venerdì - 17 Maggio 2024
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C’è un manuale insegna a dormire bene e vivere decisamente meglio

Soffrono di un disturbo del sonno oltre 12 milioni di individui; spesso non ne sono consapevoli e quasi sempre sono ignari dell’importanza di un sonno regolare nel più ampio contesto della salute

È arrivato un manuale che insegna a dormire bene e a vivere meglio. Perché talvolta si fa fatica ad addormentarsi o il  sonno è interrotto una o più volte per notte? Come si può spiegare che dopo 8 e più ore di sonno ci si possa svegliare stanchi e sentirsi tutt’altro che riposati e durante il giorno essere irritabili, ansiosi, scarsamente attenti? Accade a più del 25% degli italiani. E il 50% delle persone, almeno una volta, ha sperimentato cosa sia dormire male.

12 milioni di italiani dormono male

“Soffrono di un disturbo del sonno oltre 12 milioni di individui; spesso non ne sono consapevoli e quasi sempre sono ignari dell’importanza di un sonno regolare nel più ampio contesto della salute”, spiega il prof. Francesco Peverini, medico internista e direttore scientifico della Fondazione per la Ricerca e la Cura dei Disturbi del sonno Onlus, tra i massimi esperti italiani di medicina del sonno. Peverini ha raccontato la sua quotidiana esperienza ventennale nel libro “È facile dormire se sai come farlo-Impara a riposare per vivere meglio”,  pubblicato da BUR Rizzoli (pag. 300 – 14,90 ¤), che consente di scoprire alcuni segreti e apprendere come superare i differenti problemi legati al sonno.

Classificati più di 90 disturbi del sonno

Un cattivo sonno colpisce con sempre maggior frequenza giovani, adulti e anziani: sono stati classificati più di 90 disturbi del sonno, tra cui russamento, apnee notturne, insonnia, sonnambulismo, sindrome delle gambe senza riposo, narcolessia. La mancanza di sonno, inoltre,  non solo è causa di irritabilità, scarsa produttività e deficit di memoria, ma favorisce pure problemi più seri, come l’aumento del peso corporeo, il peggioramento del diabete, l’ipertensione e le patologie cardiovascolari come le aritmie, l’infarto e l’ictus.

Patologia che può essere curata

“Dormire poco e male, infatti, indebolisce il sistema immunitario, facilitando processi infettivi e uno stato infiammatorio complessivo dell’organismo che mette più chiaramente in luce il rapporto tra la mancanza di sonno e l’insorgenza di diverse gravi patologie come l’arteriosclerosi e l’infarto, l’aumento della glicemia, il rischio di obesità. Senza contare le conseguenze per il cervello, con l’esposizione ad ansia e depressione”, afferma Peverini. Insomma, i disturbi del sonno non sono condizioni che vanno accettate come inevitabili, ma piuttosto patologie che possono e devono essere curate per tornare ad avere un riposo notturno completo e una migliore qualità di vita.

I sintomi

I disturbi del sonno si presentano con molte sfaccettature: la sonnolenza diurna è uno dei sintomi più importanti ed è sicuramente causa di molti incidenti alla guida; i subdoli colpi di sonno alla guida provocano il 22% dei sinistri, mentre la sola sindrome delle apnee notturne causa il 7% di tutti gli incidenti. Ridurre le possibilità che se ne verifichi anche uno solo è un dovere istituzionale e sociale. Il costo sociale in Italia dei colpi di sonno al volante è di circa un miliardo di euro l’anno. Quanto si dovrebbe dormire ogni notte?  Il numero di ore di sonno necessarie varia a seconda dell’età del soggetto, ricordando che tra i 25 e i 65 anni sono necessarie almeno 7 – 8 ore di sonno; per gli anziani la stessa soglia scende a 6,5 – 7,5 ore.

Conta la qualità

“Ma più importante della quantità di ore dormite conta la qualità del sonno, che spiega come alcuni fortunati soggetti possano guadagnare un efficace riposo anche con 5 – 6 ore di sonno, i cosiddetti dormitori brevi”. In ogni caso, sottolinea Peverini, “sono importanti le abitudini e gli stili di vita: programmare il sonno andando a dormire possibilmente sempre alla stessa ora, al mattino non poltrire sotto le coperte; evitare di svolgere a letto attività come guardare la tv, mangiare, studiare o lavorare.” Anche l’ambiente dove si dorme è fondamentale: “una temperatura più bassa rispetto al resto della casa, non più di 18-20 gradi, favorisce la durata del sonno”, suggerisce l’esperto, “poiché oltre al meccanismo luce-buio, il fattore temperatura è in grado di condizionare il sonno”.

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