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Farebbero capo alla famiglia Spatuzzi, i beni per 33 milioni di euro sequestrati questa mattina dalla Guardia di Finanza

Durante le operazioni di sequestro dei beni sono stati trovati, in un capannone a Trezzano, anche cinque cavalli di razza, animali da cortile, pappagalli e un serpente. L’indagine, coordinata dalla procura di Milano, è stata condotta dalla guardia di Finanza di Corsico

 

sequestro
Nell’immagine un fotogramma del video diffuso dalla Guardia di Finanza, che si è avvalsa dell’aiuto di un cane fiutasoldi, sul sequestro di beni mobili e immobili coinvolti nell’indagine

Testo delle 13,30

Aziende, immobili, automezzi, super car, conti correnti bancari, cavalli di razza. È il “bottino” messo a segno dalla guardia di finanza di Corsico che ha smantellato una organizzazione criminale che aveva come base logistica Trezzano sul Naviglio. L’indagine riguarda venticinque società intestate a svariati prestanome, ma che farebbero tutte capo alla famiglia Spatuzzi, utilizzate per distrarre ingenti quantità di denaro.

Al centro dell’indagine aziende operanti nel settore dell’autotrasporto e del commercio di carburante, formalmente intestate a prestanome ma, che sarebbero, in realtà, riconducibili sempre ai membri dell’organizzazione. Le scatole societarie erano utilizzate per distrarre i beni e capitali societari utilizzando l’interposizione di nuove imprese create appositamente e predestinate al fallimento. Società svuotate dei capitali e società di nuova costituzione permettevano al gruppo di occultare i capitali e di sottrarli alle pretese del fisco.

Sempre secondo gli inquirenti, gli arrestati le gestivano nei fatti: ne falsificavano i bilanci, emettevano fatture per operazioni inesistenti e occultavano il denaro destinato al pagamento delle tasse e dei contributi dei lavoratori. Sono due le indagini che hanno portato gli investigatori sulle tracce degli Spatuzza. La prima, diretta dal procuratore Fabio Napoleone è partita da Pavia, l’altra dai pm Roberto Fontana e Grazia Colacicco di Milano. Entrambe hanno fatto rotta verso Trezzano, entrambe ipotizzano reati che vanno dalla bancarotta all’evasione fiscale, dalle fatture false alla truffa. In totale hanno portato agli arresti di 14 persone.

Nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Pavia Maria Cristina Lapi, emerge anche un’altra vicenda, una presunta truffa ai danni dell’Inps nel periodo della pandemia. I ruoli di vertice nell’organizzazione sarebbero stati appannaggio di Luigi e Mario Spatuzzi, padre e figlio. I due avrebbero “dichiarato falsamente di aver sospeso l’attivita’ lavorativa” in nei mesi del 2020 in cui la pandemia impazzava in Italia. Invece, trentacinque lavoratori della Edil Teco srl, una delle società riconducibili alla “famiglia Spatuzzi”, avrebbero “percepito oltre 220mila euro di cassa integrazione in deroga”, tra marzo e ottobre 2020 nelle prime ondate Covid, fino alla messa in liquidazione della srl.

Tuttavia 29 di quei dipendenti, sentiti a verbale, hanno raccontato agli inquirenti di aver continuato “a prestare attività lavorativa”, anche durante la cassa integrazione, per “tutta la fase pandemica”, “direttamente o presso le società presso le quali erano illecitamente somministrati”. Secondo la Guardia di finanza, gli indagati avrebbero distratto beni e denaro dai patrimoni aziendali dalle società poi lasciate fallire. Durante le operazioni di sequestro dei beni sono stati trovati, nel capannone a Trezzano, anche cinque cavalli di razza, animali da cortile, pappagalli e un serpente

Gli animali non sono stati sottoposti a sequestro. Saranno gli ulteriori accertamenti a verificare se siano stati acquistati con i capitali oggetto dell’indagine. Nell’ordinanza firmata dal gip di Milano Anna Magelli, su richiesta dei pm Grazia Colaccio e Roberto Fontana, si legge, inoltre, che Luigi Spatuzzi sarebbe stato “l’ideatore del sistema delle operazioni illecite” di svuotamento delle società, Sistema che aveva il “quartier generale” in un complesso immobiliare a Trezzano. L’indagato avrebbe anche “plurimi rapporti con numerose società estere connesse al traffico internazionale di carburante di contrabbando”.

