mercoledì - 22 Maggio 2024
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Strage di Erba: Rosa Bazzi piange per l’ergastolano morto sulla Nuova Vigevanese

La 56enne sta scontando il carcere a vita nel penitenziario di Bollate e, saputo dell’uccisione di Alberti, sarebbe sprofondata nella disperazione più totale

La notizia, se di notizia si può parlare, è stata pubblicata dal settimanale “Giallo” e poi ripresa da “Il Giornale” e dal sito “Dagospia”. La riportiamo per dovere di cronaca: Rosa Bazzi, moglie di Olindo (entrambi autori della strage di Erba), sarebbe stata innamorata di Marco Alberti, l’ergastolano investito e ucciso lo scorso 16 dicembre mentre poco dopo la mezzanotte attraversava la nuova Vigevanese nel tratto che attraversa Corsico.

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Profili da brivido

Si potrebbe parlare di gossip se i protagonisti non fossero quel che sono, o che sono stati.Tutti hanno profili che mettono i brividi. Rosa e Olindo avevano ucciso quattro persone, compreso un bambino, nella cosidetta strage di Erba. Alberti era stato condannato per l’uccisione di Antonio Panazzo, un pregiudicato assassinato con tre colpi di pistola nell’aprile del 1998. Dopo l’omicidio, Alberti aveva bruciato il cadavere della sua vittima e ne aveva occultato i resti in una discarica sotto un cavalcavia in provincia di Verona. Il tipo giusto di cui innamorarsi.

Laboratorio galeotto

Tant’è. La 56enne sta scontando l’ergastolo nel carcere di Bollate e, saputo dell’uccisione di Alberti, sarebbe sprofondata nella disperazione più totale. Il motivo? Rosa aveva riposto in Marco l’affetto svanito nei confronti di Olindo. I due si sarebbero conosciuti quando Rosa aveva iniziato a lavorare come volontaria all’interno del laboratorio del cuoio della sezione maschile del penitenziario di Bollate.  E per poter incontrare il suo nuovo compagno al di fuori dalle sbarre avrebbe chiesto al tribunale di sorveglianza la semilibertà per motivi di lavoro.  Marco Alberti poteva già uscire durante il giorno, con l’obbligo di rientro in carcere in orario serale.  Cosa ci facesse sulla Nuova Vigevanese è un mistero mai svelato.

L’espiazione

L’uomo, che si trovava in semilibertà, come detto è stato travolto ed ucciso da un’autovettura a Corsico. Al momento dell’incidente, stava percorrendo a piedi la statale 494, al semaforo non pedonale installato di fronte al Kiaby. Il suo investitore, un ragazzo di 30 anni, si era fermato a soccorrerlo, ma il suo intervento era stato del tutto inutile. Il 60enne era morto in ospedale a causa delle gravi ferite procurategli dall’impatto con l’auto, espiando in modo definitivo le sue colpe.   

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