Passa anche dalla sponde del Naviglio, la storia di papa Bergoglio, scomparso all’improvviso la mattina di lunedì dell’Angelo. Il suo legame è un bene prezioso per il territorio. Risale infatti a Piero Gogna, bisnonno materno di papa Francesco. Figlio di legnaioli era nato nella Cascina Meraviglia di Barate, una struttura ad architettura rurale edificata sul finire del XVII secolo, poi trasformata in un deposito. I suoi genitori erano legnagnoli arrivati in paese in cerca di lavoro.
Papa Francesco – lo raccontano tutti i media, in questi giorni – è stato un faro di speranza e un esempio di umanità in un mondo segnato da divisioni. La sua visione inclusiva e il suo impegno per i diritti degli emarginati hanno lasciato un segno profondo nella Chiesa e oltre. Con la sua umiltà e la capacità di comunicare messaggi di amore, ha toccato milioni di vite, invitando tutti a riflettere sulla solidarietà e sulla giustizia sociale.
La sua eredità va oltre gli insegnamenti e si riflette nel suo impegno al servizio degli altri. La sua scomparsa è una grande perdita, ma il suo messaggio di amore e misericordia continuerà a vivere nei cuori di chi ha seguito la sua guida. In questo triste momento, i fedeli possono trovare conforto nel sapere che il suo spirito vivrà attraverso le azioni di coloro che cercano di realizzare il suo sogno di un mondo più giusto e solidale. Azioni che hanno avuto una qualche origine, lungo il Naviglio.
Pietro Gogna – si diceva – era figlio di legnaioli, emigrati nella frazione di Gaggiano per lavorare. Fu battezzato il 29 aprile 1849 nella parrocchia di Barate. I suoi genitori di origini piemontesi erano Maria Cattarina Bava e Giacomo Gogna. Dal giorno della elezione al soglio pontificio, l’albero genealogico di papa Francesco è stato passato al setaccio dagli storici di tutto il mondo. Grazie a loro, oggi è noto che la sua famiglia è originaria dell’Astigiano. L’adorata nonna paterna Rosa Vassallo — «la nonna che mi ha insegnato a pregare, come lo stesso Bergoglio ha ricordato », nacque invece a Piana Crixia, nel Savonese.
In quel periodo molte famiglie dal Piemonte emigravano nel Milanese, dove si dedicavano alla coltivazione del riso. Ancora oggi, alla Cascina Meraviglia, si coltiva il riso. “Noi siamo qui dal 1957 — ha rivelato Giuseppe Lanzani l’agricoltore, 68 anni, che attualmente ne gestisce l’attività al Corriere della sera —. Quando mi hanno raccontato della scoperta mi è venuto da sorridere, non avrei mai pensato che fosse un luogo così importante.”
