“La sentenza che ha concesso l’uso alla famiglia di Rocco Papalia degli spazi comuni tra l’appartamento del boss e la villetta confiscata alla mafia, gestita dal comune di Buccinasco e che ospita minori non accompagnati, è in netto contrasto con la difesa e la promozione della legalità contro la cultura e i comportamenti mafiosi”.
Il cortile conteso
Per quei pochi che non lo avessero capito, qui si parla del cortile conteso della villetta di via Nearco a Buccinasco, per metà confiscata ai Barbaro, legata agli stessi Papalia da vincoli matrimoniali, e per metà abitata da Adriana Feletti (proprietaria) e il boss Rocco Papalia. Secondo i giudici milanesi, il cortile, nelle carte delle confische, non risulta sequestrato, quindi la famiglia Papalia lo può utilizzare.
Impegno depotenziato
Oggi è arrivata la denuncia Aldo Guastafierro, portavoce regionale dei Verdi e candidato alle regionali in Alleanza Verdi Sinistra. “Una sentenza che danneggia, depotenziandolo, il quotidiano impegno di tanti amministratori locali e delle associazioni. Anche se il boss ha scontato la dura pena inflittagli dallo stato, aprire il cancelletto che divide l’appartamento e la villetta simbolicamente mette in comunicazione legalità e illegalità”.
Segnale fuorviante
“Rappresenta una sconfitta – ha sottolineato Guastafierro – per i tanti che si battono per la legalità ed è un segnale fuorviante e disorientante per i tanti giovani che su questi argomenti si documentano e si impegnano quotidianamente. Se lo Stato non ci ripensa il sindaco di Buccinasco Rino Pruiti, che ha tutto il nostro sostegno, farebbe bene a restituire il bene, come ha annunciato”. Invece, il Comune di Buccinasco ha deciso di ricorrere in appello chiedendo la sospensione del provvedimento. Dopo anni di battaglie e una montagna di burocrazia, la giostra ricomincia.