venerdì - 29 Marzo 2024
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Musella: “Nel «mio» comune si vive bene”

Una famiglia media, ad Assago risparmia almeno 1.200 euro all’anno rispetto a una dello stesso tipo che vive nei comuni limitrofi. Qui non ci sono emergenze. Abbiamo sempre cercato di creare una rete di sostegno alle famiglie e ai più bisognosi

Lei è stato sindaco per cinque legislature prima di questa, non corre il rischio di sovrapporre la sua immagine a quella del comune e viceversa?
“Non c’è alcun pericolo di sovrapposizione di immagine. Io non sono come Napoleone che diceva: “La Francia sono io”. In realtà, nei piccoli comuni è difficile trovare persone che si dedicano alla politica con passione e, soprattutto, con competenza. Comunque, i miei due ultimi mandati sono davvero gli ultimi. Dopo ci sarà spazio per altre figure”.

Eletto per la prima volta nel 1985, ha ricoperto la carica per 19 anni fino al 2004 poi, dopo un’interruzione è tornato in sella: non si è stancato?
“Un po’ di stanchezza c’è. Ho speso tanto, in termini di energie e tempo, per governare questo comune. Sono qui da tanto tempo che lo considero come fosse casa mia, lo curo con la stessa attenzione e lo stesso affetto”.

Ha già individuato il suo successore e cosa devono aspettare i suoi avversari politici per amministrare il comune?
“Non ho individuato alcun successore. L’importante è che arrivi qualcuno che viva l’amministrazione del comune con le mie stesse sensazioni, mantenendo l’alto livello dei servizi. Io posso solo augurare che vinca il migliore”.

Lei è stato consigliere provinciale della Provincia di Milano, perché non ha mai tentato l’avventura nella politica nazionale? Aveva voti e anche il physique du rôle…
“Sono capogruppo della lista di centrodestra dell’area metropolitana. Ho avuto occasione, nel ’94, di candidarmi alle politiche, ma ci ho rinunciato per coerenza: non volevo correre in una compagine che aveva come alleato il Movimento Sociale di Fini. Quel treno non è più ripassato, ma non me ne pento.” 

Mi indica quali sono tre emergenze che affliggono Assago?

“Emergenze? Direi che non ci sono emergenze. Abbiamo sempre cercato di creare una rete di sostegno alle famiglie e ai più bisognosi. Abbiamo, per esempio, la Social card, oppure sosteniamo, con un contributo per l’abbonamento, studenti e anziani pendolari. Una famiglia media, ad Assago risparmia almeno 1.200 euro all’anno rispetto a una dello stesso tipo che vive nei comuni limitrofi. Le mense qui costano la metà rispetto a quel che si paga in altri comuni della provincia di Milano. Gli unici ambiti sui quali c’è attenzione sono il sostegno a famiglie che hanno perso il lavoro e  la mancanza stessa di lavoro. Per questo motivo abbiamo istituito un fondo di solidarietà. Qui si vive bene. Assago gode di buona fama, ha scuole eccellenti, servizi eccellenti e una bassa tassazione. Molti da fuori vogliono venire qua, purtroppo se le richieste dovessero crescere ulteriormente saremo costretti a garantire i servizi soprattutto ai residenti”.

Parliamo di mobilità e viabilità. Lei è stato anche presidente del consorzio trasporti del Sud ovest di Milano. Può spiegare perché ancora oggi il trasporto pubblico trasversale, soprattutto quello di attraversamento degli assi per il capoluogo, è così carente. In molti casi, per raggiungere un comune dall’altro bisogna andare prima a Milano e poi prendere altri mezzi per arrivare a destinazione?
“È un vecchio discorso e tutto dipende da Milano che è sorda alle richieste dei comuni dell’hinterland. Basti pensare che i capolinea della metropolitana di Assago e di Rho sono gli unici due tratti extraurbani e questo incide negativamente sull’intera economia del milanese”.

Se non sbaglio, negli anni ’90 c’era il progetto di servizi metropolitani che andassero in profondità in questo territorio. Che fine hanno fatto?
“Milano ha sempre fatto la voce grossa con il Ministero dei trasporti e ha concentrato sulle sue esigenze molte, se non tutte, le risorse disponibili. Così tutti i benefici si sono concentrati sul capoluogo a discapito dell’hinterland. È stato un errore. In questo modo si sono creati cittadini di seria A e cittadini di serie B. Mi auguro che con l’entrata a regime dell’area metropolitana si riesca a ristabilire un equilibrio soddisfacente, o almeno a progettarlo”.

Anche l’idea della linea metropolitana che colleghi tutti i comuni della prima cintura metropolitana è stata accantonata?
“Anche quella. Eppure sarebbe la soluzione giusta anche per risolvere i problemi di Milano per quanto riguarda inquinamento atmosferico, acustico e viabilistico. Una linea metropolitana circolare sul modello di quelle londinesi e non saremmo più costretti a chiudere al traffico il centro di Milano e quello dei comuni limitrofi”.

