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Covid, l’aumento della domanda di tamponi favorisce la speculazione e il boom del “mercato nero”

Con la corsa ai test già in tilt e, con l’emersione di un numero enorme di casi, si rischia un lockdown di fatto, indipendentemente dalla modifica delle regole sulla quarantena

coronavirus“Con Omicron è necessario spingere al massimo le vaccinazioni e i richiami per contenere il sovraccarico degli ospedali perché, con la corsa ai tamponi per inseguire i contagi, il paese è a rischio paralisi”. Non solo. L’aumento della domanda di test favorisce la speculazione e l’espansione del “mercato nero”. L’allarme arriva direttamente dalla Fondazione Gimbe, ente indipendente di monitoraggio sanitario, che, nella settimana 22-28 dicembre, ha registrato un aumento dei nuovi casi in tutte le regioni ad eccezione della provincia di Bolzano. In 45 province si registrano oltre 500 casi per 100 mila abitanti.

L’81,4% della popolazione ha ricevuto almeno una dose, ma le persone non vaccinate sono ancora 9,44 milioni di cui 2,34 milioni di over 50 e 3,42 milioni della fascia 5-11, dove si registrano 93.771 somministrazioni. Nelle ultime due settimane il numero dei tamponi totali è passato da 3.750.804 della settimana 8-14 dicembre a 5.175.977 della settimana 22-28 dicembre (+38%), Con il sistema di testing già in tilt, troppi falsi negativi dei tamponi antigenici e, con l’emersione di un numero enorme di casi, si rischia un lockdown di fatto indipendentemente dalla modifica delle regole sulla quarantena.

«Da due mesi e mezzo – ha dichiarato Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – si rileva un aumento dei nuovi casi, che nell’ultima settimana ha subìto un’ulteriore impennata, superando quota 320 mila, sia per l’aumentata circolazione virale, sia per l’incremento del numero dei tamponi». La media mobile a 7 giorni dei nuovi casi è schizzata da 27.199 del 22 dicembre a 45.753 il 28 dicembre (+68,2%) e il rapporto positivi/persone testate ha raggiunto il 37,8%.

L’aumentata attività di testing, tuttavia, è solo una delle determinanti della crescita dei nuovi casi: dalla seconda metà del mese di dicembre, infatti, si rileva da un lato una vera e propria impennata del tasso di positività dei tamponi antigenici rapidi (la media mobile a 7 giorni è salita dallo 0,8% del 14 dicembre al 2,8% del 28 dicembre) dall’altro un netto aumento del tasso di positività dei tamponi molecolari.

Questi dati dimostrano una notevole crescita della circolazione virale sia per la progressiva espansione della variante Omicron, molto contagiosa, che per l’aumento dei contatti sociali nel periodo delle festività, il cui impatto su ricoveri e decessi sarà visibile nelle prossime settimane. Intante una buona notizia: si registra una notevole riduzione della percentuale dei pazienti ricoverati in area medica e in terapia intensiva sul totale degli attualmente positivi.

È la conseguenza di vari fattori: identificazione di un maggior numero di casi, aumento delle coperture vaccinali e delle terze dosi, aumento del numero delle persone guarite e numero elevato di casi nella fascia 0-11, meno soggetta a forme severe di malattia. Inoltre, nelle prossime settimane, si potrà valutare anche la possibile minor virulenza della variante Omicron.

Al 29 dicembre (aggiornamento ore 06.15) l’81,4% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+234.253 rispetto alla settimana precedente) e il 78,1% ha completato il ciclo vaccinale (+160.368 rispetto alla settimana precedente).  Dei 9,44 milioni di persone che al 28 dicembre non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, 3,42 milioni appartengono alla fascia 5-11 anni che ha iniziato le somministrazioni solo da poco, mentre 2,34 milioni sono over 50 ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione: uno zoccolo duro ormai difficile da scalfire.

«In questa fase della pandemia – ha concluso Cartabellotta – caratterizzata dalla crescente circolazione di una variante estremamente contagiosa tra una popolazione per la maggior parte vaccinata, l’obiettivo primario è di contenere il sovraccarico degli ospedali spingendo al massimo su coperture vaccinali e richiami e limitare la circolazione del virus con mascherine e distanziamento. La corsa ai tamponi senza regole, infatti, presenta diversi “effetti collaterali”»

Quali? Innanzitutto, sovraccarica il sistema di testing dei tamponi molecolari, impedendo di testare con tempistiche adeguate chi ne ha realmente bisogno perché sintomatico o contatto di soggetto a rischio; in secondo luogo, il ricorso sregolato ai tamponi rapidi da parte di soggetti asintomatici contribuisce ad alimentare false sicurezze, vista la probabilità del 30-50% di falsi negativi”.

Infine, l’aumento della domanda favorisce la speculazione e l’espansione del “mercato nero” con aumento dei costi e offerta di pericolose soluzioni low cost. In conclusione, indipendentemente dalla revisione della durata della quarantena, l’emersione di un numero così elevato di casi rischia di paralizzare il Paese con un lockdown di fatto, alimentando peraltro una narrativa distorta dominata dagli altisonanti dati dei contagi e non dal loro reale impatto su ricoveri, terapie intensive e decessi, oltre che su altri esiti di salute non dipendenti da Covid-19.

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