venerdì - 3 Maggio 2024
HomePolitica“Uniti e con un progetto serio, così facciamo ripartire Trezzano”

“Uniti e con un progetto serio, così facciamo ripartire Trezzano”

La prima intervista al preside dell’Istituto scolastico “Franceschi”, Vittorio Ciocca, dopo l’annuncio dell’auto candidatura a sindaco

di Antonio Casa

Da Gaggiano, dove risiede e in cui ha ricoperto in passato il ruolo di capogruppo di Rifondazione comunista, a Trezzano sul Naviglio, città in cui da 14 anni è dirigente scolastico del Comprensivo “Franceschi”. L’orizzonte politico di Vittorio Ciocca si estende in appena due chilometri, ma guarda   a una prospettiva di più larghi interessi, con una proposta politica che ha spiazzato molti (cittadini e addetti ai lavori) sulla tempistica.

Perché un’auto candidatura a oltre un anno prima delle prossime elezioni comunali?
“Nella precedente tornata elettorale (2014, ndr) la sinistra ha fatto molte e interminabili riunioni. Risultato? Diversi sono andati per i fatti loro e alla fine si sono contati nove candidati a sindaco. Io penso che un’auto candidatura, sparigliando le carte, possa dire agli altri: costruiamo insieme qualche cosa, io ci sono. Un anno prima perché una cosa che infastidisce gli elettori, secondo me, è la campagna elettorale dell’ultimo minuto. Chi ha soprattutto possibilità economiche, nell’ultimo mese arriva con effetti speciali, tipo gadget, volantini e altro. Partecipare a questo rito è obsoleto, invece partire adesso significa ragionare, costruire una proposta. A volte si pensa a un anno in termini lontani, ma in politica un anno non è un tempo così allargato.”

Lei ha un passato e un presente nella sinistra identitaria. Continuerà in questo senso?
“Il richiamo alla Costituzione è il recinto entro il quale intendo muovermi, quello che poi ha portato molta sinistra variegata a prendere posizione. La Costituzione è un ambito dove ci si può riconoscere in quanto mette insieme il concetto di politico e amministrativo, perché l’azione di un amministratore pubblico deve vedere i due aspetti. Non esiste soltanto l’amministrativo, che eppure è la parte preponderante di un sindaco, da cornice deve esserci anche un ideale, un riferimento ad alcuni valori. La Costituzione permette tutto questo.”

Cosa non va nella sinistra a Trezzano?
“Con un gruppo di amici abbiamo analizzato le elezioni nazionali del 4 marzo. Il Pd ha provocato la sconfitta di tutta la sinistra, compresi Liberi e uguali e Potere al popolo, perché ha fatto approvare leggi antipopolari. A Trezzano quella sinistra non sta benissimo tanto che, ad esempio, ci sono state delle defezioni nella lista civica che sostiene il sindaco e anche un elemento di spicco come Nino Russo si è defilato dalla compagine Pd.”

Non sarebbe auspicabile per voi, nel 2019, un’alleanza di tutta la sinistra?
“Una sinistra unita nei programmi, è questo il problema. Altrimenti arriveremo all’appuntamento sparsi, come nel 2014. Il termine unità dovrà diventare un valore.”

Immagino che il suo giudizio sull’amministrazione Bottero sia negativo.
“La critica è insita, altrimenti avrei chiesto un’alleanza diretta con gli attuali amministratori. Ci sono delle cose che sono di pubblico dominio. Mezzo Piano di governo del territorio (Pgt) è stato demolito dagli organi competenti, c’è il problema della Demalena, l’ex cartiera piena di amianto che è ferma da 12 anni e la cui soluzione prospettata non ha prodotto risultati. In generale, gli amministratori dicono: non ci sono soldi, non possiamo far niente, l’aspetto che delude i cittadini-elettori, oppure si giustificano dietro le lungaggini burocratiche. Allora, il problema è ribaltare la situazione e dire alla gente: non si può fare tutto, ci sono delle priorità che vanno evidenziate attraverso un programma da stendere con quante più persone interessate al progetto.”

Quali sono le emergenze che bisogna affrontare a Trezzano?
“Penso subito a traffico e abitazioni. Occorre prospettare la realizzazione di nuove case popolari. Poi dare una prospettiva ai giovani. Parlo di una maggiore attenzione alla scuola sotto il profilo strutturale e alla politica culturale da rilanciare con modalità più efficaci.”

La macchina amministrativa del Comune in passato non ha dato grandi prove di efficienza. L’alto contenzioso rischia di impoverire le casse di per sé non proprio floride. Come ristrutturare l’organizzazione dell’ente?
“Valorizzando innanzitutto le competenze dei dipendenti. Nel Comune vi sono tanti generali e pochi soldati. A memoria ricordo 14 funzionari, un’esagerazione. Occorre trovare un equilibrio attraverso un confronto costruttivo.”

In caso di elezione lascerebbe la dirigenza scolastica?
“Amo il mio lavoro e non ho mai cambiato scuola, perché ho voluto dare continuità all’operato. Certamente dovrei rinunciare all’attuale reggenza in un altro istituto, ma continuerei a fare il dirigente del Franceschi.”

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