venerdì - 29 Marzo 2024
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Trezzano, il Consiglio comunale straordinario sui quattro minorenni arrestati si chiude con un nulla di fatto

L’assemblea si è trasformata in una specie di dialogo tra sordi con Bottero e compagnia bella a difendere l’operato di Villa Amantea e la minoranza a chiedere conto delle sue responsabilità su una vicenda che ha sconvolto l’intera comunità trezzanese

bottero-trezzanoSi è tenuto ieri sera il Consiglio comunale straordinario convocato per discutere dell’arresto dei quattro minorenni, profughi di origini egiziane, ospitati nelle strutture assegnate dal Comune di Trezzano alla coop Villa Amantea (guarda lo streaming). Ne è venuto fuori una specie di dialogo tra sordi con Bottero e compagnia bella a difendere l’operato dell’associazione e la minoranza a chiedere conto delle sue responsabilità su una vicenda che ha turbato, se non sconvolto, l’intera comunità trezzanese.

La storia è nota. Ha occupato notevole spazio sui giornali locali e ancor di più su quelli nazionali. È quella dei quattro ragazzi minorenni arrestati lo scorso 11 ottobre dai carabinieri di Trezzano sul Naviglio perché nottetempo lasciavano la casa di accoglienza, una villetta in via Pitagora, gestita dalla coop Villa Amantea, e in branco aggredivano e rapinavano prostitute e i loro clienti. Trezzano spende circa 700mila euro all’anno per l’accoglienza di minori che giungono in Italia da soli. Una parte dei soldi arriva dal ministero dell’Interno, gli altri escono dalle casse comunali.

Sono soldi spesi bene? È una delle domande cui doveva rispondere il sindaco Fabio Bottero che di Villa Amantea, nei primi anni della sua sindacatura, è stato dirigente. Come è possibile che i quattro, tutti 17enni, poi rinchiusi nel carcere di Bologna, secondo i racconti delle donne e dei clienti, apparivano a notte fonda e all’improvviso nei parcheggi dei supermercati dove le persone si appartavano, brandendo mazze da baseball e urlando anche frasi di risentimento verso gli italiani? Dove erano gli educatori, che avrebbero dovuto stare con loro tutti i giorni e, soprattutto, controllarli di notte?

La seduta è stata aperta dal sindaco Bottero che ha messo il dito nella piaga, ma poi non ha detto come e su cosa intervenire. Dopo aver riconosciuto trattarsi di un fatto grave che ha colpito la comunità, si è detto “determinato a lavorare affinché episodi di questo tipo non si verifichino più”. Come? Nessuna proposta concreta è arrivata. Solo promesse di “riflessioni”, di “futuri controlli”. Intanto un nuovo appalto sta per essere bandito. Il progetto di accoglienza dei minori profughi sarà comunque portato avanti, forse con gli stessi protagonisti.

L’assessore Sandra Volpe ha rivelato che i quattro ragazzi accusati di rapina aggravata avevano “il permesso di rientrare alle 23” dalle loro scorribande e poi ha fatto un escursus che ha messo sotto la lente molte problematiche giovanili, talmente generiche che è sembrato un tentativo di distogliere l’attenzione dall’argomento all’ordine del giorno. Accusa rimandata ai mittenti, anche se in termini molto soft.

Il punto vero lo ha ribadito Antonino Puleo secondo il quale la questione verte unicamente sulla mancanza di controllo da parte dei responsabili di Villa Amantea (profumatamente pagati per il loro impegno) sui responsabili delle aggressioni alle prostitute e su quali provvedimenti intende prendere l’amministrazione comunale per porvi rimedio. Stessa richiesta è arrivata da Giuseppe Russomanno che ha messo sotto la lente i rapporti tra il sindaco Bottero e Villa Amantea di cui è stato dirigente, tra Villa Amantea e il comune di Buccinasco che aveva assegnato a Trezzano un bene sequestrato alla mafia sito in via Nearco, in cui per anni ha ospitato dei profughi (circa una decina contemporaneamente).

E a proposito dell’immobile di Buccinasco, lo stesso Russomanno ha chiesto come mai l’amministrazione di quel comune ne abbia revocato il suo utilizzo, subito dopo l’arresto dei quattro ospiti di Trezzano. L’arcano è il risultato di una ispezione a sorpresa fatta dai tecnici dell’Ats, l’azienda regionale che tutela la salute pubblica, nella villetta di via Nearco. I tecnici dovevano verificare se esistevano i “requisiti minimi strutturali e organizzativi per l’autorizzazione al funzionamento dei servizi sociali di accoglienza residenziale per minori”.

L’accertamento ha messo in luce che la struttura e chi la gestiva “non mantiene i requisiti di esercizio previsti dalla legge sulle strutture di accoglienza con finalità educative e sociali, realizzata senza fini di lucro da una famiglia presso la propria abitazione”. In sostanza, i tecnici hanno trovato una volontaria che ha dichiarato di essere “costantemente alla ricerca di una famiglia che potesse gestire la struttura”. I ragazzi ospitati erano quindi privi di qualsiasi controllo notturno e a volte diurno. Dopo la notifica del verbale di ispezione, il sindaco di Buccinasco ha revocato l’assegnazione a Trezzano.

La domanda di Russomanno potrebbe apparire peregrina, ma forse non lo è: “Se a Buccinasco la gestione aveva questo tipo di lacuna, cosa accadeva a Trezzano?” Se a Buccinasco si è verificato un illecito amministrativo come notificato dall’Ats, c’è qualcuno che a Trezzano ha fatto delle verifiche che garantiscano la corretta gestione dei profughi che la città accoglie? Secondo l’assessore Volpe, esiste una commissione, secondo i suoi interlocutori non funziona da anni.

Zina Villa ha puntato l’indice contro Villa Amantea “che va chiamata in causa e verificare se è in grado di gestire questa situazione”. La rappresentante del M5stelle ha chiesto di sospendere il contratto e riflettere prima di affidarle altri ragazzi”. “Il loro progetto è fallito – ha detto Ivano Padovani – perché su sei ragazzi affidategli, quattro sono stati arrestati”. E se non è un fallimento questo?

“Qualcosa è andato storto – ha riconosciuto alla fine l’assessore Volpe – Ma qui non dobbiamo fare un processo a nessuno. Certo va fatta una riflessione, una riflessione che stiamo già facendo. Le regole sono state disattese? Lo verificheremo”. Al momento però è tutto una nebulosa con un unico dato certo: Villa Amantea ha un contratto che scade il prossimo dicembre e che è già pronto un nuovo appalto che probabilmente vincerà, nonostante tutto quel che è successo.

Al Consiglio comunale ha partecipato anche don Gino Rigoldi, presidente onorario di Villa Amantea secondo il quale quando ci si occupa di giovani, questo tipo di incidenti capita molto più spesso di quel che si pensi. “Sarà necessario un grosso esame di coscienza – ha detto – ma se si mettessero criteri restrittivi, si dovrebbero chiudere tutte le comunità di accoglienza”. Così è, se vi pare.

 

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