
Perquisizioni e controlli. Con qualche sorpresa. Si stanno delineando sempre di più i particolari e le motivazioni che hanno convinto il magistrato titolare dell’inchiesta a decidere l’arresto del (t)rapper Shiva, rinchiuso in una cella con l’accusa di tentato omicidio per aver sparato alcuni colpi di pistola all’indirizzo dei due ragazzi che lo avevano aggredito (leggi qui). Non si è trattato, secondo gli inquirenti, di legittima difesa perché al momento degli spari i due aggressori erano già in fuga e quindi non costituivano più un pericolo immediato per il cantante che ha sparato loro alle spalle, pur ferendoli alle gambe, e che, avrebbe potuto ucciderli.
L’arsenale

La procura di Milano, oltre a ordinare alla polizia di occuparsi dell’arresto in via cautelare del rapper, ha dato ordine di eseguire alcune perquisizioni domiciliari nelle abitazioni, e “delle pertinenze a loro disposizione”, delle persone coinvolte nella sparatoria, e nella casa discografica del rapper. Così è stato trovato un piccolo arsenale composto pistole e armi da guerra softair, tutte con caricatore, e una serie di taglienti scimitarre. Inoltre, durante l’arresto di Shiva, è stata trovata una pistola scacciacani, con tappo rosso, e una scorta incredibilmente grande di sciroppo per calmare la tosse, contenente codeina, un alcaloide oppiaceo derivante dalla morfina.