martedì - 19 Marzo 2024
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Cesano: uccise un giovane al bar, giudizio immediato per un albanese di 34 anni residente in città

Deve risponde di omicidio volontario aggravato, lesioni gravi e porto abusivo di arma: la Beretta calibro 6.35 che aveva con se al momento della sparatoria

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Nella foto, la Beretta calibro 6.35 il cui smarrimento era stato denunciato nel 2017 a Como, da un residente che aveva subito un furto nella propria abitazione e, nel riquadro, la vittima della sparatoria

Si chiama Gjinaj Rigels, 34 anni, di nazionalità albanese, residente a Cesano Boscone. Il pubblico ministero Ciro Vittorio Caramore, ha firmato nei giorni scorsi la richiesta di giudizio immediato nei suoi confronti. È accusato di aver ucciso il connazionale Emanuel Rroku di soli 23 anni, durante una lite in un bar di Turbigo, lo scorso 16 settembre.

La festa e la lite

Stando a quanto ricostruito dai carabinieri, Gjinaj e il ventitreenne connazionale non si conoscevano. Il più giovane dei due era nel bar di via Allea, a Turbigo, appunto, insieme ad altre decine di amici per festeggiare un compleanno. All’improvviso una coppia che non faceva parte del gruppo iniziò a litigare furiosamente prima nel locale, poi in strada. Il cesanese era stato invitato al bar dall’uomo che stava aggredendo la compagna. Era in ritardo. Quando giunse in via Allea, vide una decina di persone che, per difendere la donna, avevano circondato il suo amico. Temendo per l’incolumità del suo ospite accerchiato dalla folla agguerrita, Gjinaj esplose un colpo di pistola che colpì al polpaccio un albanese trentenne.

L’aggressione e gli spari

I clienti del bar a quel punto si scagliarono su di lui. Il 34enne stava per soccombere quando dalla sua pistola, una Beretta automatica che impugnava esplosero alcuni colpi. Uno dei proiettili raggiunse Emanuel Rroku alla carotide. Trasportato d’urgenza all’ospedale di Legnano, morì alcune ore più tardi. Anche il suo assassino finì all’ospedale, a Gallarate: era stato massacrato di botte, tanto che in un primo momento il pm Caramore aveva iscritto nel registro degli indagati altri sei albanesi con l’accusa di rissa.

Ex vicini di casa

Le indagini hanno rivelato un particolare. Sino alla sparatoria, vittima e imputato non avevano alcun tipo di frequentazione, ma nel 2011 entrambi abitavano a Turbigo, nella stessa via e a pochi metri di distanza. L’albanese trentaquattrenne deve risponde di omicidio volontario aggravato, lesioni gravi e porto abusivo di arma, la Beretta calibro 6.35 il cui smarrimento era stato denunciato nel 2017 a Como, da un residente che aveva subito un furto nella propria abitazione. Rimane da capire il perchè è andato armato a un appuntamento con i suoi amici.

 

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