lunedì, Febbraio 17, 2025
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Con lo smartworking aumentano gli attacchi informatici

Parla Arturo Tucci , CyberSecurity manager, con una lunga esperienza in sicurezza informatica, specializzato, unico in Europa, nella decriptazione dei dati presi in ostaggio dai ransomware

smart-working-e-attacchi-informatici-okUn aumento esponenziale di virus e di attacchi informatici. E’ questa una delle conseguenze, certamente non desiderabile, dell’incremento di smartworking in Italia a causa del diffondersi del Covid 19. “Purtroppo è una situazione reale e grave – osserva Arturo Tucci, CyberSecurity manager – Bisogna garantire maggiore sicurezza nelle connessioni remote con i pc dei dipendenti perché è da lì che stanno entrando gli hacker per i loro attacchi”.

Bisogna ammettere che con lo smart working gli errori in fatto di sicurezza informatica sono più frequenti e spesso le conseguenze sono più complesse rispetto agli sporadici attacchi subiti tra le mura aziendali. Questo per diversi motivi. Innanzitutto, molti lavoratori da casa non utilizzano un PC aziendale ma un dispositivo personale, dove in molti casi non è presente un sistema di antivirus.

Un altro problema è legato alla rete internet: non tutti dispongono di una rete wi-fi a casa, motivo per cui si connettono a reti di zona che sono uno dei mezzi preferiti degli hacker intenzionati a sferrare attacchi informatici.

Altro fattore di rischio è sicuramente la distrazione o comunque una diminuzione del livello di attenzione dei lavoratori nei confronti di quelli che normalmente sarebbero subito interpretati come segnali d’allarme, come ad esempio una mail inviata da un collega o un capo da un account che non è quello aziendale. Lavorando da casa, questo indizio tende ad insospettire meno, ed ecco che l’attacco è sferrato.

Ultimo ma non meno importante fattore di rischio è l’accesso ai dati aziendali. Per accedere da remoto ai dati aziendali, è necessario farlo attraverso sistemi che garantiscano un alto livello di protezione dei dati, altrimenti il rischio di furto delle informazioni aziendali diventerà quasi una certezza.

Smart working e attacchi informatici vanno quindi di pari passo? No, questa tendenza si può invertire con i giusti accorgimenti. Arturo Tucci  ha una lunga esperienza in sicurezza informatica e si è specializzato, unico in Europa, nella decriptazione dei dati presi in ostaggio dai ransomware. Di cosa si tratta?

“I ransomware  – spiega Arturo Tucci –  sono virus informatici che rendono inaccessibili i dati dei computer infettati chiedendo il pagamento di un riscatto in criptovalute per ripristinarli. E’ una pratica che colpisce sia i singoli sia le grandi aziende che ovviamente riceveranno richieste di riscatti più consistenti, a seconda del loro fatturato. Anche se la polizia postale chiede di non effettuare i pagamenti, che non sono tracciabili, molti lo fanno per riavere i propri dati e la propria operatività. Invece io riesco a restituire tutti i dati ai legittimi proprietari e a mettere in sicurezza i pc e la rete anche da attacchi futuri”.

La sicurezza informatica dell’azienda viene garantita grazie ad una Centrale operativa, attiva ventiquattro ore su ventiquattro per intervenire immediatamente, in remoto, su ogni eventuale attacco informatico. “In questo modo – puntualizza Arturo Tucci – si garantisce la sicurezza sgravando i singoli dalle loro responsabilità. Nel senso che, anche se una persona apre una mail che è invece un virus, quest’ultimo viene subito eliminato e viene ripristinata la situazione normale. E nel contempo parte la segnalazione dei nuovi virus alla polizia postale e alle ditte produttrici di antivirus”.

La caratteristica peculiare di Arturo Tucci è quella di studiare dei protocolli di sicurezza personalizzati e a misura del cliente, partendo dalle sue specifiche esigenze e problematiche.

“Purtroppo – conclude Tucci – in Italia manca la consapevolezza dell’importanza di investire in cybersecurity. Si delega il tema ai tecnici informatici che però non hanno le stesse competenze dei professionisti di cybersecurity, anche perché si tratta di un settore dove è fondamentale un aggiornamento costante, lungo e impegnativo”.
Come difendersi dagli hacker

In quali modi ci si può difendere dagli attacchi informatici, per poter lavorare in smart working serenamente? Molti sono gli accorgimenti e gli strumenti che possono rendere sicuro il lavoro agile:

Assicurarsi di avere installato un antivirus
Attivare ovunque sia possibile farlo l’autenticazione a due fattori (mail, account Google, social network)
Assicurarsi di utilizzare una rete internet sicura
Rendere sicuri chat e altri mezzi di comunicazione aziendali attraverso sistemi di crittografia
Adottare sistemi di backup e disaster recovery tramite le tecnologie Cloud
Effettuare costantemente attività di asset e software inventory
Attivare sui computer domestici una partizione separata per la gestione e la conservazione dei dati aziendali.
Utilizzare forti sistemi di password e autenticazione a due fattori per l’utilizzo di VPN e RDP
sensibilizzare tutti gli utenti sui comportamenti scorretti o potenzialmente pericolosi per la sicurezza informatica.

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