Il corteo formato da una trentina di persone è partito da via Emilia ed è arrivato davanti al municipio di Rozzano
Da giorni ha messo in moto il tam tam dei social per chiamare a raccolta i suoi amici e simpatizzanti. A tutti ha dato appuntamento per questa mattina, quando l’ufficiale giudiziario ha proceduto allo sfratto della sua associazione Area 51 (e della sua officina) da un capannone in via Emilia al 16. In attesa ha dedicato il suo tempo a costruirsi una croce in legno con la quale ha dato il là a una via Crucis il cui Calvario è stata la scalinata che conduce al municipio di Piazza foglia, a Rozzano.
Area 51
È la singolare protesta di Gennaro Speria, detto Genny (dal nome di uno dei protagonisti di Gomorra), un passato turbolento con qualche soggiorno nelle patrie galere, da qualche tempo a capo di Area 51, un’associazione no profit che dovrebbe dedicarsi al recupero di giovani disagiati, detenuti e le loro famiglie. La sede dell’associazione è la stessa dove Speria ha allestito un’officina, che dovrebbe lasciare perché sotto sfratto per affitti non pagati.
Tra passato e futuro
Speria è un personaggio che lascia perplessi. Da un lato c’è il suo passato vissuto nella malavita locale con qualche condanna che lo ha tolto dalla circolazione per qualche tempo e un presente che, lui dice, dedica al prossimo, anche se sono in molti a dubitare dell’effettivo coinvolgimento in operazioni solidali.
Le biciciclette recuperate
Di certificato c’è un’iniziativa dello scorso anno. Era novembre e Speria con i suoi amici di Area 51 si diede da fare per recuperare le bici Ofo abbandonate sul territorio comunale. Ne aveva rintracciate una quarantina, molte delle quali vandalizzate, e le aveva riconsegnate all’azienda che aveva promosso il bike sharing, alla presenza del sindaco di Rozzano Barbara Agogliati e dell’assessore Stefano Apuzzo, che nei suoi post non ha mai mancato di sottolineare il suo sostegno all’attività di Speria.
La faccia degli sponsor
Genny, però, è al comune (Agogliati e Apuzzo) che chiede di trovare una soluzione allo sfratto e di assegnargli uno spazio dove poter continuare la sua attività. Quale? Probabilmente sia quella di meccanico, sia quella del no profit. Il problema è che, se non vuole sembrare uno che ne approfitta, per la prima deve pagare un affitto, impegno che sin ora non ha mantenuto, per la seconda forse dovrebbe istituzionalizzare la sua associazione e farla entrare nel circuito di quelle assistite dall’ente locale. Ma per questo ci vogliono tempo e sponsor che ci mettano la faccia. E non tutti sono disponibili.
Seguici sulla nostra pagina Facebook