giovedì, Ottobre 30, 2025
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È ufficiale: bloccati i lavori del recupero della vecchia stazione ferroviaria di Corsico

Lo stop imposto dall’ufficio edilizia privata. Il mistero dell’improvviso cambio del direttore dei lavori: nominato un geometra al posto dell’architetto titolare

Nella foto, il cantiere della vecchia stazione di Corsico, i cui lavori di ristrutturazione sono stati sospesi

Adesso è ufficiale. I lavori per la ristrutturazione della vecchia stazione di Corsico sono stati sospesi. A imporre l’alt al cantiere, un’ ordinanza dell’ufficio edilizia privata comunale emessa lo scorso 10 marzo, sottoscritta dal dirigente Vincenzo Bongiovanni.

Il motivo? Alla documentazione allegata per ottenere l’autorizzazione dei lavori, sono state riscontrate “diverse carenze documentali tra cui la necessaria autorizzazione di competenza della Soprintendenza Archeologica, belle arti e paesaggi della Città metropolitana”.

In sostanza, essendo la stazione un edificio con pregi architettonici e storici, per eseguire qualsiasi lavoro è necessario avere l’ok della soprintendenza.  Guardando l’immagine pubblicata qui in alto, si nota subito che la struttura non ha nulla delle caratteristiche del vecchio edificio. Sparito l’abbaino, sparita la scritta CORSICO sulla facciata laterale, sparite le finestre ad arco.

Destinatari dell’ordinanza che ha imposto lo stop al cantiere, la Fondazione Fratelli di San Francesco, onlus milanese, che si occupa di assistenza a poveri e immigrati; alle Ferrovie dello Stato, proprietario dell’immobile; al direttore dei lavori architetto Stefano Bisaro e alla Tg costruzioni, l’impresa che materialmente si occupa dell’intervento edilizio.

Così il mistero che da anni circonda la vecchia stazione ferroviaria di Corsico si infittisce di nuovo. Alcni aspetti appaiono paradossali. Dopo anni di abbandono, la stazione, uno splendido edificio di inizio ‘900, sembrava destinata a nuova vita. I lavori, iniziati lo scorso 19 ottobre, sembravano ultimati l’edificio pronto all’uso. Invece non è così. almeno per il momento.

La palazzina è di proprietà delle Ferrovie dello Stato. Era stata affidata in comodato d’uso, grazie a una convenzione sottoscritta poco più di un anno fa, alla Fondazione Fratelli di San Francesco d’Assisi, una onlus che da anni opera nel sociale. La onlus, anzi il suo fondatore, ha un passato con qualche nube che l’accompagna sin dalla sua nascita (sull’edizione di domani di pocketnews.it  forniremo maggiori dettagli).

Sulla destinazione finale della vecchia stazione, in questi mesi, c’è stata una specie di gioco dell’oca. Dalla fondazione non è mai stato comunicato alcunché. Dal comune di Corsico, nel gennaio dell’anno scorso il sindaco Stefano Ventura aveva dichiarato al nostro giornale “Quale sia il progetto è giusto che sia la Fondazione San Francesco a rivelarlo. Come responsabile dell’amministrazione comunale non posso che rilevare come quello fosse un luogo degradato che grazie alla Fondazione viene recuperato”.

Adesso è la stessa amministrazione che ha imposto l’alt e chiesto alla Soprintendenza di intervenire e chiarire se i lavori fatti rispettano le caratteristiche storiche architettoniche dell’edificio. Non è l’unico aspetto da chiarire. Dopo aver più volte richiesto l’integrazione della documentazione (mai effettuata), per eseguire dei sopralluoghi all’interno del cantiere, l’ufficio edilizia privata aveva fissato un appuntamento con il direttore dei lavori, l’architetto Bisaro.

L’incontro era stato fissato per l’appena trascorso 2 marzo. Qui scatta un altro mistero. O un altro paradosso, fate voi. Il primo marzo all’ufficio protocollo del comune sono arrivate due Pec. La prima del direttore dei lavori che confermava l’incontro, la seconda della Fondazione Fratelli di San Francesco che comunicava il cambio del professionista a capo dell’intera operazione edilizia. Il motivo? Mai saputo. Si sa solo che al posto dell’ingegnere era stato nominato un geometra.

Il 10 marzo, l’ufficio edilizia privata del Comune ha comunicato alla stessa Fondazione che la richiesta del cambio del direttore dei lavori era inammissibile per due motivi: primo non era avvenuta mediante il portale telematico dedicato dalla pubblica amministrazione a questioni di questo tipo, il secondo perché è impossibile nominare direttore dei lavori un geometra in contrasto con le norme che regolano la professione di ingegneri e architetti.

Così, scoperto che i lavori eseguiti sono soggetti al rilascio dell’autorizzazione della soprintendenza perché l’immobile ha dei vincoli, autorizzazione che manca nel fascicolo depositato in Comune, si è imposto l’alt ai lavori. Con un avvertimento. Se entro 45 giorni la soprintendenza non avrà sciolto le riserve e dato l’ok, lo stop diventerà definitivo. Intanto la Polizia locale sorveglierà che, nel frattempo, il cantiere rimanga chiuso.

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