non ci stanca mai. L’inizio è un classico di Ale e Franz: due uomini di mezza età, l’incontro causale in un parco, i soliti discorsi di circostanza che lentamente prendono forma e confluiscono in un unico argomento, l’amore. È un’emozione che non invecchia mai, la più libera, la più vera, la più profonda delle passioni, il sentimento per eccellenza, quello da vivere senza limiti o barriere, di alcun tipo. L’amore che mantiene sempre giovani, che arriva a qualunque età. Però… Però, quando dai bei discorsi si passa alla realtà, le cose cambiano…e non poco. Sul palco Ale Franz, accompagnati da Rossana Carretto e Raffaella Spina, sono artefici di un intreccio esplosivo di risate, colpi di scena e reazioni comiche a catena: un evolversi di eventi e situazioni che si susseguono, costruendo certezze e ribaltandone un attimo dopo, togliendo ogni punto di riferimento agli spettatori e ai protagonisti in scena.

Si passa poi a martedì 4 febbraio con “Andavo ai 100 all’ora” di Paolo Cevoli. Il famoso comico romagnolo fa il suo ingresso sul palco proprio sulle note dell’omonima canzone di Gianni Morandi datata 1962. Poi si esibisce per quasi due ore in un monologo frizzante e divertente strutturato come un vero e proprio racconto personale. Cevoli immagina infatti di raccontare ai suoi nipoti di quando era bambino. Cresciuto dal nonno, tutti i suoi ricordi sono legati a filo doppio alla pensione Cinzia, gestita dai suoi genitori, alle estati circondato dai turisti tedeschi, alle serate al cineforum e alle scorribande con i suoi amici. Un passato che, per i giovanissimi, sembra così lontano: non c’erano Internet, i cellulari e tanto meno i social ed esistevano solo i telefoni con la rotella o la TV in bianco e nero con un solo canale. I temi trattati in modo sempre divertente ma mai troppo volgare e la naturalezza della sana comicità romagnola divertono sino a quando, sul finale Cevoli si fa più serio regalando una piccola lezione di vita. È proprio grazie alla figura dei nonni come lui che raccontano del proprio passato con un pizzico di nostalgia che è possibile non far dimenticare da dove veniamo e chi siamo stati.

Mercoledì 26 febbraio è il turno di Silvia Mezzanotte con “Vorrei che fosse amore”, un concerto recital omaggio a Mina. Il punto di partenza è datato 23 agosto 1978. Quel giorno al Teatro Bussoladomani sul lungomare di Lido di Camaiore, Mina saliva sul palco per il suo ultimo live, prima del definitivo ritiro dalle scene. Un concerto destinato a consacrarla per sempre come la più grande icona della musica italiana. E sarà proprio quella notte indimenticabile l’ambientazione del recital a lei dedicato. L’atmosfera e le luci della Bussola, dieci elementi d’orchestra, due attori che, attraverso le canzoni più belle della Tigre di Cremona, svelano la loro insolita storia d’amore. A interpretarle Silvia Mezzanotte, che dopo il lungo sodalizio artistico con i Matia Bazar e decine di tournée in Italia e all’estero, ha pubblicato tre album da solista e partecipato come protagonista a numerosi spettacoli teatrali e televisivi. “La mia voglia di omaggiare Mina – racconta Silvia – è pari all’amore e al senso di gratitudine che nutro per lei come artista e come donna”. In scena Beatrice Baldaccini (Pretty Woman, Grease, Balliamo sul Mondo, Raffaella!) e Gabriele Colferai interpretano la coppia di innamorati che raccontano la loro storia sulle note dei più celebri successi di Mina: “Parole parole”, “Insieme”, “Anche un uomo”, “Grande grande, grande”, “L’importante è finire” e tanti altri, con l’orchestra tutta al femminile Ensemble Le Muse.

Lunedì 3 marzo al Teatro Cristallo si celebra la giornata internazionale della donna. Sul palcoscenico arriva “Elena la matta” con Paola Minaccioni. Il testo è liberamente ispirato al libro di Gaetano Petraglia “La matta di piazza Giudia” e racconta la storia di Elena Di Porto, la “matta” del ghetto ebraico di Roma. Una storia vera tutta al femminile che si trasforma in uno spettacolo coinvolgente e di grande impatto emotivo. Paola Minaccioni torna a teatro con una grande prova d’attrice, vestendo i panni di un’antieroina del Novecento. Il 16 Ottobre 1943 le SS Naziste rastrellano il ghetto di Roma, deportando ad Auschwitz oltre 1000 ebrei della comunità romana. Fra questi c’è una donna, Elena Di Porto. Un’abitante del ghetto di Roma dal carattere particolare: dichiarata pazza dal regime, non lo era affatto. Nata nel 1912 da un’umile famiglia ebraica, Elena era una donna dal carattere singolare e ribelle, profondamente anticonformista. Separata dal marito, indipendente, antifascista convinta e temeraria, poco disposta ad accettare passivamente ogni forma di sopruso, soprattutto nei confronti degli altri. Una storia che merita di non essere dimenticata. Paola Minaccioni mette in scena una femminilità decisa, forte, fuori dagli stilemi e provata dalle angherie del regime e del periodo storico, con la volontà di raccontare un mondo, un’epoca, una figura di donna e, con esse, tutta una società.

Il 7 maggio il sipario si aprirà su Maurizio Colombo e il suo “Caveman”, l’uomo delle caverne, lo spettacolo monologo che con il nome “Defending the Caveman” è stato il più longevo nella storia di Broadway. Frutto di tre anni di studi di antropologia, preistoria, psicologia, sociologia e mitologia, l’opera teatrale originale, scritta da Rob Becker, commediografo, nonché protagonista della versione statunitense, è stata portata sul palco per la prima volta il 26 marzo 1995 allo Helen Hayes Theater di New York, diventando, dopo 2 anni e 702 performance, il monologo di più lunga durata nella storia di Broadway. Questo sguardo preistorico alla battaglia dei sessi è uno studio umoristico che affronta le dinamiche di coppia, spingendo, con forte impronta ironica, sulle incomprensioni tra uomo e donna e su come tali differenze possano creare fraintendimenti. È prima di tutto la capacità di ‘identificarsi’ nelle storie che scatena le risate della gente.

Venerdì 16 maggio la stagione si chiude con “Due uova… per cena e brutte notizie”. Sul palco la compagnia teatrale “Gli intramontabili”, composta in gran parte da cesanesi appassionati di teatro con varie esperienze e che intendono portare avanti il gusto della risata semplice ma tanto salutare. L’invito è a trascorrere tutti una allegra serata con la rappresentazione di due farse.

CAMPAGNA ABBONAMENTI :
Campagna nuovi abbonati: in biglietteria dal 30 settembre all’11 novembre

VENDITA SINGOLI BIGLIETTI
Inizio vendita biglietti singoli spettacoli: in biglietteria da sabato 5 ottobre, dalle 10 alle 12 e poi tutti i giorni (da lunedì a domenica) dalle 17.00 alle 18.30
Inizio vendita biglietti ONLINE singoli spettacoli (su sito www.cristallo.net e App): da sabato 5 ottobre alle 12.30

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