La violenza sessuale sarebbe avvenuta tra il 19 e il 20 dicembre 2011: il religioso avrebbe abusato del 15enne nella propria abitazione, dove il ragazzino aveva trascorso la notte “in vista delle attività di preghiera previste per il giorno successivo”. I fatti contestati hanno avuto come teatro Rozzano. Don Galli aveva ammesso di aver dormito nello stesso letto con il minorenne, negando però gli abusi.
Il primo grado di giudizio si era chiuso nel settembre 2018 con una condanna di 6 anni e 4 mesi. La procura generale aveva chiesto la conferma del verdetto di primo grado ma i giudici d’appello hanno concesso al sacerdote le attenuanti generiche che, sul piano pratico, si sono tradotte in una riduzione della pena. “L’impianto accusatorio è stato confermato, lui è incensurato e così gli è stato riconosciuto uno sconto di pena.
“Ci può stare”, ha commentato la madre della vittima, presente in aula al momento della lettura della sentenza. I familiari del giovane non si sono costituiti parte civile nei confronti dell’imputato dopo aver ricevuto 100 mila euro a titolo di risarcimento danni con un accordo raggiunto in sede extra giudiziale con il sacerdote.
Arrivati i soldi ma nessuna scusa sarebbe arrivata dai vertici della chiesa milanese. “L’arcivescovo Delpini ci ha concesso un momento di incontro – ha raccontato la madre – meno di nove minuti, durante il quale non ha saputo rispondere alla nostra domanda su come la Chiesa possa riavvicinare nostro figlio alla fede, mi aspettavo molto di più”.