
Il primo cittadino di Rozzano Barbara Agogliati si dimentica di essere stata per quattro anni assessore alle partecipate dell’ultima giunta D’Avolio
La notizia del rinvio a giudizio dell’ex sindaco di Rozzano D’Avolio ha fatto il giro del web e non solo. Con lui sono stati rinviati al processo che inizierà il 5 aprile anche Laura Tesse, la moglie di D’Avolio, l’ex direttore tecnico di Ama, Vito Ancora, e altre quattro persone coinvolte a vario titolo nella vicenda. Si tratta di consulenti e professionisti che hanno avuto incarichi nella partecipata Ama negli scorsi anni.
Tempi brevi
Singolare l’atteggiamento del sindaco di Rozzano Barbara Agogliati che, dimenticando di essere stata per quattro anni assessore alle partecipate dell’ultima giunta D’Avolio, ha dichiarato in un comunicato stampa: “Anche in presenza del rinvio a giudizio la nostra posizione non cambia: sarà la magistratura ora nella sua sede giudicante a esprimere le conclusioni sulle responsabilità di ciascuno di loro e per noi quello farà testo. E auspichiamo che questo sia fatto in tempi brevi, nell’interesse della comunità e delle stesse persone coinvolte”.
Le responsabilità politiche
Certo, la magistratura accerterà le responsabilità penali, ma le responsabilità politiche? Nel comunicato pubblicato sul sito del comune c’è scritto: “Rimangono certamente da fare alcune considerazioni politiche sull’intera vicenda e valutare nelle sedi competenti quali scelte assumere.” Che cosa significa? Che il sindaco convocherà un consiglio comunale straordinario per discuterne? Che si dimetterà visto che deve la sua elezione proprio all’appoggio accordatole da D’Avolio durante le ultime amministrative?
Ponzio Pilato
A questo proposito Agogliati ha poi aggiunto: “Un rinvio a giudizio non è una condanna, ma non è neanche un semplice avviso di garanzia. Le accuse sono purtroppo di una certa serietà. Quello che mi pare ormai scontato – ma che è giusto ripetere in questa sede – è che come Sindaco e Amministrazione Comunale tuteleremo gli interessi pubblici, come già abbiamo fatto sin dalla costituzione di parte civile del Comune di Rozzano nel procedimento, così come formalmente chiederemo il definitivo allontanamento delle persone che hanno avuto incarichi di consulenza con le partecipate”. Ponzio Pilato non avrebbe potuto fare di meglio.