Testo delle 8,30

I finanzieri della compagnia di Corsico, delegati dalla Procura di Milano, hanno individuato un’organizzazione criminale, con base a Trezzano sul Naviglio, dedita alla commissione di reati di natura societaria, fallimentare e tributaria, mediante l’acquisizione e la costituzione di 25 società intestate a prestanome.

Gli indagati, stando a quanto riferito dai militari, avrebbero distratto beni e ingenti somme di denaro dai patrimoni aziendali e sottratto sistematicamente al pagamento delle imposte e dei contributi previdenziali, falsificando i bilanci e facendo anche ricorso all’emissione e all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Sono coinvolti commercialisti e imprenditori.

Queste le notizie diffuse questa mattina dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza. I militari hanno dato esecuzione a due distinte ordinanze di custodia cautelare emesse dai Gip dei Tribunali di Milano e Pavia, e a numerosi decreti di perquisizione locale e  personale nei confronti di due distinti contesti criminali. Gli arresti, giunti al termine di complesse indagini svolte dai finanzieri delle Compagnie di Corsico e Magenta, hanno riguardato in totale 14 soggetti, 3 dei quali sono  stati destinatari di entrambi i provvedimenti.

In particolare, i finanzieri della Compagnia di Corsico, hanno individuato un’organizzazione criminale, con base a Trezzano sul Naviglio, dedita alla commissione di reati di natura societaria, fallimentare e tributaria, mediante l’acquisizione e la costituzione di 25 società intestate a prestanome. Gli indagati, infatti, avrebbero distratto beni e ingenti somme di denaro dai patrimoni aziendali e sottratto sistematicamente al pagamento delle imposte e  dei contributi previdenziali, falsificando i bilanci e facendo anche  ricorso all’emissione e all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

In quest’ambito, l’attività di polizia giudiziaria, ha portato all’esecuzione di 9 misure cautelari personali di  cui 3 in carcere e 3 ai domiciliari, 2 di divieto di dimora 1 di  obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, ed al sequestro  preventivo di somme per oltre 33 milioni di euro, nonché al sequestro di 127 automezzi.

Contestualmente, le Fiamme Gialle di Magenta hanno promosso una seconda indagine nei confronti di 10  società operanti nell’hinterland milanese nel settore dell’autotrasporto e del commercio di carburante, formalmente intestate a prestanome ma che sarebbero, in realtà, riconducibili ad alcuni membri di una famiglia di Trezzano sul Naviglio.

Gli indagati,  anche in questo caso, avrebbero distratto regolarmente beni societari e somme di denaro, evadendo le imposte attraverso l’interposizione di  nuove società appositamente create e predestinate al fallimento. La  commistione tra le imprese era infatti tale da innescare una continuazione tra le società ormai ”svuotate” e quelle neo  istituite, con i relativi passaggi di disponibilità finanziarie, di personale dipendente e delle commesse.

I profitti così generati sarebbero stati quindi dirottati verso le nuove società, nonché  immagazzinati nelle casseforti del ”gruppo”, costituite da società  immobiliari. Nel corso delle indagini, inoltre, i finanzieri hanno scoperto che durante la pandemia i dipendenti delle ditte di autotrasporto e dei distributori di benzina avevano continuato a lavorare nonostante percepissero il sostegno della cassa integrazione da parte dell’Inps, per complessivi 223.000 euro.
Articolo in aggiornamento

 

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