martedì - 16 Aprile 2024
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La commissione antimafia spacca il Consiglio comunale e la minoranza abbandona l’aula

Trezzano per anni è stata considerata terra di grande mafia, visto che qui ci abitavano e ci abitano famiglie con cognomi che hanno rappresentato il gotha della criminalità organizzata siciliana

Consiglio-comunale-Trezzano-sul-Naviglio-opposizione-abbandona-l'aulaDoveva essere una seduta di consiglio ordinaria (in discussione l’approvazione del bilancio consuntivo e l’ipotesi della istituzione di una commissione antimafia), si è trasformata nell’ennesimo scontro tra maggioranza e minoranza sul modo di gestire e rappresentare le istituzioni. E dopo l’ennesimo e perentorio no!, la minoranza ha abbandonato l’aula lasciando la maggioranza senza il suo naturale (in democrazia) interlocutore.

birrificio barba d'oroÈ accaduto ieri sera al Consiglio comunale di Trezzano. Non è la prima volta che capita e, forse, non sarà l’ultima. Di certo è servito a scavare un solco ancora più profondo tra chi detiene il potere e decide di esercitarlo come meglio crede e chi tenta di svolgere il proprio ruolo di controllo e, forse, di fatto, gli viene impedito.

La seduta si è aperta con la discussione del bilancio consuntivo. Relazione del sindaco su quanto di bello e buono è stato fatto durante l’ultimo anno, soldi spesi, mutui, operazioni varie. Votazione. La maggioranza convinta di aver operato bene approva, la minoranza no! Nel bilancio ci sono iniziative che non ha condiviso e perciò ribadisce la sua contrarietà. Tutto normale.

La deflagrazione avviene su una mozione con la quale il M5S ha da tempo richiesto l’istituzione di una commissione antimafia locale. Ne esistono a Corsico, a Buccinasco, a Rozzano. Trezzano per anni è stata considerata terra di grande mafia, visto che qui ci abitavano e ci abitano famiglie con cognomi che hanno rappresentato il gotha della criminalità organizzata siciliana. È vero che la loro presenza passa inosservata, ma stare all’erta è un dovere.

topcar service cusagoLa storia della commissione antimafia a Trezzano comincia nella scorsa legislatura quando Giuseppe Russomanno per due volte propose la sua istituzione. L’iniziativa fu bocciata. Una proposta analoga è stata protocollata in questa legislatura da Villa Zina. Questa volta, dopo le solite schermaglie da Consiglio, nel febbraio 2020 fu approvato un documento che delegava alla Commissione Istituzionale il compito di studiare il problema e di formulare delle proposte, tenendo conto che l’orientamento della maggioranza era ed è favorevole alla istituzione di una commissione antimafia sovracomunale.

Ieri è arrivata in Consiglio la proposta della “Costituzione della commissione intercomunale antimafia e tutela ambientale” nella quale si riconosce che la Lombardia è una regione storicamente infiltrata dalla criminalità organizzata” “che è necessario tenere sempre alta l’attenzione nei confronti dei fenomeni di infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico e sociale”, che “l’infiltrazione mafiosa è da combattere anche a livello amministrativo, culturale e politico” e che “la lotta alla mafia, non avendo colore politico, necessita del più largo consenso di tutte le forze politiche, anche a livello sovra comunale”.

Secondo il progetto della maggioranza, confermato dal sindaco durante la discussione in aula, infatti, in quest’ambito è necessario “coinvolgere il territorio, attraverso uno scambio di informazioni e ad una continua interazione con le Guardie Ecologiche volontarie, esperti in materia, Polizie Locali, nonché attraverso la collaborazione con le Amministrazioni comunali dei singoli Enti Locali, con la Commissione Antimafia Regionale e con la Commissione Antimafia del Comune di Milano”.

Di una commissione antimafia locale, indispensabile per Villa Zina, Ghilardi, Russomanno e Padovani, una commissione che affronti i problemi di Trezzano non c’è alcuna traccia. Ma lo scontro non è arrivato su questo punto. II rappresentanti della minoranza hanno dichiarato di essere disponibili ad approvare il documento, al limite rimandando a un secondo momento l’approfondimento sulla commissione locale.

La rottura è arrivata sulle regole per la rappresentanza. Per sindaco e maggioranza, presidente e consigliere dovranno essere indicati dal consiglio comunale (avendo i numeri potrebbe indicare chiunque), per l’opposizione, il nome del loro rappresentante dovrebbe essere una prerogativa esclusiva della minoranza.

victoryfashion-webOgni tentativo di arrivare a una sintesi è naufragato sull’intransigenza di entrambi i fronti. Da parte della maggioranza c’è stato un tentativo di accontentare l’opposizione assegnandole un’ulteriore rappresentanza nella Commissione trasparenza già retta da Antonino Puleo espressione della minoranza. Nulla da fare. Lo scontro è durato sino a quando i consiglieri di minoranza si sono alzati dai loro scranni e hanno abbandonato l’aula.

Durissime le parole di Villa Zina: “Noi abbiamo proposto la commissione, noi abbiamo lavorato per la sua costituzione. Ci andrebbe bene anche la commissione sovracomunale se si facesse anche quella locale, ma non possono toglierci la dignità di indicare il nostro rappresentante”.

Ancor più dura la presa di posizione di Giorgio Ghilardi: “I veri nemici della mafia operano con unita di intenti e non accettano di delegare la loro coscienza a una maggioranza che su questi argomenti cerca l’unità, pensando che l’opposizione sia disponibile ad accettare di dare una delega in bianco a chicchessia su un argomento così sensibile per le coscienze cittadine”.

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1 commento

  1. È un argomento ostico. Basti pensare che il fratello di Peppino Impastato ritiene che solo la Sinistra possa parlare di antimafia e che la mafia è a Destra

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