
I preparativi sono in corso. La commemorazione di Pietro Sanua, sindacalista e fruttivendolo ambulante, fondatore di Sos impresa, ucciso a Corsico, all’alba del 4 febbraio 1995, mentre stava per allestire la sua bancarella al mercato del sabato in via Di Vittorio, dopo avere denunciato il giro di tangenti e il racket dei fiori, è prevista per martedì 4 febbraio nella parrocchia di Sant’Antonio di Padova in piazza Papa Giovanni XXIII.
30° Anniversario
Si tratta di un appuntamento importante perché cade nel 30° anniversario del suo assassinio. Un assassinio a sangue freddo. Sanua era considerato un uomo scomodo. Per questo gli uomini dei clan avevano deciso di ucciderlo. Fu assassinato a colpi di lupara. Dopo 28 anni di misteri sui suoi assassini, due anni fa era finito nel registro degli indagati Vincenzo Ferraro, 54 anni, incensurato. Secondo l’ipotesi investigativa, assieme a una persona ancora non identificata sarebbe stato a bordo della Fiat Uno bordeaux che all’alba del 4 febbraio 1995 aveva incrociato il furgone di Sanua. Dall’utilitaria, secondo gli inquirenti, era sceso un uomo che aveva sparato 2 colpi di fucile calibro 12 “all’indirizzo della cabina del furgone colpendo mortalmente con un colpo alla testa il sindacalista”.
Sorteggi pilotati e traffico di droga
L’ambulante era scomodo perché aveva denunciato sorteggi pilotati per l’assegnazione degli spazi pubblici ambulanti e perché si era “permesso” di segnalare traffici di droga tra i grossisti dell’Ortomercato. Stando all’ipotesi investigativa, formulata dall’allora procuratore aggiunto di Milano Alessandra Dolci, il mandante del delitto sarebbe stato Gaetano Suraci, deceduto. In Calabria, a Oppido Mamertina, regno dei Mammoliti, la polizia aveva perquisito due appartamenti nella disponibilità di Vincenzo Ferraro, difeso dall’avvocato Francesco Siclari, alla ricerca di “documentazione cartacea, fotografie o qualsiasi altro materiale attestante i rapporti che l’indagato, nel periodo antecedente, prossimo o successivo alla data dell’omicidio, aveva avuto con Gaetano Suraci e con la famiglia di quest’ultimo, nonché documentazione attestante il possesso di una Lancia Thema, auto usata per allontanarsi da Trezzano dopo aver incendiato la Fiat Uno usata nell’agguato.
Speranze deluse
Le indagini sul caso Sanua erano state riaperte su richiesta degli avvocati Nicola Brigida e Fabio Repici che assistono il figlio Lorenzo e la madre. Purtroppo, dopo quel sussulto si sono fermate: non sono emersi riscontri o conferme alla tesi della dottoressa Alessandra Dolci titolare dell’inchiesta. Nemmeno l’identikit del presunto killer reso noto nel giugno di due anni fa, che mostrava un giovane con i capelli impomatati, i tratti del viso marcati, niente barba e occhi scurissimi, visto fuggire dalla zona industriale di Trezzano sul Naviglio dove era stata data alle fiamme la Fiat Uno bordeaux usata dagli assassini, ha dato risultati. Così l’agguato scattato una livida mattina di febbraio, da allora è rimasto ad alimentare i misteri e i segreti di spietati criminali.
La cena della legalità
Il programma delle celebrazioni, organizzate dal figlio di Sanua, Lorenzo, prevede, alle ore 18 la celebrazione della Santa Messa nella parrocchia di san Antonio di Padova: alle 18.45 la partenza di una fiaccolata; alle 19.30 nell’oratorio della chiesa sarà servita la “Cena della Legalità”; alle 21 l’ incontro pubblico con Don Luigi Ciotti, presidente di “Libera contro le Mafie”, e Alessandra Dolci, coordinatrice della direzione distrettuale antimafia di Milano. L’incontro è moderato da Lorenzo Frigerio di “Libera Informazione. La cena ha un costo di 18 euro. La prenotazione è obbligatoria e deve essere svolta entro venerdì 31 gennaio a: tel 3383114808 – mail milano@territoriale.libera.it