A proposito di traffico, la direttrice Assago Buccinasco è perennemente intasata. Che fine ha fatto il progetto della costruzione di una nuova bretella che colleghi i due comuni? Si era parlato di una strada a due corsie con pista ciclabile che sarebbe partita da Buccinasco Più verso Milano in mezzo ai campi, avrebbe girato sopra il lago di Assago e sarebbe tornata verso via dei Caduti?
“Se si fosse costruita quella che dal ponte di Inganni avrebbe portato al quartiere Fornace, adesso non avremmo questo problema. Ad Assago avevamo le risorse per finanziare il nostro tratto, ma Buccinasco non si è detta disponibile. È evidente che aveva altre mire sui terreni che sarebbero stati attraversati da quella strada”.

Secondo gli oppositori di quel progetto portare la strada a nord del lago di Assago è non solo inutile, ma separa un’ampia fetta di terreni agricoli dal resto del Parco Sud verso Milano. Sarebbe un ulteriore tentativo di creare le condizioni per favorire la speculazione edilizia…
“Non è vero. Il Parco Sud avrebbe tutelato quelle aree come già fa. L’alternativa però è questa situazione di perenne disagio provocato dal traffico”.

Dal 1992, per ogni bambino nato e residente, il Comune di Assago ha messo a dimora un albero. Quanti alberi saranno messi a dimora quest’anno e quanti ne sono stati piantati sin ora?
“In totale ne abbiamo piantumati 2150, quest’anno ne piantumeremo un centinaio”.

Avete creato un bosco o che cosa?
“Gli interventi interessano diverse aree del comune. In percentuale ne abbiamo piantumati 268 per ogni chilometro quadrato.  Si dice che in Italia, la natalità sia a crescita zero. Ad Assago non è così. Qui i bambini nascono e crescono bene”.

Al comune sono stati assegnati 194 bonus acqua che saranno destinati ai cittadini e alle famiglie in difficoltà, intestatari di una fornitura idrica. Fa specie leggere una notizia di questo tipo, visto quel che lei dice di Assago. Ci sono davvero nuclei familiari che qui vivono con meno di 6.700 euro all’anno?
“Quei bonus saranno assegnati a pensionati che vivono nelle case comunali. Per loro rimane comunque un aiuto, un contributo ad affrontare una situazione non certo facile”.

Corsico, Cesano, Buccinasco sono periodicamente investiti da polemiche che riguardano i rapporti tra politica e criminalità. Assago, in passato ha avuto tra i suoi residenti personaggi della ‘ndrangheta. Qual è oggi la situazione?
“In passato abbiamo avuto come ospiti non molto graditi i Papalia e ancora più lontano nel tempo, gli Epaminonda. Oggi questi personaggi non ci sono più. Assago vive le stesse preoccupazioni che derivano dalla microcriminalità, le stesse che affliggono tutti i comuni di prima fascia della cintura metropolitana milanese: spaccio, vandalismo, furti. La criminalità organizzata sembra essere sparita”.

Ad Assago la criminalità organizzata è in sonno oppure il comune è un’isola felice in un mare in tempesta?
“Non saprei, se è in sonno. Di sicuro so che non viviamo situazioni come quelle di Corsico, Buccinasco e Cesano Boscone”.

In Lombardia sono stati confiscati alla criminalità 1435 beni immobili e 249 aziende. Qual è la situazione nel suo territorio?
“Dei due immobili confiscati, uno è stato assegnato alla protezione civile, l’altro alla Caritas”.

Le categorie economiche maggiormente a rischio di infiltrazione da parte della criminalità organizzata, secondo la Commissione Antimafia, sono “le costruzioni edili attraverso piccole aziende a non elevato contenuto tecnologico, che si avvalgono della compiacenza di assessori e amministratori locali amici e si infiltrano negli appalti pubblici”. Quali sono le precauzioni che bisognerebbe prendere per evitare questo tipo di tentazioni?
“O si adotta il sistema in vigore negli Stati Uniti, in cui il sindaco è anche capo dei servizi di sicurezza locali, oppure non abbiamo alcun potere. Il prefetto è delegato dallo Stato a svolgere queste funzioni. Il problema è che il prefetto ha poche antenne sul territorio e non sempre si attivano con la tempestività necessaria a prevenire qualsiasi tipo di infiltrazione, sia di tipo economico, sia di tipo criminale”.
 
Che cosa farà al termine del suo mandato?
“Mi occuperò a livello politico dell’area metropolitana, ma non smetterò di vigilare sul comune. So già che mi darò da fare per garantire la continuità dei servizi, di tutte le cose buone che abbiamo fatto, cose che hanno avuto riscontro positivo tra i residenti, visto che mi hanno eletto così tante volte”.

È una minaccia?
“No, solo una certezza”.

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