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Il boss Papalia vince la causa contro il comune: può usare il cortile della villetta di via Nearco sequestrata dalla Dia

Secondo i giudici del tribunale di Milano gli spazi dell’edificio possono essere condivisi tra il presunto capo della ‘ndrangheta e i ragazzi della cooperativa Villa Amantea

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Nella foto, la villetta di via Nearco, a Buccinasco e, nel tondino, il boss Rocco Papalia

Rocco Papalia 1 Comune di Buccinasco 0. Il risultato è stato confermato ieri, dopo sei anni di processo. Secondo il giudice del Tribunale di Milano, Alessandro Petrucci, il boss della ‘ndrangheta potrà utilizzare gli spazi comuni della villetta che sorge in via Nearco a Buccinasco, una cui porzione era stata sequestrata, espropriata e assegnata alla cooperativa Villa Amantea, che la utilizzava per ospitare minorenni in fuga dai paesi del terzo mondo.

Partita finita?

Sembra così essere giunta alla sua conclusione la partita giocata tra la famiglia Papalia e l’amministrazione comunale Buccinasco in merito alla causa civile promossa dalla prima per rientrare in possesso degli spazi aperti della villetta di via Nearco. Non è ancora chiaro se l’amministrazione proporrà appello, ma di certo questo round è un brutto colpo per lo stesso sindaco Pruiti che di questa battaglia ne aveva fatto una bandiera.

Bega condominiale?

Che potesse andare male era nell’aria. Anzi lo aveva annunciato lo scorso ottobre Pruiti in persona durante una seduta della Commissione Antimafia: aveva riconosciuto come il comune stesse perdendo la causa, come poi è avvenuto. Così, quella che sembrava essere una mera «bega» di vicinato si è trasformata in una contrapposizione frontale. Come detto, in discussione c’era l’utilizzo del cortile sul retro della villetta di via Nearco 6 a Buccinasco, dove il boss 66enne (ne compirà 67 il prossimo 24 ottobre) vive insieme alla moglie. Metà della casa è stata confiscata dallo Stato alla figlia di Papalia, Serafina, e al marito Salvatore Barbaro, condannato per associazione mafiosa. In una parte di casa (il piano seminterrato e il secondo piano) vivono minorenni arrivati dal centroafrica ospitati dai responsabili della cooperativa Villa Amantea.

Cortile simbolo

La convivenza con un boss della ‘ndrangheta, per quanto pacifica, aveva già destato la preoccupazione dei giovani ospiti che sin da quando la questione è sorta si erano rivolti al presidente onorario di Libera, Nando dalla Chiesa dicendosi «preoccupati». Il cortile della viletta, in poco tempo, era diventato il simbolo della contrapposizione tra le istituzioni locali e la criminalità organizzata, pur con tutti i distinguo del caso. Sono stati decine gli eventi organizzati al suo interno e nel suo cortile, su cui si affaccia l’appartamento in uso a Rocco Papalia e la sua famiglia. Ed è proprio su questi spazi aperti che Papalia si è preso una rivincita.

Qui la mafia ha perso

Spazi dove campeggia un murales con la scritta «Qui la mafia ha perso», ma soprattutto dove nel settembre di tre anni fa, il Comune aveva organizzato un dibattito in ricordo del giornalista Giancarlo Siani, ucciso dalla camorra, e nel quale si era parlato soprattutto delle penetrazioni della ‘ndrangheta a Buccinasco. Sembra un paradosso, ma non lo è.
Che cosa accadrà adesso? Probabilmente non sarà più possibile accogliere i ragazzi in un luogo che li tiene a stretto contatto con un pregiudicato. Non che adesso siano molto distanti, ma in un prossimo futuro, potrebbe essere troppo. La Coop Villa Amantea potrebbe essere costretta a sloggiare. A quel punto la vittoria di Papalia sarebbe completa.

La nota del Comune

“Oggi, senza nascondere una profonda amarezza – ha dichiarato il sindaco di Buccinasco Rino Pruiti – non posso che confermare quanto ho detto fin da quando la signora Feletti, moglie di Rocco Papalia, ha deciso di fare causa al nostro Comune: proporrò al Consiglio comunale di rimettere nelle mani dello Stato il bene confiscato di via Nearco. Il nostro Comune non può convivere con esponenti della criminalità organizzata”.

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