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Buccinasco si dà al fotovoltaico e stringe un patto con il Gruppo Cap (che costruirà un impianto al confine con Trezzano)

Stipulata una convenzione per produrre energia pulita. In programma anche l’installazione di pannelli sul palazzo comunale e su alcune scuole

fotovoltaico-gruppo-capUn passo in direzione della produzione di energia pulita è stato compiuto l’altra sera durante l’ultima seduta del consiglio comunale di Buccinasco che ha dato l’ok alla sottoscrizione di una convenzione per realizzare un impianto fotovoltaico su un’area comunale che si trova al confine con Trezzano sul Naviglio. Partner di questa iniziativa è Amiacque società del Gruppo Cap, l’azienda che gestisce le risorse idriche di Città Metropolitana Milano e di mezza Lombardia.

La strategia

Già nel 2020 il Gruppo Cap aveva deciso di investire quasi 7 milioni di euro per dotare 21 siti (17 depuratori e 4 acquedotti) di impianti fotovoltaici per produrre energia pulita nel rispetto dell’ambiente. “L’efficientamento energetico dei nostri impianti passa dall’autoconsumo, ovvero dalla capacità di utilizzare le fonti rinnovabili per produrre in autonomia energia pulita, riducendo l’impatto ambientale – aveva sottolineato allora Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP . Da anni grazie al biogas prodotto dai digestori anaerobici che trasformano i fanghi in energia, contribuiamo ad autoalimentare i nostri impianti. Il fotovoltaico ci permetterà di potenziare il nostro percorso verso la transizione energetica indicata dal nostro Piano di Sostenibilità dove puntiamo a ridurre la nostra carbon footprint del 40%”.

Al confine con Trezzano

L’accordo con il Comune di Buccinasco prevede la concessione di un’area come detto al confine con Trezzano, sulla quale Amiacque realizzerà a sue spese l’impianto che produrrà energia elettrica da utilizzare soprattutto per alimentare il depuratore del Gruppo CAP che sorge proprio nelle immediate vicinanze dell’area messa a disposizione dal Comune. L’energia in più prodotta potrebbe essere venduta sul mercato libero. In una seconda fase lo stesso Comune chiederà il finanziamento regionale per poter sviluppare altri impianti e coinvolgere altri soggetti, anche privati. Uno potrebbe sorgere sul tetto del municipio di via Roma, un secondo su una scuola.

 

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