Nel giorno di Sant’Antonio Abbate, protettore degli animali domestici, Legambiente pubblica il “X rapporto nazionale animali in città”, indagine che valuta le performance che amministrazioni comunali e aziende sanitarie dichiarano di offrire per la migliore convivenza in contesti urbani con animali padronali e selvatici. Per quanto riguarda i cani c’è un risultato a sorpresa. Tra i Comuni più attenti al loro benessere figura Cesano Boscone. Pero primeggia sul fronte dei gatti.
Cani e gatti sono ancora oggi le due specie che dominano tra gli animali domestici: in Lombardia risultano registrati 1.768.444 cani, vale a dire 1 cane ogni 5,6 cittadini, mentre 280.256 sono i gatti, 1 ogni 35,6 cittadini. Ma la realtà del randagismo e delle colonie feline non controllate amplia notevolmente questi dati. L’anagrafe degli animali d’affezione è, di fatto, normativamente obbligatoria per i cani e per tutti i gatti nati a partire dal 2021.
Nonostante tutto, denunciano a Legambiente “Il variegato mondo animale, ricchissimo in termini quantitativi e qualitativi, che abita le case degli italiani rimane, è colpevolmente e criticamente avvolto nelle nebbie. L’assenza di un’anagrafe unica nazionale obbligatoria, ancor più in presenza delle innovazioni tecnologiche attuali, aperta a tutte le specie animali che possono, lecitamente, essere presenti nelle case degli italiani come animali d’affezione o compagnia, risulta incomprensibile e colpevole”.
La questione è che senza informazioni diventa difficile prevedere, organizzare e correttamente fornire tanto i necessari servizi ai cittadini, quanto nel poter pianificare, programmare e realizzare gli utili controlli, anche in ambito sanitario, per prevenire criticità, migliorare e rendere sicura la convivenza con gli amati ‘ pet’ “.
La gran parte degli attuali costi delle amministrazioni comunali destinata agli animali d’affezione è assorbita dalla gestione dei cani presso i canili sanitari, strutture indispensabili nel modello attuale, ma purtroppo carenti rispetto ai bisogni reali dei territori. Molto spesso canili e gattili rifugio, ma anche oasi e colonie feline e centri di addestramento per cani sono realtà che sopravvivono grazie all’impegno di privati, associazioni e gruppi di cittadini, che fanno del volontariato e della passione per gli amici a quattro zampe una vera vocazione.
“Ci auguriamo – dicono a Legambiente – che sempre più amministrazioni locali prendano atto della difficoltà legate alla condizione degli animali nelle città, con interventi mirati e con stanziamenti adeguati, facendosi carico di situazioni che, ancora oggi, spesso sono affidate alla libera iniziativa delle associazioni di volontariato”
Per quanto riguarda i gatti, sono poche le amministrazioni comunali che rispondendo ai questionari di Legambiente dichiarano di monitorare le colonie feline presenti nel proprio territorio. Tra i comuni piu’ “gattofili” figura Pero con 1 gatto ogni 8 cittadini e tra le città con il maggior numero di colonie feline controllate il rapporto annovera Milano con 1.320 colonie per 20 mila gatti e 1.320 gattare/i (1 gattaro ogni 15,1 gatti).
Per quanto riguarda, invece, tra i cani i comuni più attenti al loro benessere figurano Cesano Boscone dove appunto è’ stata realizzata 1 area cani ogni 1.316 residenti e Milano che offre 1 area cani ogni 3.411 cittadini, per un totale di 403.
Le performance peggiori si registrano in tre comuni lombardi: Nerviano che spende 0,053 euro per cittadino, Ronco Briantino (provincia di Monza) 0,059 e Terno d’Isola (Bergamo) 0,059 e Mandello del Lario (Lecco) 0,067 contro una spesa media di 2,4 euro per cittadino. Legambiente ha istituito il premio nazionale “Animali in Citta’” riservato ai Comuni e delle aziende sanitarie che hanno realizzato le performance migliori. Il premio sarà consegnato in primavera.
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