È colpa tua! No, è colpa vostra. Volano stracci tra il comune di Corsico e gli altri cinque comuni (Assago, Buccinasco, Cesano Boscone, Cusago e Trezzano sul Naviglio) che fanno parte del Piano di Zona. La decisione di Corsico di non rinnovare la convenzione di programma, oltre ad altri problemi, ha provocato l’interruzione, a partire dal 1° gennaio 2025, dell’assistenza da parte del Cse ai disabili affetti da patologie di gravità medio-lieve residenti nei territori dei sei comuni. La decisione ha creato e sta creando una serie di disagi per chi, purtroppo, vive già in una condizione di fragilità e aderisce ai servizi forniti in forma associata e sovracomunale.
L’attacco frontale
In questi giorni le polemiche si sono sprecate. Con accuse e controaccuse. Un rimpallo di responsabilità poco edificante. In un comunicato diffuso pochi minuti fa dall’ufficio stampa del Piano di zona, l’attacco frontale nei confronti di Corsico e del sindaco Ventura. Un tentativo di fare chiarezza che probabilmente alimenterà il fuoco delle polemiche. “È la prima volta in oltre vent’anni – è l’incipit – che un Comune, su sei, non sottoscrive l’Accordo di programma e, di fatto, si esclude dal Piano di Zona, uno strumento fondamentale per pianificare le politiche sociali e sociosanitarie dell’ambito territoriale del Sud – ovest. Nonostante, infatti, le recenti dichiarazioni rese dal sindaco di Corsico secondo il quale il suo Comune «non intende lasciare il Piano di Zona», rimane invece ufficiale la posizione che lui stesso ha espresso il 13 dicembre scorso. All’atto della votazione dell’Accordo triennale, durante l’Assemblea dei sindaci, ha deciso di esprimere voto contrario e di non sottoscrivere il documento, poiché non ha visto integralmente recepite le proprie proposte, relative a una regolamentazione sul funzionamento”.
Rispetto delle opinioni di tutti
Il comunicato continua: “Sul tema del Regolamento di funzionamento si aprirà a brevissimo – come previsto nell’Accordo di Programma – un tavolo di lavoro per definire le migliori modalità organizzative nel rispetto delle opinioni di tutti i soggetti partecipanti all’Assemblea dei Sindaci sottoscrittori dell’accordo, in piena legittimità e trasparenza, per un triennio che abbia come focus le fragilità di zona e non solo la governance dei voti all’interno dell’Ambito. Il 13 dicembre scorso, sono anche stati ribaditi al sindaco di Corsico e ai suoi funzionari, come già fatto in diversi tavoli tecnici e in altre Assemblee dei sindaci da luglio 2024, la necessità condivisa da tutti i sindaci della predisposizione di un apposito Regolamento di funzionamento e contestualmente sono stati esposti i rischi e le conseguenze della mancata sottoscrizione degli accordi. Tra questi, l’impossibilità di gestire e appaltare per conto di Corsico, salvo specifici accordi da formalizzare, i servizi gestiti in forma associata sovracomunale. Come il Cse (Centro socio educativo).
Minimizzare i disagi a carico dell’utenza
In conclusione l’affondo: “L’’ufficio del Piano di Zona, comunque, per senso di responsabilità ha assicurato anche ai cittadini di Corsico i servizi precedentemente organizzati ed erogati in forma associata, alcuni dei quali – come noto – andranno in scadenza nelle prossime settimane. L’obiettivo è quello di minimizzare i disagi a carico dell’utenza. Situazione differente per la gestione dell’unico Cse (aperto a 15 utenti, di cui 4 corsichesi) presente nell’ambito dei sei Comuni: l’Unità di offerta sociale e l’edificio di via Leonardo da Vinci che ospita il centro diurno sono di proprietà del Comune di Corsico, che, essendo intestatario del servizio, avrebbe dovuto necessariamente occuparsi direttamente della gestione del proprio Cse. Come ha sempre fatto, tranne nel 2024 quando aveva temporaneamente affidato la delega di gestione all’Ufficio di Piano, non avendo la possibilità organizzativa di farlo in proprio. Nonostante le garanzie ricevute sulla volontà del Piano di Zona di definire in tempi brevi la condivisione dei costi e i necessari atti formali con i Comuni di residenza degli utenti, Corsico ha improvvisamente comunicato il 31 dicembre che avrebbe garantito la riapertura del CSE dal 2 gennaio solo per i propri cittadini, escludendo gli altri. Una presa di posizione inaspettata, perché la mancata approvazione dell’Accordo di programma non può in alcun modo comportare delle conseguenze sui disabili del territorio”.
L’auspicio
Sul fronte Cse l’emergenza è rientrata, grazie all’impegno dei cinque Comuni rimasti nel Piano di Zona che hanno approvato in 24 ore, convocando Giunte straordinarie, un accordo bipartisan alle condizioni proposte da Corsico, per tutelare le famiglie fruitrici del servizio. Resta aperto il tema dell’assenza dall’Accordo di programma del Comune di Corsico. L’auspicio dei cinque Comuni è che Corsico riveda la sua decisione, condividendo quanto messo in atto dal Piano di Zona, ovvero una piena visione solidaristica di condivisione dei servizi associati.
Proseguire anche senza Corsico
“Se Corsico non dovesse sottoscrivere l’accordo, – è la conclusione del documento – “Il Piano di Zona proseguirà comunque la propria azione di armonizzazione dell’offerta sociale con i comuni sottoscrittori dell’Accordo di programma, poiché le fragilità e il disagio travalicano i confini territoriali, ma per garantire i servizi a Corsico si dovrà inevitabilmente ricorrere ad atti separati con tempistiche che potrebbero arrecare disagi proprio ai cittadini corsichesi, da cui l’invito a sottoscrivere congiuntamente il documento”.