sabato - 20 Aprile 2024
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Cane investito e ucciso a Cusago: scatta la caccia al pirata della strada

Il mancato soccorso o il maltrattamento di animali sono reati che prevedono condanne sino alla reclusione dai 3 ai 18 mesi, o in alternativa, multe da 5.000 a 30.000 euro

L’accorato appello è stato rilanciato dallo Sportello per i diritti degli animali di Cusago cui una residente nel comune ha scritto per chiedere aiuto. Il suo cane è stato investito e ucciso sulla pedana che conduce ai box del condominio, e il conducente dell’auto non ha soccorso né il cane né la donna che nel frattempo era giunta correndo a soccorrere il cane urlando per chiedere aiuto.

Come se nulla fosse

È  accaduto giovedì scorso in un condominio di Milano Visconti (via Aldo Moro). La signora ha continuato a urlare finché i vicini sono scesi ad aiutarla ma ormai era troppo tardi. Il cane è morto. A quanto sembra colui o colei che lo ha investito non ha fatto un plissé, forse è salito/a in casa sua come se nulla fosse.

Lo choc

Hanno scritto i responsabili dello sportello: “A parte lo choc nel sentire questo racconto, l’omissione di soccorso è un fatto inaccettabile. Certamente si è trattato di un tragico incidente e non certo un fatto volontario ma chi fugge, dunque, di fronte alle proprie responsabilità è punibile amministrativamente da una sanzione pecuniaria, ma nei casi più gravi si può arrivare anche al penale”.

Le pene

Sì, perché il mancato soccorso di animali, oltre a sottostare agli obblighi previsti dal Codice della Strada, può essere punito ai sensi dell’articolo 544-ter del codice penale in quanto vero e proprio “maltrattamento di animali”. Per questo reato la condanna arriva alla reclusione dai 3 ai 18 mesi, o in alternativa, la multa da pagare va da 5.000 a 30.000 euro. Se l’animale muore per le lesioni riportate a causa dell’incidente, la pena aumenta automaticamente.

L’appello

La responsabile dello sportello di tutela degli animali,  Stefania Luppi, ha chiesto a chiunque abbia assistito all’incidente di contattarla in privato perché si vuole fornire alla signora tutto l’aiuto e l’assistenza possibile. Lo scopo non è condannare nessuno. Solo fornire le informazioni affinché gli animali siano tutelati.  

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