
L’iniziativa ha coinvolto sette uomini tra i 55 e i 70 anni, con difficoltà cognitive medio-lievi e 15 carcerati, italiani e stranieri
Il progetto è unico nel suo genere. Si chiama “Legami in Opera” e ha messo in relazione disabili e detenuti con un obiettivo: l’inclusione sociale di entrambi i gruppi. Promotori dell’iniziativa, la Fondazione Sacra Famiglia che da tempo immemore si prende cura delle persone con fragilità e disabilità fisiche, psicologiche e sociali e l’Associazione in Opera della prigione di Opera.
Gomito a gomito
L’iniziativa ha coinvolto sette uomini tra i 55 e i 70 anni, con difficoltà cognitive medio-lievi e 15 detenuti, italiani e stranieri (il più giovane di 23 anni e il più anziano di 65). L’obiettivo? Realizzare insieme una serie di strumenti musicali. Per tre mesi i due gruppi hanno lavorato gomito a gomito.
Vita comune
Durante gli incontri (con frequenza settimanale) le fragilità di ciascuno sono diventate occasioni di esperienza e vita comune, l’iniziale “distanza” tra disabili e carcerati si è dissolta sostituita da canzoni, lavoro condiviso e nuove amicizie. Gli strumenti così ottenuti sono stati poi utilizzati durante il recital di Natale di Sacra Famiglia.
Barriere superate
“Siamo molto orgogliosi di aver partecipato a questo progetto – ha commentato Barbara Migliavacca, responsabile dell’iniziativa – i detenuti hanno vissuto l’esperienza in maniera positiva e gli ospiti sono riusciti, grazie all’aiuto di questi nuovi amici, a creare strumenti musicali belli e vivi. Ogni barriera o prigione fisica, psichica e sociale è stata superata insieme nella solidarietà”. Visto il successo, in primavera si ricomincia.
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