venerdì - 3 Maggio 2024
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Cesano: lancia un televisore contro il medico che vuole soccorrerlo e aggredisce un carabiniere, 40enne bloccato con il taser e arrestato

L’uomo deve rispondere di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Il militare colpito con calci e pugni è stato trasportato in codice arancione al pronto soccorso del San Carlo

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Nel tardo pomeriggio di ieri, a Cesano Boscone, dopo una segnalazione al 112 da parte del personale sanitario del 118, i Carabinieri della stazione di Buccinasco e del nucleo radiomobile, sono intervenuti in via Pasubio. Qui, i militari hanno dovuto sudare le proverbiali sette camicie per ridurre alla ragione un 40enne di nazionalità italiana, esagitato sino all’inverosimile, che, alla fine, è stato arrestato. Dovrà rispondere  di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale.

L’aggressione

L’uomo, durante un intervento in corso da parte del personale sanitario, si è opposto alle cure e, improvvisamente, si è scagliato contro il medico presente, lanciandogli un televisore e, successivamente, contro un militare intervenuto con alcuni colleghi sul posto, militare che ha colpito con pugni alla testa. È stato poi bloccato da un altro carabiniere che lo ha colpito alla gamba sinistra con l’utilizzo del taser in dotazione.

Il ricovero

Il 40enne, comunque soccorso soccorso dai sanitari presenti, non ha riportato lesioni per la scarica elettrica del taser. Il militare aggredito, invece, è stato trasportato in codice arancione presso il pronto soccorso dell’ospedale San Carlo di Milano, dove si trova tutt’ora per accertamenti.

L’intervento

Sulla vicenda è intervenuta il consigliere regionale del Partito democratico Carmela Rozza, cofirmataria della legge regionale sulla sicurezza del personale sanitario, che ha detto: “La nostra solidarietà al medico e al carabiniere aggrediti sabato pomeriggio a Cesano Boscone durante un intervento nei confronti di una persona affetta da disturbi psichici. Sono eventi che non devono accadere, ed è importante che si codifichino protocolli adeguati che prevedano, per questa tipologia di pazienti, il numero minimo di medici, infermieri e agenti delle forze dell’ordine da impegnare negli interventi, e la formazione che deve essere fatta loro per ridurre al minimo la possibilità che la situazione degeneri. È un principio scritto anche nella legge regionale sulla sicurezza negli ambienti sanitari che ho contribuito a scrivere nella scorsa legislatura e che rimane in buona parte inattuata. Quello che certamente non serve è pensare di inasprire le pene per persone con patologie psichiche, che hanno bisogno di cure e non di sanzioni.”

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