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Vaccini antiinfluenzali 2020, parlano i medici di base e i farmacisti: le dosi sono insufficienti o introvabili

Sino all’anno scorso, in farmacia ci si poteva vaccinare con soli 12/13 euro, il costo del vaccino, oggi servono dai 45 (Istituto Auxologico) agli 80 euro

Vaccini antiinfluenzali 2020, parlano i medici di base e i farmacisti- le dosi sono insufficienti o introvabili

Medici costretti a scegliere chi vaccinare contro l’influenza e chi rimandare a data da destinarsi. È questa la situazione in Lombardia, regione che ha alzato bandiera bianca e ha annunciato di non avere vaccini in numero sufficiente a immunizzare la popolazione a rischio residente nei propri confini.

La situazione è questa. Ai medici di base sono stati inviati appena 200mila vaccini antiinfluenzali mentre sono introvabili, perché esaurite, le dosi dell’antipneumococco, il vaccino contro la polmonite. In alcuni comuni del Sud ovest, le amministrazioni comunali hanno messo a disposizione le proprie strutture per favorire la vaccinazione dei propri cittadini, ma non sono sufficienti.

Chiamare poi i numeri della Regione o delle Ats locali è un esercizio che mette a dura prova la pazienza di chi ci prova. Non solo. Alcuni “fortunati” che riescono a collegarsi, per vaccinarsi sono costretti a sobbarcarsi di lunghi viaggi (tipo ospedale militare di Baggio) per per potersi vaccinare. Un vero e proprio calvario per gli anziani e per tutti coloro che hanno difficoltà a spostarsi.

Vaccinarsi dai medici di famiglia o in farmacia?  Il problema è che anche in questi due casi, le dosi sono insufficienti o introvabili. Dice il dottor Natalino Carastro, medico di base a Trezzano sul Naviglio:  “Ho una lista di 570 pazienti fragili. Avevo richiesto più di 400 dosi di vaccino antinfluenzale e 100 di antipneumococco. Me ne sono arrivate solo 180 e altre 100 sono andato a ritirarle di persona nei magazzini di Assago”.

Arrabbiato è il dottor Giacomo Camera della farmacia che si affaccia sulla piazza principale di Cesano Boscone, di fronte al comune. Dice: “Siamo stati esclusi da questa campagna antinfluenzale. I miei clienti devono chiamare in Regione o l’Ats di via Marzabotto per poter prenotare, stando ore attaccati al telefono e senza sapere in quale struttura saranno poi destinati. L’alternativa per loro è pagare 70-80 euro in alcune strutture private o 45 in altre come l’Auxologico di piazzale Brescia. Sino all’anno scorso, invece qui in farmacia ci si poteva vaccinare con soli 12/13 euro, il costo del vaccino, perché poi l’iniezione veniva fatta da una infermiera messa a disposizione gratuitamente dal sottoscritto”.

La situazione è identica a Rozzano e negli altri comuni del Sud ovest. In città ci sono 36 medici di base che hanno fatto richiesta di vaccini in base ai loro pazienti fragili. Nessuno ha ricevuto le quantità richieste, molti nemmeno la metà. Nelle farmacie comunali e in quelle private, non c’è ombra di vaccino, Tutto è delegato all’Ats che ha ricevuto dal comune alcune strutture in cui effettuare le vaccinazioni. Anche qui, però, i tempi di prenotazione sono biblici.

In un protocollo inviato inviato nei giorni scorsi ad Ats e ai medici di base, la direzione Generale Welfare di Regione Lombardia sottolineava che “per un ritardo di consegna da parte della ditta produttrice ed in considerazione delle ultime 200.000 dosi di Fluad disponibili per i medici di medicina generale, la “seconda tranche” prevista per gli over 65 sarà gestita direttamente dalle Ats”. Peraltro l’arrivo del Fluad Trivalente è previsto – ma non assicurato – per la seconda settimana di dicembre.

“Le dosi certe – si legge ancora nel documento – sono inferiori a quanto originariamente inserito quale seconda tranche” motivo per cui “sarà condotta una ricognizione per poi ripartire la quota disponibile”. La direzione Welfare raccomanda poi alle Asst di dare priorità agli operatori sanitari, ai pazienti cronici e in seguito agli over 65. Poveri over 65 dimenticati e bistrattati da una sanità che non è in grado di tutelarli.

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