Le indagini sono partite grazie alla querela di un sacerdote milanese, tartassato dalle telefonate di call center che, con insistenza e toni aggressivi, gli chiedevano il pagamento di bollette insolute relative a contratti di luce e gas da lui mai sottoscritti. L’inchiesta, affidata al Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Milano, ha permesso di coprire un imponente sistema criminale – costituito da due società padovane fornitrici di luce e gas e da numerosi call center con sedi in Italia e in Albania – specializzato in attivazioni fraudolente di contratti per la fornitura di energia, estorsioni e auto riciclaggio dei proventi illeciti. I truffati sono migliaia in tutta Italia, soprattutto in Lombardia.
I raggiri partivano dalle numerose e insistenti telefonate (fatte anche la mattina presto e in tarda serata) con cui venivano raccolti i dati delle vittime, le quali erano convinte di parlare con dipendenti dell’ Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, o di compagnie energetiche con cui avevano stipulato regolari, contratti per la fornitura di luce e gas. Le informazioni venivano raccolte ricorrendo a pretesti come, ad esempio, fantomatici lavori stradali che avevano troncato i cavi elettrici o i tubi del gas e a causa dei quali era necessario attivare temporaneamente un nuovo contratto con un operatore “convenzionato”.
Questi criminali, quando non riuscivano a persuadere la vittima, non rinunciavano. Utilizzavano i dati acquisiti durante le telefonate per attivare ugualmente il contratto apponendo firme false in calce alla documentazione cartacea. In altri casi, quando la procedura di attivazione richiedeva una registrazione vocale, la voce della vittima, registrata durante la telefonata, veniva manipolata ad arte con editor audio o con app di intelligenza artificiale affinché si potessero udire, pronunciati dall’ignaro utente, i necessari dati personali e i vari “sì” in risposta alle domande dell’operatore telefonico incaricato di raccogliere il consenso.
Solo dopo alcuni mesi, le vittime, del tutto inconsapevoli di aver sottoscritto un contratto con una nuova compagnia energetica, si vedevano recapitare salatissimi solleciti di pagamento per bollette non pagate. A quel punto iniziava il calvario delle innumerevoli telefonate, dai toni sempre più aggressivi e intimidatori, con cui sedicenti addetti al recupero crediti richiedevano il pagamento dell’insoluto. In diversi casi, le richieste si trasformavano in vere e proprie estorsioni. Non mancavano nemmeno le minacce: “intanto ti depotenziamo la fornitura elettrica e, se ancora non paghi, ti stacchiamo la corrente”. I toni delle telefonate erano tanto più aggressivi, quanto più le vittime si dimostravano vulnerabili, tra queste, un’anziana donna veneta di 87 anni.
Man mano che le indagini prendevano corpo, gli operatori della Polizia di Stato sono riusciti a individuare circa un migliaio di vittime che ancora non si erano rese conto di essere cadute nella trappola. Molte hanno contribuito al buon esito delle indagini, sporgendo querela o fornendo informazioni utili alla ricostruzione dei fatti. Le perquisizioni disposte dalla Procura di Milano hanno riguardato complessivamente 35 obiettivi, di cui 32 in Italia e 3 in Albania, a Tirana. Nel mirino due sedi operative delle società energetiche padovane (peraltro di recente sanzionate dal Garante della Privacy e dall’Antitrust), 12 sedi di call center (di cui 3 in Albania) e 21 soggetti tra amministratori, commercialisti, consulenti e dipendenti delle società energetiche e di call center.
Durante le perquisizioni sono state ritrovate copie dei falsi contratti oggetto di querela e le relative registrazioni vocali; inoltre, sono state trovate liste aggiornatissime di utenti residenziali, da contattare per la stipula di contratti di luce e gas, talmente corpose da richiedere ragguardevoli risorse informatiche per la gestione e consultazione. Ingenti i guadagni: solo i profitti realizzati nei primi tre mesi del 2023 ammontano a circa 9 milioni di euro.