giovedì - 25 Aprile 2024
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Nuovo “Grattacielo” in via Volta, l’assemblea pubblica non chiarisce tutti i dubbi sul progetto

Si è tenuto ieri sera al Centro socio culturale di Trezzano l’incontro organizzato per presentare il nuovo polo residenziale che sorgerà alle spalle della caserma dei carabinieri

Nella foto, il render del nuovo grattacielo di Trezzano, visto da via Volta

Si è tenuta ieri sera l’assemblea pubblica di presentazione del progetto che prevede la costruzione di un nuovo “grattacielo” in via Volta, alle spalle della caserma dei carabinieri di Trezzano sul Naviglio. Assemblea pubblica? Tra addetti ai lavori e politici di lungo corso, di pubblico ce n’era ben poco. Probabilmente non è stata una buona idea organizzarla di mercoledì alle 18 quando molti sono ancora al lavoro o stanno rientrando. Ma tant’è.

Peccato perché il progetto potrebbe segnare l’inizio di una nuova pagina dello sviluppo edilizio urbanistico di Trezzano, specificatamente delle aree oggi occupate da decine di capannoni artigianali che si trovano tra la Nuova Vigevanese e la ferrovia Milano – Mortara. E sì, perché nelle intenzioni dell’amministrazione comunale, questo primo intervento dovrebbe “servire da stimolo ad altri imprenditori ad investire nella zona e trasformare quelli che adesso sono insediamenti produttivi in insediamenti residenziali, commerciali e terziari”.

Non è chiaro, senza una rivoluzione viabilistica dove sarà convogliato il traffico in entrata e in uscita da questi poli residenziali. Intanto c’è la possibilità di costruire. E come detto, il primo passo sarà il “grattacielo” gemello di quello che già sorge in piazza san Lorenzo. A presentarlo ci hanno pensato il sindaco Fabio Bottero, l’ingenere Giorgio Lazzaro e l’architetto Valeria Tarantola.

Va detto che ipotesi di insediamento erano previste già nel 2009, poi sono state inserite del Pgt del 2014 diventato esecutivo nel 2018. Nel 2020 la Green house, una società immobiliare di Milano, ha presentato un progetto che è stato approvato dalla giunta comunale lo scorse metà settembre. Tutto a posto? Forse, perché non mancano alcune precisazioni.

Intanto l’edificio si svilupperà per un’altezza di circa 45 metri (12 piani + super attico) per un totale di 60 appartamenti. Al suo fianco una costruzione più bassa (una decina di metri) destinata al commerciale e ai servizi. Naturalmente tutto eco-friendly, con vasche con pesciolini, grandi aree verdi, parcheggi. Una specie di paradiso, a detta dell’architetto Tarantola, compresso tra la Nuova Vigevanese e via Edison. Ipotesi di spesa: 23milioni di euro.

Nel suo intervento, Fabio Bottero ha sottolineato che quello in discussione è un piano “a cui teniamo molto per ricucire il territorio tra la Vigevanese e la ferrovia”. Dovrebbe essere l’inizio della “mutazione dell’estetica del territorio” trezzanese. Tra le altre “mutazioni”, a scomputo degli oneri di urbanizzazione, la Green house ralizzerà una rotonda all’incrocio tra via Salvini e la strada per Zibido san Giacomo, prodomo della tangenzialina che dovrebbe sfociare in via Castoldi, al quartiere Marchesina.

Quello della Green house non è un regalo. Invece di versare nelle casse comunali 280mila euro, li spende per realizzare lo svincolo. E qui cominciano le prime precisazioni. Il dibattito pubblico, se così si può definire, è stato aperto da un residente che ha chiesto ai tre relatori se hanno verificato l’impatto che avrà il nuovo insediamento sul traffico già tormentato della zona. Se ci si rende conto di voler realizzare un nuovo polo residenziale a un centinaio di metri dalla sede della Brenntag, una delle aziende a più alto rischio incidente d’Europa (commercia in prodotti chimici). A cosa serve una struttura commerciale di piccole dimensioni visto la moria che si registra nel commercio di vicinato.

Le risposte? Poche, ed anche con qualche imbarazzo. In poche parole: il peso del traffico non dovrebbe avere conseguenze, la Brenntag sta riducendo le sue attività a Trezzano, se non ci saranno negozi, le aree saranno destinate ai servizi (uffici e compagnia bella).

Poi è stato il turno dei politici presenti. Con Zina Villa che ha chiesto conto del perché degli aumenti di cubatura concessi e del motivo per cui si è preferito far realizzare dalla stessa Green House la rotonda di via Salvini visto che, incassati i soldi degli oneri, si sarebbe potuto indire una gara di appalto e, magari, risparmiare qualche euro. La stessa Zina ha domandato se, visto il numero di nuove costruzioni che si stanno realizzando a Trezzano, sono previsti interventi in tema di servizi alla città: asili, scuole, centri anziani e quant’altro.

Anche in quest’ambito le risposte sono state vaghe: “non si ritiene servano nuove strutture rispetto a quelle esistenti o previste”. E per lo svincolo, si sarebbe trattato di una scelta “conservativa, visto che un appalto non avrebbe garantito totalmente il comune da eventuali fallimenti dell’azienda vincitrice il bando di gara”. Una risposta che ha lasciato perplessi visto che ormai gli appalti, grandi o piccoli che siano, vengono garantiti da fideiussioni bancarie

In chiusura un’ultima chicca. L’amministrazione comunale avrebbe ottenuto dalla Green house un ulteriore “benefit”: 30mila euro che dovrebbero essere utilizzati per bandire un concorso di idee tra ingegneri e architetti “per ripensare Trezzano e il suo territorio”. Una richiesta che secondo Giuseppe Russomanno, l’amministrazione non aveva alcun titolo per farla. Dal Centro socio culturale, è tutto.

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