È come aver nascosto la polvere sotto il tappeto buono del salotto di casa. Poi, quando, il calpestio rivela quel che è celato, allora si promette di correre ai ripari e di avviare un’operazione di pulizia generale. E visto che Pasqua si avvicina c’è da sperare che si faccia sul serio. Qui si sta parlando del sottoponte di Viale Liberazione, a Corsico. Abbandonato da anni, è ricettacolo di rifiuti: elettrodomestici guasti, sacchi di spazzatura che chissà cosa nascondono, mobili in disuso. Sino a qualche tempo fa, ospitava fantasmi senza dimora, quelli privi di un tetto, che trovano asilo nelle pieghe più sofferenti della città.
Sgomberati i senzatetto, e rinforzati con porte di ferro gli accessi, si pensava che i locali ricavati sotto la struttura potessero essere riqualificati. Magari trasformati in luoghi di aggregazione. Ci sono spazi per centinaia di metri quadrati suddivisi su due piani. Se ne potrebbe ricavare qualunque cosa. Magari alloggi d’emergenza, una biblioteca, un centro sociale, un bar alternativo. Invece niente. Almeno sinora.
Le scorse settimane è scoppiato un incendio che ha interessato parte dei rifiuti. L’intera zona si è svegliata respirando puzza di plastica bruciata. È andata bene perché le fiamme erano circoscritte. Secondo Corrado Cadamosto, corsichese di lungo corso, che ha segnalato alla redazione lo stato di degrado del sottoponte, qualcuno o forse più di qualcuno, ha preso l’abitudine di utilizzare quegli spazi per gettare i rifiuti derivanti probabilmente dallo sgombero di cantine e garage. Li gettano lì invece di portarli in discarica dove devono pagare una tassa per usufruire del servizio di smaltimento.
Il punto è nascosto, vi si accede da strade secondarie come quelle sull’Alzaia Trieste e si presta a fare da paravento a qualunque tipo di inquinamento ambientale. Dura da anni. I rifiuti accumulati, come detto, qualche tempo fa hanno anche preso fuoco. Forse sarebbe meglio dire che qualcuno ha dato loro fuoco. L’episodio si inserisce bene, infatti, nello scenario che si crea in queste situazioni. Infatti, quando i locali, o i capannoni abbandonati, si riempiono troppo di rifiuti, chi li usa come discarica li incendia per diminuire l’ingombro e continuare il riempimento. La terra dei fuochi è nata in questo modo, senza che nessuno controllasse cosa stava succedendo.
Non c’è da scherzare. Se l’accumulo dei rifiuti continuasse e scoppiasse in incendio di più grandi proporzioni, il ponte di viale Liberazione potrebbe essere danneggiato in modo devastante e correrebbe il rischio di essere chiuso totalmente. Dove andrebbero le migliaia di auto che ogni giorno lo attraversano? Allora sì che le polemiche sul traffico che lo ha intasato in questi giorni sembrerebbero uno scambio di cortesie tra perpetue di parrocchie affini. È stato quindi chiesto al comune di Corsico, dall’autore di questo articolo, se era al corrente della situazione e se pensava di fare qualcosa, o se c’era un progetto di riqualificazione di quei locali in modo da renderli meno appetibili per certe operazioni.
Miracolo. C’è qualcuno che non crede alle coincidenze? Dal comune hanno risposto questa mattina dicendo che l’’intervento di rimozione dei materiali e dello smaltimento è concordato tra Amsa e l’azienda che sta eseguendo i lavori di ripristino del ponte. “Sono ripristini che sono stati inseriti all’interno del capitolato – è la tesi di via Roma-. Oggi c’è stato un sopralluogo per definire le modalità e il Comune, in sinergia con l’operatore che lavora ai ripristini del ponte e Amsa, sta lavorando affinché si possa riportare il decoro in quell’area al più presto.” Siamo vicini a Pasqua, le pulizie primaverili sono un dovere nelle famiglie di buona volontà.
