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Buccinasco si compra un capannone e, tra molti dubbi, lo trasforma in mercato coperto comunale

Il nuovo progetto prenderà vita in via della Resistenza in un immobile che sarà riqualificato e adattato allo scopo. L'opposizione ha abbandonato l'aula perché nella delibera non sono state inserite clausole di salvaguardia a favore del Comune

mercato-copertoDa anni è simbolo di degrado di alcuni angoli di Buccinasco. Prossimamente, il capannone di via della Resistenza 10/12, ritornerà agli antichi, anzi nuovi splendori. Ieri sera, infatti, il Consiglio comunale ha approvato una delibera con la quale l’amministrazione locale si impegna ad acquistarlo per realizzarvi un mercato coperto. Si tratta di un progetto finanziato da Regione Lombardia con un contributo di 630 mila euro. Di questi, 200 mila euro sono destinati alle micro, piccole e medie imprese di Buccinasco per sostenere il commercio locale. Operazione a prima vista ottimale, ma scavando scavando non priva di pericoli.

Non solo alimentari

I vantaggi. Oltre ai banchi di prodotti alimentari, il nuovo mercato coperto ospiterà anche spazi dedicati alla ristorazione “sul modello di analoghe esperienze avviate in Italia e all’estero” come recita il comunicato diffuso questa mattina dall’ufficio stampa del Comune. Il valore del capannone acquistato è di 857 mila euro, per il cinquanta per cento finanziato dalla Regione. Il comune è intervenuto per il restante 50%, poco meno di 500 mila euro.

Il distretto del commercio

“Oggi si compie un ulteriore e fondamentale passo – ha dichiarato Mario Ciccarelli, assessore al Commercio – per realizzare il mercato al coperto a cui lavoriamo da molto tempo: il progetto del Comune di Buccinasco è stato sostenuto dalla Confcommercio, con cui abbiamo creato il Distretto del Commercio per accedere a fondi regionali che abbiamo ottenuto proprio grazie all’eccellenza della nostra proposta. Fin da subito abbiamo pensato al capannone di via della Resistenza: la riqualificazione dell’immobile e l’arrivo di banchi destinati alla vendita di prodotti alimentari e non, l’attività di ristorazione e le proposte di intrattenimento e cultura, faranno cambiare decisamente il volto alla zona e porterà grandi benefici al commercio locale”.

Richiesta ragionevole

I pericoli. L’operazione ha sollevato molte perplessità tra le opposizioni presenti in Consiglio comunale. Innanzitutto sulla cifra reale che dovrebbe costare l’intera operazione: la stima ad oggi del progetto complessivo è di 3 milioni di euro (senza che sia stato fatto alcun concreto Studio di fattibilità tecnico, economico e finanziario). Perplessità anche sull’ opportunità di spendere 857 mila euro per comprare un capannone degli anni ’60 da riqualificare completamente. Per questo motivo è stato proposto di svolgere “valutazioni e indagini ambientali sia sull’immobile, sia sull’area sulla quale insiste”. Visti i precedenti sulle discariche a cielo aperto e non aperto lasciate da operazioni immobiliari degli anni Settanta – Ottanta e Novanta, sembrava una richiesta ragionevole. Così non è stata considerata da Pruiti e compagnia bella.

L’emendamento bocciato

Il centrodestra ha così proposto un emendamento affinché venissero inserite alcune clausole a salvaguardia del Comune e dei suoi cittadini, prevedendo di attribuire le eventuali spese per bonifiche a carico del venditore privato. Proposta bocciata dal centrosinistra. Il centrodestra, allora, ha richiesto che venissero allegati alla delibera (in forma scritta) i pareri dell’Ufficio Ambiente e Urbanistica del Comune (comunicati a voce dal sindaco), in merito alla non utilità di analisi e indagini ambientali preventive.

Il due di picche

L’amministrazione comunale ha risposto con un due di picche. A questo punto tutti i rappresentanti dell’opposizione hanno deciso di abbandonare l’aula “per non partecipare al voto sull’acquisizione di un immobile, ad oggi fatiscente, con i soldi dei cittadini senza una perizia ambientale approfondita che garantisca che sia immune da vizi o altro” così come spiegato in un loro comunicato stampa diffuso questa mattina.

Lezioni del passato

I conti che avrebbero tutelato il comune sono questi: il costo dei carotaggi (stimato in circa lo 0,4% della spesa totale, 20 mila euro), poco di fronte agli 857 mila euro di investimento e avrebbe garantito maggiormente il Comune nel non incorrere in spese impreviste e ingenti per eventuali opere di bonifica che con la Delibera così approvata rischiano di essere a suo carico e di tutti i cittadini. Così come capitato a Buccinasco più e dintorni. Lezioni del passato che a quanto pare non hanno insegnato alcunché.

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