Ormai la dichiarazione di guerra è stata firmata. Da una parte l’Aler che sta inviando centinaia di lettere di sfratto o di richiesta di adeguamento dei contratti, dall’altro gli inquilini che si stanno organizzano e intendono promuovere un’azione legale collettiva che riconosca i propri diritti.
A coordinare l’azione legale è la Libas, l’associazione consumatori di Rozzano, città che conta oltre seimila (6.000) appartamenti Aler, il numero più alto di tutta l’Italia. Ma l’operazione interessa anche gli inquilini Aler di Cesano Boscone, di Corsico e di tutti i comuni che hanno edifici di edilizia pubblica di proprietà dell’ex Iacp.
Per aderire all’iniziativa, alla Libas serve una serie di documenti: il contratto originale d’affitto, i bollettini di conto corrente postale premarcati (o simili) dove è bene in vista la dicitura “Affitto o riscatto”, buste paghe contenenti il prelievo Gescal acronimo di Gestione case dei lavoratori.
Sotttolinea Francesco Belluscio, presidente dell’associazione consumatori: “Per l’occasione vogliamo anche ribadire e rilanciare la questione sollevata presso il Ministero dello sviluppo economico, titolare di un conto/deposito con oltre 1 miliardo di euro dovuti propri ai prelievi del fondo Gescal ed ancora non utilizzati, divisi per regioni, tra cui la Lombardia che avrebbe una dotazione di ben 81 milioni .
Belluscio punta l’indice sull’’annunciato piano del sindaco di Rozzano, Gianni Ferretti, sulla rigenerazione urbana del centro cittadino (case Aler) e alla sua richiesta al Governo Draghi di uno “Status speciale” per Rozzano che possiede la maggior concentrazione di alloggi popolari d’Italia.
“Tutto questo – denuncia – non può esulare dal diritto degli inquilini sul riscatto degli stessi alloggi, costruiti con il contributo dei lavoratori sin dall’inizio della costituzione del Fondo Gescal e parliamo degli anni 60/70 dopo la cancellazione di Ina -Casa (Governo Fanfani)”.
“Come vede – è l’affondo – siamo in una situazione in cui il “Patto sociale” è stato dimenticato e violato, un patto garantito e rivendicato anche grazie all’art.47 della Costituzione italiana. Durante questi anni, politiche abitative e giochi politici hanno fatto perdere per strada e sospeso il diritto insito nel patto sociale su cui si basava il prelievo Gescal, che ha lasciato in donazione al Ministero una montagna di denaro che potrebbe se usato scientemente potrebbe soddisfare la richiesta di casa a Milano e in Lombardia e rigenerare tessuti urbani fatiscenti come quello di Rozzano e degli altri comuni a grande densità Aler”.
L’obiettivo dell’azione legale promossa dalla Libas è far rispettare il diritto all’abitazione attraverso il riscatto naturale dopo 25 o 30 anni di pagamento dell’affitto. Oggi invece ci sono persone che pagano da più di 50 anni e non si vedono “restituire” la propria casa.
“Noi non ci stiamo – conclude Belluscio – e porteremo nella giuste sedi pubbliche e giuridiche questa rivendicazione del diritto degli inquilini Aler. Ci penseranno i giudici a fare giustizia”.
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Vi stà bene!
Così imparate a non dare le case ha genitori che lavorano,io è dal 2012 in lista… ragazze madre… e ogni volta mi respingono la domanda con motivazioni stupide,giusto per non darmela con tutte le case vuote sfitte a Milano. Come me migliaia di persone.
Quindi vi stà bene che non pagano,fanno bene.
Meritate solo questo!!
hai ragione cara donna chj paga fuori chj non paga forse andra fuori ci sono combinazioni strane nel convento aler persone assunte a 60