giovedì - 25 Aprile 2024
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“Condannate l’ex comandante della Polizia locale di Trezzano a sette anni e quattro mesi di carcere”

È la richiesta di pena contenuta nella requisitoria finale con richiesta di pena avanzata dal Pubblico Ministero, nel processo contro Salvatore Furci

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Nella foto, Salvatore Furci, l’ex comandante della polizia locale di Trezzano sul Naviglio

La procura del Tribunale ha chiesto una condanna a 7 anni e 4 mesi di reclusione e 50mila euro di multa. La difesa, come era naturale ha invece chiesto l’assoluzione piena. Si è conclusa ieri la fase dibattimentale del processo che vede sul banco degli imputati Salvatore Furci, l’ex comandante della polizia locale di Trezzano sul Naviglio accusato di aver fatto piazzare dosi di cocaina nell’auto di un suo superiore quando lavorava nella polizia locale di Corbetta.

Il pubblico ministero Gianluca Prisco ha chiesto di condannare a 7 anni e 4 mesi Salvatore Furci, finito in carcere il 13 aprile 2021 con le accuse di calunnia e detenzione di droga. Stando alle indagini della nona sezione della Squadra mobile del capoluogo lombardo a mettere la cocaina era stato un complice di Furci che aveva poi fatto una segnalazione confidenziale ai Carabinieri.

La vicenda è nota. Riguarda il periodo in cui Furci lavorava nel comando di polizia locale di Corbetta, risultato vincitore nel 2018 del concorso per ricoprire la posizione di ufficiale. A causa del parere negativo espresso dal comandante, Lia Vismara, non aveva superato il periodo di prova e nel 2019 era tornato a rivestire la qualifica di agente all’interno della polizia locale di Milano.

Secondo l’accusa, Furci avrebbe tentato di vendicarsi del suo superiore facendo piazzare la droga nella sua auto. Un tentativo di delegittimazione che aveva provocato altre indagini. Finite nel nulla. Nel frattempo Furci era diventato comandante della Polizia locale di Trezzano. Ed è in quel ruolo che due anni fa fu arrestato e rinchiuso in una cella di San Vittore.

Completamente diverse le conclusioni della difesa. “La polizia scientifica ha accertato che non ci sono segni di effrazione sull’auto di Lia Vismara. Nessuno è entrato in quella macchina il 3 gennaio di due anni fa. Questo è un dato oggettivo trascurato dalle indagini della Procura e sul quale costruire una versione alternativa”. E’ un passaggio dell’arringa dell’avvocato Gabriele Minninti che difende assieme alla collega Paola Bonelli, Salvatore Furci.

Qual è la versione alternativa della difesa? Minniti che ha parlato di “incertezza che avvolge” le posizioni del complice (condannato in abbreviato a 3 anni e 4 mesi) e dell’ex capo dei vigili, partendo da questo dato ha cercato di offrire al Tribunale una lettura che in sostanza è arrivata a concludere che quella droga era per uso personale, cosa che il suo assistito ha sempre detto. Il problema è che Lia Vismara ha sempre detto di non aver mai assunto droga. I giudici ora dovranno decdere quale sia, tra le due versioni, la verità. La sentenza è attesa a Settembre.

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