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Trezzano, la giunta dedica l’ex piazzale della stazione a Sergio Ramelli: deciso no dell’opposizione

L’inaugurazione della piazza avverrà il 29 aprile 2025, in occasione del cinquantesimo anniversario della sua scomparsa

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Nella foto, Sergio Ramelli, massacrato a soli 19 anni da un commando di Autonomia Operaia

Fratelli d’Italia ha fatto strike. Dopo anni di richieste e polemiche, la giunta di Trezzano sul Naviglio ha approvato una delibera per intitolare una piazza della città a Sergio Ramelli, il militante del Fronte della Gioventù picchiato a morte il 13 marzo 1975 a Milano da esponenti di Avanguardia Operaia e deceduto il 29 aprile dello stesso anno, dopo più di un mese e mezzo di coma profondo.

L’inaugurazione della piazza avverrà il 29 aprile 2025, in occasione del cinquantesimo anniversario della sua scomparsa. A cambiare nome, vista la mancanza di spazi idonei, sarà l’ex piazzale della stazione ferroviara trezzanese. Secondo tutti gli esponenti politici di Fratelli d’Italia, presenti in giunta, la decisione di intitolare la piazza a Sergio Ramelli è un omaggio a un giovane la cui vicenda ha segnato profondamente la storia italiana. Vittima della violenza politica degli anni di piombo, la sua memoria rappresenta un monito contro ogni forma di intolleranza e sopraffazione.

La storia. Il 29 aprile del 1975, dopo quarantasette giorni di agonia, Sergio Ramelli morì all’età di soli 19 anni. La sua unica colpa era quella di essere un esponente dell’allora organizzazione giovanile del MSI, il Fronte della Gioventù. Studente all’Itis Molinari di Milano, aveva redatto un tema dato dal professore di italiano sulla pericolosità delle Brigate Rosse e delle varie sigle che costellavano l’allora galassia di sinistra e di come il Paese stesse scivolando verso una spirale di odio e terrore.

Il tema di Sergio non fu mai corretto dal professore, perché un gruppetto di studenti legati ad Avanguardia Operaia requisì tutti gli scritti e si mise a spulciarli uno a uno. E dopo neanche due ore i fogli protocollo scritti da Ramelli vennero esposti nella bacheca all’entrata della scuola, con quasi tutte le frasi sottolineate e sopra una scritta rossa come il fuoco: “Ecco il tema di un fascista!”. Pochi giorni dopo, il giovane fu aggredito e massacrato.

Ramelli però non è stata l’unica vittima della violenza politica degli anni ’70 e ’80. Sono molti i militanti di destra ma anche di sinistra brutalmente uccisi negli stessi anni. Vite spezzate da una furia cieca che aveva abbandonato il confronto per privilegiare lo scontro. La decisione della giunta trezzanese è destinata a dividere e spaccare ulteriormente la città che già corre su binari diversi.

Infatti, dal Pd è arrivata la presa di posizione del capogruppo in Consiglio comunale Claudio Albini. “Per commentare la decisione della Giunta trezzanese di intitolare una piazza a Sergio Ramelli, ha detto –  riprendo ciò che ho dichiarato in Consiglio comunale. Perché a Sergio Ramelli, esponente della destra post-fascista, e non a Iaio e Fausto o a Claudio Varalli ragazzi di sinistra? Perché una via Sergio Ramelli piuttosto che a tutte le vittime degli anni di piombo? Forse è una questione di narrazione.

“La nostra Costituzione – ha precisato Albini – è orgogliosamente antifascista: cerchiamo di rispettarla, questa narrazione. Sergio Ramelli ha avuto due grandi sfortune. La più grande, quella di essere ammazzato per un tema e per le sue idee. E questo è inconcepibile. La seconda è quella di essere stato identificato come un simbolo delle vittime di estrazione fascista, in un periodo in cui le vittime e i carnefici non avrebbero dovuto avere colore. Sergio è stato una vittima i cui assassini devono essere condannati. Come da condannare sono tutti gli assassini che hanno caratterizzato quegli anni. Pensiamo alle strage di Bologna, dove sono morti dei bambini che stavano semplicemente aspettando un treno. Vittime di mano fascista. Ramelli è un simbolo: un simbolo divisivo. Il Consiglio è sovrano, e ne rispetto la decisione, pur senza condividerla”.

 

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