Una piccola chicca nel mare di notizie, vere o false che siano, che in questi giorni circolano su tv, radio e social: durante l’ultimo Consiglio comunale di Trezzano sul Naviglio, è stata bocciata una mozione pro Assange, il papà di WikiLeaks, il sito di giornalismo d’inchiesta che ha svelato documenti secretati del governo americano su numerosi crimini di guerra commessi dall’esercito di Washington negli anni delle missioni militari in Iraq e Afghanistan.
Un vero pugno tirato nello stomaco di chi della libertà di stampa ha fatto il proprio pane quotidiano. Molti conoscono la vicenda. Dopo la pubblicazione dei documenti, l’esercito Usa ha scatenato una vera e propria caccia all’uomo per far pagare ad Assange quello che considera un vero e proprio tradimento.
Questione di punti di vista. Per le sue rivelazioni, Assange ha ricevuto il plauso di migliaia di persone che ancora credono nel concetto di democrazia oltre a svariati encomi da privati e personalità pubbliche, onorificenze (tra cui il Premio Sam Adams, la Medaglia d’oro per la Pace con la Giustizia dalla Fondazione Sydney Peace, e il Premio per il Giornalismo Martha Gellhorn), ed è stato più volte proposto per il Premio Nobel per la pace per la sua attività di informazione e trasparenza.
Dall’11 aprile 2019, Assange è incarcerato nel Regno Unito, nazione in cui è stato raggiunto da una richiesta di estradizione fatta dagli Stati Uniti. L’accusa? Cospirazione e spionaggio. La sua detenzione è stata definita “arbitraria” dalle stesse Nazioni Unite. In una relazione del 2019 la stessa Onu ha dichiarato che Assange deve essere rilasciato e la sua estradizione deve essere negata, dichiarazione successivamente fatta propria anche dal Consiglio d’Europa.
Tra tutto questo, il 21 aprile scorso, i giudici inglesi della Westminster Magistrates’ Court di Londra hanno emesso l’ordine formale di estradizione negli Usa. Non che potesse cambiare la decisione dei magistrati inglesi, ma per dare un segnale di solidarietà verso il giornalista, il M5stelle di Trezzano aveva presentato una mozione con la quale chiedeva al Consiglio comunale di Trezzano di prendere una posizione.
Orbene, come spesso accade nel gioco delle parti, la maggioranza che governa Trezzano ha deciso di non decidere e al momento della votazione si è astenuta. Ora, tenendo conto che il trasferimento di Assange negli Stati Uniti significherebbe per lui il carcere a vita, senza escludere la pena capitale, non si capisce il perché di una tale scelta. Oltre ai consiglieri di minoranza, l’unico a votare a favore è stato Oliviero Camisani, cui va riconosciuto un minimo di autonomia intellettuale.
Dove andare a cercare il perché dell’astensione? “Personalmente – ha dichiarato a pocketnews.it Luciano Martin, segretario del Pd trezzanese, – Per motivi interni alla maggioranza, non siamo entrati nel merito della questione. Abbiamo lasciato la decisione al gruppo consiliare, per non creare discussioni ed evitare inutili tensioni tra le diverse forze che compongono la maggioranza”.
Dietro una scelta che lascia perplessi, non ci sarebbe quindi un motivo vero e proprio. L’astensione è stata decisa per non turbare il quieto vivere. E i principi? In un territorio in cui ci sono sindaci che mettono all’indice i giornalisti non allineati, forse sarebbe stata apprezzata una presa di posizione più decisa. La libertà di stampa non è un giochino da Pokemon.
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