L’urbanizzazione influisce sulla presenza di impollinatori e sull’entità di nettare e polline da essi trasportato. È il tema di una ricerca organizzata dall’Università Bicocca che ha ottenuto un risultato sorprendente: Cesano Boscone assieme a Milano, Cuggiono, San Bovio e Vimodrone è sito particolarmente ricco di impollinatori, tra i comuni della Città metropolitana.
La ricerca parte da un assunto: le citta e i loro dintorni sono laboratori di transizione ambientale in grado di restituire informazioni sull’ecosistema e possono dare risposte utili per la pianificazione e gestione di paesaggi urbani più attenti all’ambiente. Lo studio ha il supporto di Regione Lombardia.
Nell’ambito del progetto “Pignoletto”, gli scienziati di Milano-Bicocca si sono focalizzati sull’effetto dell’urbanizzazione del paesaggio e del clima su due gruppi di impollinatori (api selvatiche e sirfidi), sulle risorse floreali a loro disposizione (il nettare utilizzato per l’alimentazione) e anche sul polline trasportato sui loro corpi che serve per impollinare le piante.
Sono stati esaminati 40 siti collocati principalmente nei comuni della città metropolitana di Milano, passando da aree seminaturali a basso impatto ad aree con diversi livelli di edificazioni. Le aree suburbane sono risultate le più ricche. La presenza di impollinatori (api e compagnia bella)ha raggiunto il picco quando il paesaggio era occupato dal 22 per cento di superfici cementate e sono poi diminuite con la crescente urbanizzazione.
Ed è così che si è scoperto che aree particolarmente ricche di impollinatori si sono rivelate, Cesano Boscone, Cuggiono, San Bovio e Vimodrone. Nella città di Milano, invece, siti particolarmente friendly per api e sirfidi sono risultati il parco Nord, il parco Segantini e la Collina dei Ciliegi, in zona Bicocca. A influire negativamente sulla minore presenza di impollinatori non è stata solo la mancanza di verde e di risorse floreali, ma anche il clima locale.
Gli impollinatori sono diminuiti nelle aree più urbane che hanno infatti minime variazioni di temperatura tra la primavera e l’estate, temperatura che si mantiene alta più a lungo rispetto a aree semi urbane o agricole .
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