Un bluff in cui molti ci sono cascati. Sul piatto, il concerto di Paki a Rozzano dell’altra sera. Il rapper a inizio settimana aveva annunciato: “Giovedì voglio fare un concerto abusivo. Il giorno che esce il disco. A Rozzano sopra ai palazzoni. Ma abusivo abusivo, che ci arrestino. Voglio suonare tutto il disco in anteprima alle 9 di sera. E poi a mezzanotte esce”. Smargiassate da rapper, perché dopo le furibonde polemiche che hanno coinvolto abitanti, politici locali e regionali, una nota della Questura di Milano ha chiarito i contorni della vicenda.
Che non sono in alcun modo trasgressivi: “ Il concerto di Paki, rapper italiano, – recita una nota di via Fatebenefratelli, – era stato regolarmente preannunciato ed autorizzato dal Comune di Rozzano e da Aler (titolare di alcuni spazi interessati all’evento). I permessi erano stati richiesti dalla casa discografica del cantante”.
Era stato anche predisposto servizio di ordine pubblico con un numero di agenti tra polizia di stato e polizia locale, più che congruo rispetto “agli annunciati partecipanti. Il pubblico, prevalentemente abitanti della zona, è risultato significativamente superiore ma non si sono registrate turbative di ordine pubblico”. In sostanza avrebbero partecipato più spettatori di quanti previsti e questo avrebbe intimorito alcuni.
Qualche abitante si è lamentato. Qualche politico ha tuonato. Come l’assessore alla sicurezza della Regione Lombardia Riccardo De Corato che, lancia in resta, ha denunciato: “Il concerto abusivo del rapper conosciuto col nome di Paky che si è tenuto a Rozzano ieri, era annunciato su tutti i social da un video messaggio dello stesso cantante. Nonostante questo annuncio, che non lasciava spazio a dubbi, le forze dell’ordine non sono state mandate ad impedirne lo svolgimento. Ormai i rapper si comportano da padroni ovunque, arrivando ad occupare abusivamente un’intera piazza, istallando un enorme palco infischiandosene dei regolamenti”.
“Non è ammissibile – ha concluso il suo intervento De Corato – occupare spazi privati o pubblici violando la legge e facendo i propri comodi. In tutte queste tipologie di concerti si abusa di alcolici e sostanze stupefacenti, uno scempio che ha per prime vittime gli stessi ragazzi che vi prendono parte! Cosa aspetta il ministro Lamorgese a intervenire?”
Il problema è che del concerto non c’era alcunché che non andasse, forse qualche spinello di troppo. Aler, Comune, polizia locale e questura erano state informate. Qualche giornale ha abboccato al bluff e quello che doveva essere un evento locale è diventato subito un caso nazionale. La comunicazione è anche questa.
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