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Dal clan Ciulla a Lea Garofalo, nuova vita per la villa sequestrata alla mafia

L’edificio in via Donizetti, a Trezzano, destinato ad “housing sociale” per donne e bambini in difficoltà, sarà inaugurato sabato 4 novembre

Dalla mafia  alle donne con bambini piccoli. Il cerchio si è chiuso sulla villa di via Donizetti 11 confiscata alla criminalità organizzata da oltre 25 anni. Finalmente. Sabato 4 novembre alle 15, la struttura sarà inaugurata. L’immobile apparteneva alla famiglia Ciulla, negli anni Ottanta considerata una delle cosche mafiose più aggressive dell’hinterland milanese. Era stato confiscato nel 1991 e sette anni dopo assegnato al Comune. Sarà ora gestito dalla Cooperativa Sociale Ripari Onlus, che ha vinto una gara predisposta seguendo le disposizioni del Codice Antimafia. La villa è stata ristrutturata grazie a fondi messi a disposizione dalla Regione Lombardia. Vi hanno anche lavorato molti giovani  volontari  dell’associazione  Libera.

La vittoria dello Stato

“Invito tutti i cittadini a partecipare con noi all’inaugurazione di questo bene confiscato – ha dichiarato il sindaco Fabio Bottero – di cui siamo particolarmente orgogliosi ed emozionati. È la vittoria dello Stato sull’illegalità: laddove un tempo viveva una famiglia mafiosa, oggi ospiteremo un progetto di housing sociale di grande valore che ci permetterà di aiutare donne in difficoltà con i loro bambini. E non a caso abbiamo deciso di intitolare questo bene a Lea Garofalo, giovane  mamma  e testimone di giustizia, uccisa nel 2009 a Milano per il coraggio delle sue denunce”.

Inaugurazione con l’antimafia

L’inaugurazione avverrà quindi alla presenza di Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare antimafia e del consigliere regionale Gian Antonio Girelli, presidente della Commissione speciale antimafia di Regione Lombardia e numerosi sindaci del Sud ovest Milanese.  Il cerimoniale sarà curato dall’Associazione Nazionale Carabinieri e dalla Protezione Civile di Trezzano.

Sette stanze

“Nei locali della villa – ha spiegato l’assessore ai Servizi sociali Sandra Volpe – sono state ricavate sette stanze per poter ospitare mamme e bambini in stato di bisogno. Un progetto di inclusione in cui crediamo fortemente per poter accompagnare in un percorso verso l’autonomia famiglie in difficoltà, grazie alla condivisione di spazi e tempi e la guida di  operatori  esperti. Crediamo anche in un lavoro di rete da fare con gli altri Comuni in modo che questa casa possa diventare una risposta ai bisogni del nostro territorio”.

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