venerdì - 19 Aprile 2024
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Trezzano, la Rimaflow lancia una campagna per raccogliere fondi da destinare a una mensa

Servono 150mila euro per ristrutturare il piano terra del capannone della sede di via Verri da destinare ad attività di ristorazione

foto-rimaflowLa Rimaflow torna a far parlare di sé. La cooperativa costituita tra lavoratori dell’ex fabbrica di Trezzano ha lanciato nei giorni scorsi la campagna per un prestito sociale che ha l’obiettivo di rilanciare le sue attività messe a dura prova da pandemia, guerra, crisi energetica, e quant’altro. Dovrà finanziare un progetto di ristorazione sociale (mensa, ristorante, catering, eventi socioculturali) con i prodotti della rete Fuorimercato.

pocketnews.it ne ha parlato con Gigi Malabarba, uno dei leader storici della cooperativa. “La pandemia – ha esordito – ha consumato la maggior parte dei capitali che avevamo raccolto e che dovevamo investire per la ristrutturazione della sede di via Verri, assegnata dopo che abbiamo lasciato quella che sorgeva tra via Edison e via Boccaccio, a Trezzano”.

“Finita l’emergenza Coronavirus – ha proseguito – abbiamo ripreso l’idea iniziale: ristrutturare il piano terra e destinarlo ad attività di ristorazione e catering. Noi già distribuiamo i prodotti della rete nazionale di Fuorimercato e dei produttori del Parco sud a circa 60 gruppi solidali di acquisto. Ci manca la parte di trasformazione e consumo di quegli stessi prodotti mediante l’erogazione di pasti”.

“Che potrà avvenire – ha sottolineato – mediante due modalità: con la mensa aperta ai lavoratori di aziende della zona che non hanno questo servizio internamente e con proposte serali mediante ristorazione di prodotti di qualità la cui produzione non prevede lo sfruttamento delle maestranze, ed eventi socioculturali”. Peccato che i fondi non siano più disponibili.

Cosa serve quindi affinché il progetto decolli? “Dobbiamo raccogliere 150mila euro – è la risposta – e pensiamo di farlo non mediante donazioni ma un prestito sociale regolato dalle norme sulle cooperative”. Cosa significa? “Che chiunque voglia aiutarci potrà diventare socio della cooperativa prima iscrivendosi con un versamento di 25 euro, poi contribuendo con una quota-prestito di soli 500 euro”.

L’obiettivo è realizzare una struttura in grado di ospitare al suo interno un centinaio di coperti più un altro centinaio all’aperto, in giardino. Già oggi, in Rimaflow servono circa 40/50 pasti al giorno. L’obiettivo è arrivare a 100 pasti, quota che rende finanziariamente sostenibile l’iniziativa. A fianco della mensa dovrebbe funzionare anche una sezione catering per far arrivare i pasti a soggetti esterni, aziende e chiunque ne abbia bisogno.

Rimaflow, ricordano i suoi promotori, “è un progetto di riscatto del lavoro e dell’attività umana, nato dieci anni fa, dai lavoratori e dalle lavoratrici licenziati dalla Maflow del settore automotive a cui si sono aggiunti artigiani/e, disoccupati, persone in difficoltà che hanno costruito o stanno realizzando un progetto di vita e di lavoro in autogestione”.

Qual è il timing operativo di questa ultima iniziativa? “La raccolta fondi – ha concluso Malabarba – procederà sino a Natale, mentre i lavori di ristrutturazione, se la cifra raccolta sarà sufficiente, dovrebbero concludersi in primavera. Solo allora potremo organizzare i primi eventi e servire i pasti nella nuova struttura”. Info: prestitosociale@rimaflow.itwww.rimaflow.it

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