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Corsico: torna libero il piromane della pasticceria, torna la paura al quartiere San Adele

F.S. 59enne già conosciuto per problemi di alcolismo, con precedenti per minacce, droga, furti e innumerevoli altri episodi di violenza, ha scontato la sua pena

foto-incendio
Nella foro, l’ingresso della pasticceria “Gola e Vanità” incendiata la scorsa estate da F.S

Dopo aver aggredito numerose persone, dopo aver terrorizzato per anni i suoi vicini di casa, dopo aver incendiato la pasticceria “Gola e Vanità” era stato finalmente arrestato. Poi, da qualche giorno, F.S. 59enne già conosciuto per problemi di alcolismo, con precedenti per minacce, droga, furti e innumerevoli altri episodi di violenza, è tornato libero e con lui è tornata la paura al quartiere San Adele di Corsico. I residenti hanno chiesto aiuto al sindaco Stefano Ventura, ma sin ora l’accorato grido di aiuto non ha sortito alcun effetto.

L’incendio

L’episodio più grave di cui F.S si è reso protagonista è proprio l’incendio della pasticceria Gola e Vanità che lo scorso 17 agosto era stata semidistrutta da un incendio doloso. L’uomo aveva  aspettato che la pasticceria di via Foscolo chiudesse per le vacanze, poi aveva appiccato il fuoco utilizzando del materiale infiammabile versato sotto la tapparella della finestra. L’immediato intervento dei vigili del fuoco aveva evitato che le fiamme si propagassero all’edificio e agli appartamenti dei piani superiori.

L’appello

Prima era stato l’autore di altri episodi di violenza che scoppiavano senza alcun apparente motivo. “Viviamo in uno stato di insicurezza totale. Il nostro è un urlo di disperazione: chiediamo aiuto e ascolto da parte delle autorità, ma nessuno si muove!”. È questo l’appello lanciato nel luglio del 2021 tramite le pagine di pocketnews.it dagli abitanti dei condomini che sorgono ai numeri 17 e 18 di via Milano, a Corsico. Lo avevano lanciato nella speranza che qualcuno risolvesse una situazione – a loro dire – ai limiti della sopportazione.

A colpi d’ascia

Nel 2013 armato di ascia aveva minacciato i vicini, spaccando alcune porte a colpi di scure. Fu arrestato dai carabinieri e poi rimesso in libertà. Aveva fatto ancora parlare di sé due anni dopo quando fu rinchiuso in una cella di san Vittore dopo che aveva dato fuoco ad un’auto e a delle sterpaglie adiacenti un’azienda. Una volta libero, anche quella volta era tornato nel suo box che forse considera come una specie di nido, l’unico legame che gli rimane con la sua famiglia che lo ha abbandonato.

L’incubo

L’uomo, che ha grossi problemi psichici, come detto quotidianamente creava problemi agli altri inquilini degli edifici e a chiunque avesse la sventura di incontrarlo nelle giornate in cui era preda dei suoi fantasmi”. “Non possiamo stare al parchetto – avevano rivelato i residenti della zona – perché aggredisce verbalmente, e a volte fisicamente, chiunque gli capiti a tiro: mamme con i propri figli, anziani che portano i propri animali domestici a fare una passeggiata, passanti che attraversano il quartiere”.

Il box

Numerosi gli interventi dei carabinieri che però non avevano sortito alcun effetto. Dopo essere stato fermato per qualche giorno, l’uomo tornava nel suo box. Si pensava che con l’accusa di essere l’autore dell’incendio della pasticceria, la sua condanna fosse più lungo e che alla fine della stessa fosse affidato a strutture in grado di curarlo. Invece nulla. È tornato nel box del condominio di via Milano 17, unica eredità dei suoi genitori. I quali, non riuscendo più a gestire le sue richieste di denaro, i suoi scatti d’ira, le sue violenze, lo hanno disconosciuto.

L’incubo è tornato

Lo scorso novembre era stata fissata l’udienza del processo per l’incendio della pasticceria. I condomini del numero civico 17 avevano intimato alla sorella dell’imputato di liberare il box da tutte le cianfrusaglie che l’uomo aveva accumulato negli anni in cui lo ha usato come sua abitazione. Era stato condannato a qualche mese di reclusione. La speranza era che scontata la pena fosse affidato a qualcuno che se ne prendesse cura. Sembrava tutto risolto. Invece l’incubo è tornato.
 

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