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Citroën 2Cv il mito si rinnova

Nata nella seconda metà degli anni ‘30 per motorizzare l’Europa e commercializzata dopo la seconda guerra mondiale, la Citroën 2Cv ha portato una ventata di ottimismo nel mondo dell’automobile

Citroën 2Cv il mito si rinnova
A ventisei anni di distanza dalla fine della produzione, il mito si rinnova senza perdere le caratteristiche originali.

La Citroën 2Cv, per oltre trent’anni, è stata il manifesto della libertà. Un’auto giovane, diventata il simbolo di due generazioni. Nata nella seconda metà degli anni ‘30 per motorizzare l’Europa, e commercializzata dopo la seconda guerra mondiale, ha portato una ventata di ottimismo nel mondo dell’automobile. È poi diventata il segno distintivo, assieme al pulmino Volkswagen, dei figli dei fiori.

L’erede naturale

A ventisei anni di distanza dalla fine della produzione, il mito si rinnova senza perdere le caratteristiche originali. Nelle scorse settimane, infatti, è stata presentata la 2Cv Soleil, un esemplare unico realizzato da Citroën Italia in collaborazione con Serge Gevin, l’autore delle serie speciali più famose della 2Cv, come la Spot, la Charleston e la Dolly. La 2Cv conserva intatta la sua naturale originaria carica di simpatia, frutto di un design intelligente e funzionale. E sono in molti che aspettano faccia la sua comparsa nei concessionari.

Il cappello di paglia

In origine era stata pensata per soddisfare le esigenze di chi avrebbe usato quell’auto quotidianamente, trasportando un paniere di uova, cinquanta chili di patate o tre figli a scuola tutte le mattine. Quindi sedili comodissimi, realizzati con semplici elastici in gomma. Portiere ampie che si aprivano a novanta gradi per un accesso confortevole, un padiglione così alto che si poteva entrare, uscire ed anche abitare l’auto con in testa un cappello di paglia, utile per ripararsi dal sole quando si decideva di viaggiare con la capote completamente aperta.

Cento chilometri con tre litri di carburante

Le prime 2Cv iniziarono a far parte del panorama francese e poi europeo già nei primissimi anni ‘50. Il loro motore di 375cc permetteva di percorrere cento chilometri con tre litri di benzina, la manutenzione era ridotta al minimo e le caratteristiche di frenata e tenuta di strada della piccola Citroën erano di assoluto rilievo, tanto da risultare attuali anche nel 1990, quando il 27 luglio la 2Cv uscì di scena dopo oltre 42 anni di produzione ininterrotta che hanno segnato in modo indelebile la storia dell’automobile.

Riscrivere la storia

Da questa incredibile avventura a due cilindri contrapposti, sono nate anche molte altre vetture Citroën che hanno mantenuto le caratteristiche fondamentali della piccola 2Cv declinandone altre su diversi registri. Un esempio? Nel maggio del ‘68, mentre a Parigi la contestazione studentesca scriveva la Storia, a Deauville Citroën riscrisse quella del divertimento su quattro ruote, presentando Méhari (dal nome di una razza di dromedari in grado di attraversare i deserti) capace di diventare due, quattro posti, pick-up, cabriolet, torpedo, berlina e quanto altro potessero suggerire la fantasia e le necessità del proprietario e la sua incredibile capote modulare.

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