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Sciopero della scuola: studenti, docenti e genitori uniti nella protesta contro la didattica a distanza

La “Dad” è diventata la triste regola con la pandemia Covid. La protesta di tutti coloro che chiedono di tornare in classe al più presto e di riprendere la didattica dal vivo

scipoero-scuola-11-gennaio-2021Prima il 7 gennaio. Poi la riapertura è stata posticipata all’11. Peccato che solo poche regioni fossero pronte. Infatti, oggi 11 gennaio tornano in classe solo gli studenti di Abruzzo, Toscana e Valle d’Aosta, il resto delle riaperture è stato rimandato. Tutti gli altri, compresi i loro docenti, hanno proclamato lo sciopero. Tutti, ormai sono al limite della sopportazione.

edomotorsbigLe scuole riapriranno, nella maggior parte dei casi, non prima di fine gennaio, in Lombardia il 24 gennaio. Per protestare contro una scelta non condivisa, la Rete degli Studenti Medi ha indetto uno sciopero e, per oggi, ha invitato gli studenti ad astenersi dalla dad. La protesta riguarda soprattutto le scuole medie e superiori. Infatti fino alla prima media le scuole possono restare regolarmente aperte. A meno che non si verifichino casi di positivi e le classi non vadano in quarantena.

Da oggi 11 gennaio quindi ancora oltre 3,6 milioni gli studenti che dovranno continuare ad accontentarsi della dad. Corrispondono al 43% dei circa 8,5 milioni di allievi della scuola italiana. In presenza dal ‘vivo’ studia, cresce e si forma, il restante 57%, pari a circa 4,8 milioni di alunni, secondo i dati di Tuttoscuola.

Cosa vogliono i membri del comitato che raggruppa ragazzi, genitori e docenti ‘no-dad’? “Dare Priorità alla scuola”. Che significa vaccini subito per i prof e screening sanitario per tutta la comunità scolastica. Specialmente i ragazzi degli istituti superiori, i più penalizzati dalla pandemia, non ne possono più di rinvii e promesse non mantenute.

“Scioperiamo – scrivono sul documento che annuncia la mobilitazione – perché vogliamo tornare in una scuola in presenza e la vogliamo ora e in sicurezza: vogliamo essere messi nelle condizioni di tornare nelle nostre aule, fra i nostri banchi, con i nostri compagni e le nostre compagne. Abbiamo bisogno di un piano che risolva le enormi problematiche causate da decenni di tagli e di disinvestimenti”.

“Soprattutto negli ultimi giorni – sottolineano – abbiamo visto ripresentarsi lo schema che ormai va avanti da troppo tempo ci siamo stancati di essere messi in secondo piano, ci siamo stancati di non essere consultati quando si parla del nostro futuro e ci siamo stancati della poca serietà con cui si sta affrontando il rientro”.

“Vogliamo una scuola sicura e vivibile, – concludono – vogliamo un sistema di trasporti funzionante con degli investimenti mirati che possano seriamente sopperire alle mancanze di tutti questi anni, vogliamo un sistema di tracciamenti efficace e vogliamo che si investa per potenziare le pessime connessioni delle scuole. Poco o niente è stato fatto per garantirci i nostri diritti, per garantirci un rientro in presenza sicuro. Non possiamo più permetterci che si parli del destino degli studenti senza i diretti interessati. Ci priviamo un giorno della scuola per non esserne privati mai più”.

Per gli studenti il rientro a scuola è una priorità: pesa la mancanza di contatti e socialità, lo stravolgimento delle loro vite ora ancora più connesse solo virtualmente e l’attesa delle decisioni – che non arrivano e, quando arrivano vengono subito messe in discussione – e l’organizzazione di misure di sicurezza che, idealmente, sarebbero dovute essere pronte già dal mese di settembre.

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