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L’appello di un 23enne: se non mi operano corro il rischio di perdere la mano

L’intervento per tentare di salvargli i tendini del carpo e il nervo flessore del pollice, già programmato per la fine del mese di ottobre, causa Covid, è stato rinviato “a data da destinarsi”

È una storia di ordinaria follia. Tra malasanità e burocrazia ottusa che impone un’emergenza senza badare a chi ha altre, ma altrettanto reali, necessità. C’è un giovane di appena 23 anni, Carlo Di Tullio, che corre il rischio di perdere l’uso di gran parte della mano destra. L’intervento per tentare di salvargli i tendini del carpo e il nervo flessore del pollice, già programmato per la fine del mese di ottobre, causa Covid, è stato rinviato “sine die”. Lui è disperato e ha lanciato l’S.o.s nella speranza che qualcosa si muova, che qualcuno lo ascolti.

La sua odissea (perché di odissea si tratta) è cominciata lo scorso primo agosto. Carlo stava trascorrendo una serata tra amici. All’improvviso è inciampato ed è franato sul selciato. Il bicchiere che aveva in mano si è rotto in mille schegge. Una, gli ha reciso i tendini del carpo, un’altra il flessore del pollice. Si è lesionato anche il mezzo mediano.

Ricoverato al pronto soccorso dell’ospedale di Voghera, i sanitari gli hanno ricucito le ferite e, senza fare alcuna radiografia, gli hanno detto di tornare dopo dieci giorni per un controllo. Nell’attesa, la mano di Carlo ha cominciato a perdere mobilità e sensibilità. Preoccupato, il giovane si è rivolto al san Matteo di Pavia. La prognosi: è tutto ok, basta una visita dal fisiatra. Anche in questo caso è stato dimesso senza sottoporre la mano ad alcuna lastra.

Il primo a sospettare che ci fosse qualcosa di strano è stato proprio il fisiatra. Così il giovane, grazie a una radiografia pagata di tasca propria, ha scoperto di avere una lesione importante al polso, una lesione che se non si interviene al più presto potrebbe degenerare e fargli perdere l’uso parziale della mano. Si è rivolto allora al dottor Giulio Pezzella, chirurgo, che dopo averlo visitato si è fatto in quattro per metterlo in lista d’attesa alla clinica Capitanio di Milano.

A inizio mese si era liberato un posto e l’intervento era stato fissato per il 30 ottobre. Domenica 25, invece, è arrivata una telefonata: “l’operazione, come tanti altri interventi già fissati, sono tutti rinviati a data da destinarsi, dopo la fine della seconda ondata della pandemia da Covid 19”.  La comunicazione ha gelato il sangue nelle vene del 23enne, che sa che senza cure perderà la mobilità della mano destra. Una perdita che gli impedirà di fare una gran quantità di lavori, segnandogli, sicuramente, la vita.

Le lesioni si stanno cronicizzano. Più tempo passa, più si calcificano, più improbabile diventa il recupero della mano. “Anch’io – ha detto a pocketnews.it, lanciando un appello – ho diritto alla salute. Capisco le esigenze dei pazienti Covid, ma è assurdo annullare tutti gli altri interventi, esclusi gli oncologici. So che nella mia situazione ci sono centinaia di altri pazienti che hanno bisogno di essere curati. Perché dobbiamo essere esclusi da qualsiasi piano terapeutico?”

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