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Sequestrato il tesoro di un narcotrafficante: aveva 15milioni di euro nascosti dietro un muro

Gli agenti dell’Antidroga hanno eseguito una serie di perquisizioni in alcuni immobili di proprietà di Massimiliano Cauchi, della sua donna, del padre Giuseppe, e di Carmelo Pennisi, di professione muratore

Colpo grosso della Polizia di Stato che lo scorso fine settimana ha sequestrato il tesoro di un clan di narcotrafficanti facenti capo a Massimiliano Cauchi, considerato uno dei più importanti boss dello spaccio di droga a Milano e nel suo hinterland. Il ritrovamento è avvenuto dopo una serie di perquisizioni ordinate dalla Procura della Repubblica di Milano.

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Poker di malviventi

Nel mirino della Direzione Distrettuale Antimafia c’erano appunto Massimiliano Cauchi, il padre Giuseppe Cauchi, Carmelo Pennisi, di professione muratore, e una quarta persona partecipe attiva, a vario titolo, del  traffico internazionale di hashish gestito da Massimiliano Cauchi nel territorio milanese e in tutto il Centro/Nord Italia.

L’indagine

L’operazione è nata da un’indagine avviata lo scorso 24 settembre 2018, quando i poliziotti della Sezione Antidroga della Squadra Mobile milanese hanno arrestato Fabio Papa per la detenzione di 1.100 Kg. di hashish e 589 gr. di cocaina, ritrovati all’interno di un box in una autorimessa sotterranea tra via Padova e Via Palmanova. La droga era stata nascosta in un’intercapedine costruita ad hoc nel fondo del box.

Vizio di famiglia

Le indagini successive hanno consentito alla Squadra Mobile di ricostruire la struttura dell’organizzazione criminale dei trafficanti che, con base operativa nell’hinterland milanese, aveva organizzato e finanziato l’importazione dell’hashish dal Marocco. In nome di Massimiliano Cauchi, inoltre, era emerso in un’indagine condotta dalla Squadra Mobile di Bologna, culminata proprio a settembre 2018 con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere perché l’indagato era stato ritenuto appartenente a un’associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti.  

Le perquisizioni

Gli investigatori erano convinti che Massimiliano Cauchi, nel corso degli anni di attività nel traffico di stupefacenti, avesse accumulato un ingente patrimonio. Così gli agenti dell’Antidroga   hanno eseguito una serie di perquisizioni in alcuni immobili di Massimiliano Cauchi, della sua donna, del padre Giuseppe Cauchi e di Carmelo Pennisi, che realizzava le opere murarie necessarie ad occultare droga e denaro.

Al Casoretto

In un’abitazione in via Casoretto a Milano, dove dimora Giuseppe Cauchi, i poliziotti, confrontando la planimetria dell’appartamento, hanno notato una serie di particolari che non coincidevano: dietro l’armadio della camera da letto vi erano circa 40 centimetri di differenza tra il documento cartaceo e la condizione reale. Spostato l’armadio, i poliziotti hanno provveduto a demolire il muro che nascondeva.

Il tesoro

Dietro era stata creata un’intercapedine al cui interno gli agenti hanno rinvenuto 28 scatoloni colmi di mazzette di denaro contante, in banconote di vario taglio dai 500 ai 10 €uro, per un valore totale di circa 15 milioni di euro.  Sempre all’interno dell’appartamento, in una cassaforte, i poliziotti hanno ritrovato altre banconote per un valore complessivo di 140.000 euro circa, mentre ulteriori 27.000 €uro sono stati rinvenuti nascosti nel soppalco di un’autofficina nella disponibilità di uno degli indagati. L’intera somma di denaro è stata depositata dalla Polizia di Stato presso la locale sede della Banca d’Italia.

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